BARBATELLA, detta anche "talea" o "magliuolo" (fr. marcotte; sp. estaca; ted. Senker, Wurzelwerk; ingl. cutting)
La tipica barbatella è un frammento di germoglio gemmifero che viene staccato ad arte da un individuo vegetale e messo riel terreno o in altro mezzo adatto (sabbia, segatura, acqua) dove, se le condizioni sono favorevoli, sviluppa in vicinanza della base recisa, più o meno presto, radici avventizie, e cresce quale individuo auton0mo. È un modo di propagazione somatica basato sul processo di "rigenerazione", cioè sulla possibilità che hanno molte piante di completarsi in seguito a mutilazione, ossia di rigenerare un membro di cui sono state private (in questo caso la radice); modo di propagazione che presenta il duplice vantaggio di uno sviluppo più rapido che con quello da seme e di conservare inalterati, nel nuovo individuo figlio, tutti i caratteri della pianta madre da cui fu staccato. Molte piante erbacee o legnose si prestano bene a questa operazione (Fuchsia, Pelargonium, Tradescantia, Salix, Vitis). Anche intere foglie o pezzi di foglia di alcune piante (Begonia, Gloxinia, Gesneria) sono capaci di comportarsi in tal modo e persino certe radici intere o tagliate a pezzi (Taraxacum, Atropa, Rubus, Calycanthus).
Le gemme che si formano spontaneamente per via naturale su foglie tuttora attaccate alla pianta nelle felci e in alcune fanerogame (Bryophyllum, Cardamine) non rientrano nella categoria delle barbatelle ma bensì nel fenomeno della "viviparia".
Le barbatelle di viti possono essere ottenute o da talea o da propaggine originaria o da propaggine cinese o da gemme isolate o da margotta. Il primo modo è di gran lunga oggi più usato: esso si pratica collocando normalmente le talee in un apposito vivaio, dove restano per lo più un anno, e talvolta, ma più raramente, due anni.
Le barbatelle possono essere franche o innestate.
Nella maggior parte dei casi le barbatelle franche oggi sono ottenute da viti americane le quali resistono alla fillossera, ma sono incapaci di dare frutto (barbatelle selvatiche). Quelle innestate sono ottenute normalmente eseguendo al tavolo degli innesti-talea (cioè fra due talee), e ponendo poi gl'innesti così ottenuti in vivaio per lo più previa forzatura.
Bibl.: C. Grimaldi, Talee e barbatelle, Modica 1888; G. Stingl, Über regenerative Neubildungen an isolierten Blättern phanerogamer Pflanzen, in Flora XCIX (1909), p. 178.