DETROIT (A. T., 134-135)
Una delle prime città degli Stati Uniti per numero di abitanti, a 42°20′ lat. N., e a 83°3′ long. o, nello stato di Michigan, cavoluogo della Wayne County; è situata sulla destra del Detroit River, che permette il transito dal lago St. Clair al lago Erie.
La località del futuro grande centro fu visitata dai Francesi nel 1648, e ivi nel 1701 fu costruito il Fort Pontchartrain, che nel 1760 cadde nelle mani degl'Inglesi. Verso la fine del sec. XVIII il centro non contava che poche centinaia di abitanti. Durante la rivoluzione Detroit divenne uno dei punti strategici più importanti per le forze inglesi operanti nel NO.: nel 1796 gli Inglesi abbandonavano il forte, cedendolo agli Americani. Nel 1805 un terribile incendio distruggeva quasi interamente il centro abitato, che veniva immediatamente ricostruito. Dopo varie vicende Detroit veniva dichiarata city nel 1824; dal 1805 al 1837 fu capitale del territorio; dal 1837 al 1847 capitale dello stato; poi la residenza del governo fu trasportata a Lansing.
Il clima di Detroit ha carattere decisamente continentale, con inverni rigidi e lunghi, estati calde, forte escursione annua. La quantità di pioggia è bene distribuita durante l'anno ma prevale decisamente nel periodo estivo. Il numero dei giorni piovosi è di 138, egualmente distribuiti nelle varie stagioni. Lo specchietto pone in evidenza i dati più salienti delle condizioni climatiche del centro.
La popolazione nel 1820 era di 1422 individui, saliti a 21.019 nel 1850, a 45.619 nel 1860, a 79.577 nel 1870, a 116.340 nel 1880, a 205.876 nel 1890, a 285.704 nel 1900, a 465.766 nel 1910, a 993.678 nel 1920; un calcolo del 1928 dava presenti 1.378.900 abitanti Gli aumenti sono tra i più forti registrati in tutta la Confederazione nordamericana: nel decennio 1910-1920, l'aumento di Detroit è stato del 111,3%. Quanto a composizione etnica, nel 1920 il 95,8% era dato da Bianchi; il 4,1% da Negri. Degli stranieri i più numerosi erano i Tedeschi (149.000), i Russi (104.000), i Canadesi (89.000), gli Austriaci (58.000), gl'Inglesi (39.000), gl'Italiani (29.000), ecc.
La città ha una superficie (1928) di oltre 350 kmtl.: la topografia del grande centro ci riporta al solito reticolato con strade tagliantisi ad angolo retto; ma rompe l'uniformità tutta una serie di grandi arterie radiali, partenti dal Grand Circus. La Woodward Avenue è l'arteria principale della città. Come altre città dell'America Settentrionale, Detroit possiede numerosi parchi, di cui il principale è il Belle Isle Park, con una superficie di 707 acri, comprendente l'isola omonima congiunta alla terraferma mediante un ponte in ferro costruito nel 1889. Il primo ponte attraverso il Detroit River, chiamato The Ambassador Bridge, che unisce la città con Windsor (Canada), è stato inaugurato l'11 novembre 1929; è costato 20 milioni di dollari ed è del tipo a sospensione, lungo circa 2900 metri. Mediante tunnels, sottopassanti il fiume Detroit, è stato reso possibile il collegamento ferroviario con il Canada. Attualmente un'altra gigantesca opera, che sta per essere compiuta, è il Detroit-Canada Vehicular Tunnel, costruito per il transito dei veicoli, con un traffico complessivo previsto di 1000 veicoli all'ora nelle due direzioni.
Detroit è un grande centro industriale. L'industria fondamentale è quella dell'automobile (officine Ford), occupante oltre 70.000 persone; seguono le industrie metallurgiche e meccaniche.
La posizione geografica fa di Detroit un centro di prim'ordine dal punto di vista del commercio; il traffico ingente, di transito soprattutto, riguarda minerali di ferro, prodotti metallurgici, carbone, grano, legname, ecc. Detroit è centro ferroviario importantissimo: essa è collegata mediante numerose linee a Toledo, a Chicago; attraverso il Detroit River è unita al Canada.
La città possiede alcuni istituti di studî superiori, quali il College of City of Detroit, organizzato nel 1923, con oltre 2000 alunni; il Marygrove (1910), con 500 alunne; il Michigan College of Medicine, ecc. È sede di un consolato italiano.
Bibl.: Farmer, The History of Detroit and Michigan, Detroit 1889; C. M. Burton, City of Detroit Michigan, 1701-1922, Detroit 1922; A. E. Parkins, Historical Geography of Detroit, Detroit, 1918; Werner Gley, Die Grosstädte, Nordamerikas und die Ursachen ihrer Entwicklung, Francoforte sul M. 1927; T. Philipps Glenn, The traffic problem in Detroit and how they are met, in The Annals of the American Academy of Political and Social Science, novembre 1924; H. M. Gould, Detroit continue its traffic experiments, in The American City, aprile 1929; J. Jones, Design of Great International Suspension Bridge over Detroit River, in Engineering News Record, dicembre 1928; E. A. Proctor, Foundation construction for the Detorit River Suspension Bridge, in Engineering News Record, dicembre 1928; Detroit-Canada Vehicular Tunnel, in Engineering News Records, ottobre 1929.
Monumenti. - Detroit ha poche opere d'arte all'aperto. La Biblioteca pubblica, costruita nel 1924 nella Woodward Avenue sui disegni di C. Gilbert, è un bell'edificio di marmo in stile Rinascimento. Dirimpetto alla biblioteca sta il nuovo Istituto delle belle arti (su un'area di 10 ha.) di cui fu architetto Paul Cret assistito da Zantzinger, Borie e Melary; il suo stile è in armonia con quello della biblioteca, tendente al classico, e ornato parcamente.
Il museo di Detroit è già divenuto uno dei più importanti degli Stati Uniti. Fu aperto alla fine del 1927 con una grande esposizione d'opere d'arte date a prestito, tra le quali il quadro l'Uomo col flauto, una delle ultime opere di Tiziano, che venne poi acquistato per la galleria. Le opere d'arte sono esposte con mobili e oggetti dell'epoca. L'edificio ha tre ali principali: in quella di destra sono conservate le collezioni d'arte europea in piccole stanze ben illuminate lateralmente e situate verso una corte esterna; nell'ala sinistra si trovano le gallerie provvisorie per l'arte americana, e nell'ultima è ordinata la sezione asiatica.
Bibl.: H. W. Harvey, in The Arts, dicembre 1927, p. 315; American Art News, ottobre 1927; Bulletin of the Scarab Club, ottobre 1927; Art in Our Country, dell'American Federation of Art, 1918; W. Hegemann, Amerikanische Architektur u. Stadtbaukunst, 2ª ed., Berlino 1927.