LILIENCRON, Detlev von
Poeta e narratore tedesco, tra i maggiori della seconda metà del sec. XIX, nato a Kiel il 3 giugno 1844, morto ad Alt-Rahlstedt, presso Amburgo, il 22 luglio 1909. Dopo un'adolescenza solitaria e fantasiosa, entrò nel 1863 nell'esercito prussiano, e nell'agitata vita dell'armi spiegò vigorosa la propria personalità passionale e istintiva. Partecipò alle guerre del 1866 e 1870-71, restando in entrambe ferito, e riportandone impressioni vivissime, di cui alimentò più tardi la sua poesia. Svestita da capitano l'uniforme "per debiti e ferite", cercò in America un nuovo campo d'attività; ma tornò presto, dopo amare esperienze, alla sua terra sospirata, dove assunse prima l'ufficio di soprintendente alle dighe e balì nell'isola di Pellvorm, poi d'impiegato di stato civile - fino al 1887 - a Kellinghusen. Intanto aveva iniziato la sua operosità poetica, con le forti, originali impressioni di guerra Adjutantenritte und andere Gedichte (1883), che gli acquistarono il plauso e l'ammirazione della sorgente scuola naturalistica, alla quale - trasferitosi a Monaco - il non più giovane poeta si unì nella battaglia per il rinnovamento della poesia tedesca, per tornare infine alla solitudine delle sue lande e dei suoi boschi, cara alla sua passione di uomo libero, di cacciatore, di poeta.
Temperamento individualissimo, indomito, dotato di pronta e vivace sensibilità, né chiuso a interessi spirituali, per quanto al pensiero preferisse l'azione, espresse queste sue qualità, come nella vita, così nella sua arte, in cui sono soprattutto crudezza e schiettezza di tono, umore, immediatezza e concretezza di visione, ricchezza di colore e di suono, rapidità di movimento, una tecnica impressionistica, un linguaggio spesso audacissimo e potentemente creativo, una grande facilità, che talvolta rasenta la disinvoltura. La maggior vigoria di scrittore il Liliencron la dimostra nelle liriche, nei racconti e nelle novelle. Le liriche, oltre che nel volume citato, apparvero specialmente nelle raccolte: Gedichte (1889); Der Heidegänger und andere Gedichte (1890); Neue Gedichte (1893); Kampf und Spiele (1897); Bunte Beute (1903); Gute Nacht (1909). I racconti e le novelle sono soprattutto nei volumi: Eine Sommerschlacht (1886); Unter flatternden Fahnen (1888); Der Mäzen (1889); Krieg und Frieden (1891); Kriegsnovellen (1895). La natura della sua terra, sentita con sensi aperti e ingenui, l'amore, goduto nella sua pienezza, come conquista e voluttà, ma specialmente la guerra, con le sue grandi passioni - amor di patria, orgoglio della bandiera, coscienza della nobiltà della propria stirpe, amore della vita primitiva, tutta istintività, azione, violenza di contrasti - gli forniscono le ispirazioni migliori. Con un'arte che muove dal realismo della Droste e dello Storm, il L. sa creare situazioni, quadri pieni di Stimmung e a un tempo potenti di verità. Ma non ugualmente sa unire le situazioni singole in un grande quadro, né creare conflitti drammatici, figure di complessa umanità.
Così il suo ampio poema autobiografico Poggfred (1896 segg., portato da 12 a 29 canti), arieggiante il Don Giovanni del Byron, non ha altra unità se non quella della persona e del temperamento del poeta, che butta giù in forma a volte viva di umore e fresca d'intuizione, a volte invece stagnante e incomposta, le vicende sognate o vissute, che l'ispirazione del momento gli suggerisce. E deboli sono i romanzi, densi di motivi autobiografici: Breide Hummelsbüttel (1887); Leben und Lüge (1908); e più ancora i drammi, presto dimenticati: Kunt der Herr (1885), Der Trifels u. Palermo (1896); Arbeit adelt (1886); Die Merowinger (1888).
Ediz.: Delle opere uscì, vivente il L., una raccolta completa Sämtl. Werke, Berlino 1904-09, voll. 15; e un'edizione completa in voll. 8 curò il Dehmel (Berlino 1911-13). Una buona scelta apparve nel 1930 a cura di M. Lang, L.s ausgew. Werke, Stoccarda, voll. 4. Scelta dell'epistolario: R. Dehmel, L.s ausgew. Briefe, Berlino 1910; H. Spiero, Liebesbriefe an Hel. v. Bodenhausen, Stoccarda 1925, e Briefe in neuer Auswahl, con introduzione, ivi 1927.
Bibl.: O. J. Bierbaum, D. v. L., Lipsia 1892; H. Greinz, D. v. L., Berlino 1896; Fr. Oppenheimer, D. v. L., Berlino 1898; Fr. Böckel, D. v. L. im Urteil zeitgenössischer Dichter, Berlino 1904; P. Remer, D. v. L., Berlino 1904; H. Benzmann, D. v. L., Lipsia 1904; G. Litzmann, D. v. L., Bonn 1910; H. Spiero, D. v. L. Sein Leben u. s. Werke, Berlino 1913; H. Maync, D. v. L., Berlino 1920; I. Wichmann, L.s lyrische Anfänge, Berlino 1922; L. Bianchi, Novelle u. Ballade in Deutschland von A. v. Droste bis Liliencron, Bologna s. a.