deterrenza nucleare
Espressione che fa riferimento alle strategie d’attacco e contrattacco nucleare messe in atto, nel corso della Guerra fredda, per scoraggiare ogni aggressione. In particolare la deterrenza consiste nel predisporre misure tali per cui il nemico, in vista delle conseguenze di un suo attacco, sia dissuaso dal metterlo in opera. In tal senso essa si lega alla corsa agli armamenti iniziata nel secondo dopoguerra, e ne costituisce l’impalcatura concettuale e la giustificazione ideologica. Nel 1945 gli USA avevano lanciato bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Le armi nucleari, già entrate in scena come strumento dissuasivo durante il blocco di Berlino del 1948 (quando gli USA attivarono in Gran Bretagna una base aerea che rendeva loro possibile colpire il territorio sovietico), divennero il principale strumento della strategia della d.n. dell’amministrazione Truman. Nel 1949 anche l’URSS sperimentò un proprio ordigno nucleare, seguita da Gran Bretagna (1952), Francia (1960) e Cina (1964). Intanto, nel 1952, il nuovo presidente degli USA Eisenhower lanciava una strategia, basata sul concetto di «rappresaglia massiccia» in caso di attacco, la cui tappa successiva fu la dottrina del MAD (mutual assured destruction, «distruzione reciproca assicurata»), che doveva appunto dissuadere dall’uso di armi atomiche con il loro stesso incremento. Si avviava dunque una escalation nella corsa agli armamenti destinata a durare vari anni, con pericolose conseguenze per la sicurezza stessa dei popoli. Per limitare l’aumento delle potenze nucleari e degli arsenali esistenti furono dunque conclusi vari accordi per il controllo quantitativo e qualitativo degli armamenti, dal Trattato per il divieto parziale degli esperimenti atomici (1963) al Trattato di non-proliferazione (Helsinki, nov. 1969), fino agli accordi SALT I (1972) e SALT II (1974, 1979). La d.n. sembrava dunque aver fatto posto alla distensione. Tuttavia, negli anni Ottanta, l’installazione degli «euromissili» da parte degli USA e il progetto di Scudo spaziale del presidente R. Reagan avviarono una nuova fase della d.n. e della corsa agli armamenti. Il trattato START I (1991), firmato dal presidente sovietico M.S. Gorbačëv e dal presidente statunitense G. Bush, seguito poi dallo Start II (1993), pose fine a questa fase e alla stessa Guerra fredda, che della d.n. era stata il quadro di riferimento generale.