determinismo
Concezione secondo cui il verificarsi dei fenomeni è determinato dal rapporto di necessità tra causa ed effetto, tra legge naturale e fenomeno; data una causa o una legge, quindi, non può che prodursi, in modo necessario e univoco, quell’effetto o quel fenomeno specifico.
Con la locuzione d. economico si riassume la concezione marxiana della storia, secondo la quale i fenomeni ideologici, politici, religiosi ecc. sono determinati, in ultima istanza, dalle condizioni economiche e, in particolare, dai vigenti rapporti di produzione.
Il d. meccanicistico attribuisce validità generale alla causalità meccanica, concezione che si è affermata con la formulazione matematica della meccanica classica, soprattutto sulla base del risultato per cui l’evoluzione temporale di qualunque sistema meccanico sarebbe completamente determinata quando fossero note, in un dato momento, le coordinate di tutti i punti del sistema e le loro derivate prime (velocità). Queste posizioni, rigorosamente deterministiche, furono messe in crisi a partire dall’inizio del 1900, in particolare con l’introduzione di leggi, intrinsecamente statistiche, in termodinamica e in meccanica quantistica.
Il d. psicologico designa le concezioni filosofiche secondo cui gli atti della volontà e gli atti psichici sarebbero anch’essi determinati da cause interne o esterne.
Secondo il d. storico le leggi di sviluppo non differiscono, se non per il campo di applicazione, da quelle scientifiche, in quanto ogni evento si manifesta come prodotto necessario di una serie o di un gruppo di eventi, che valgono come cause o condizioni necessarie e sufficienti al suo determinarsi. Spesso, tali cause o condizioni sono individuate nelle caratteristiche biologiche, ambientali, razziali o psicologiche, studiate dall’antropologia e dalla psicologia positivista tardo-ottocentesca.