DETERGENTI (App. II, 1, p. 774; III, 1, p. 477)
In questi ultimi anni nei quali il consumo di d. per uso domestico è aumentato notevolmente, come indicano i dati della tab. I, le formulazioni dei prodotti sono variate in maniera limitata; le classi dei componenti sono rimaste sostanzialmente quelle elencate nell'App. III, però alcuni prodotti sono stati sostituiti con altri aventi proprietà specifiche più accentuate o a causa di nuove esigenze. Fra le sostanze attive ancor oggi le più usate sono i tensioattivi anionici; quelli cationici trovano un limitato impiego per usi particolari, specie quando si desidera accoppiare alle proprietà tensioattive anche quella battericida. I tensioattivi non ionici cominciano a essere applicati; fra questi particolarmente interessanti si sono dimostrati i polimeri dell'ossido di propilene e di etilene (specie i copolimeri a blocchi dei due ossidi, aventi peso molecolare dell'ordine di 2000).
Una nuova classe di tensioattivi anionici ha acquistato particolare interesse: quella dei biodegradabili. Il destino finale di gran parte dei d. usati è quello di finire, attraverso i vari sistemi di scarico, nei corsi d'acqua e perciò sono stati messi sotto accusa come responsabili di parte dell'inquinamento delle acque superficiali, ciò anche perché la loro presenza spesso è facilmente evidenziata da masse più o meno ampie di schiuma; tale fenomeno persisteva a volte in punti anche lontani dagli scarichi per la ridotta tendenza alla decomposizione delle ultime tracce di tensioattivi nelle acque superficiali.
Per ridurre questi inconvenienti sono stati introdotti tensioattivi biodegradabili, cioè suscettibili di subire una più rapida demolizione ad opera dei microorganismi presenti nelle acque superficiali. Tali tensioattivi sono ancora del tipo anionico e risultano costituiti da alchilbenzensolfonati a catena lineare (LAS) anziché ramificata (ABS) come quelli usuali. In particolari condizioni i primi presentano una biodegradabilità anche notevolmente superiore a quella dei secondi.
Sono allo studio anche altri tensioattivi (alchilsolfati, olefine o paraffine solfonate, ecc.) capaci di subire biodegradazione in maniera più rapida dei LAS.
Anche nel campo degli sbiancanti si sono verificati cambiamenti, così fra quelli ad azione chimica il perborato sodico risulta il più usato, specie nei prodotti per lavatrici nelle quali si raggiungono temperature relativamente alte, necessarie affinché i perborati possano esplicare efficacemente la loro azione. Per prodotti destinati a temperature di esercizio inferiori si è diffuso l'uso di cloroisocianurati (specie del sale sodico o potassico dell'acido dicloroisocianurico), capace di liberare durante il lavaggio cloro attivo, dotato di azione oltreché sbiancante anche disinfettante. Si usa infatti nei prodotti per lavastoviglie, per ospedali, ecc.
Alle classi dei componenti già citate nell'App. III si sono aggiunti in questi ultimi anni gli enzimi proteolitici; si tratta di enzimi prodotti da colture di microrganismi, specie del tipo Bacillus subtilis, e dotati della capacità di demolire lo sporco di natura proteica. La loro azione si esplica a temperature massime dell'ordine dei 50 °C e pH non superiore a 10. L'uso di questi enzimi ha consentito la risoluzione di vari problemi e ha raggiunto rapidamente grande diffusione tanto da essere oggi introdotti in quasi tutti i prodotti per bucato. La maggior parte dei formulati del commercio comprendono i componenti allo stato solido, sotto forma di minuti granuli sferici; oggi però si studia di mettere in commercio prodotti liquidi. Ciò comporta diverse difficoltà perché per ovvie questioni di economia di trasporto, d'imballaggio, ecc., occorre preparare soluzioni per quanto possibile concentrate, mentre alcuni componenti sono solo moderatamente solubili. Per raggiungere un soddisfacente compromesso si usano tensioattivi solubili o si aggiungono additivi idrotropici (per es. xilensolfonati, ecc.), che migliorano la solubilità, abbassano la temperatura d'intorbidamento delle soluzioni e le stabilizzano; ove possibile si usano sali di potassio più solubili dei corrispondenti di sodio (per es., pirofosfato di potassio al posto di quello di sodio), si aggiungono agenti sequestranti (quali ETDA), agenti controllanti la viscosità (agenti ispessenti, colloidi idrofili, gomme solubili, ecc.).
Nel campo dei formulati solidi per lavatrici particolare interesse hanno ricevuto i prodotti a schiuma frenata; in tali macchine a rotazione un forte strato di schiuma riduce l'azione meccanica, fattore importante del lavaggio. Si usano perciò tensioattivi a bassa quantità di schiuma (detergenti non ionici o miscele di anionici e non ionici).
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