DESSEWFFY (pron. Dégevfi)
Famiglia nobile ungherese, oriunda dal comitato di Požega (ora appartenente alla Iugoslavia), Il primo che si conosca è Delislo, il quale prese parte alla battaglia di Muhi (1241) contro i Tartari. Il possesso originario della famiglia fu il castello di Csernek, dal quale prese il nome Cserneki. Il nome patronimico D. (figlio di Desiderio) fu prima usato nella seconda metà del sec. XV da István, figlio di Desiderio Cserneki. Al principio del sec. XVI i D. erano una delle famiglie più ricche del comitato di Požega; Ferencz, figlio del suddetto Stefano, fu conte supremo del medesimo comitato. János, figlio di Francesco, costretto a fuggire davanti all'invasione turca, entrò al servizio di Ferdinando I d'Asburgo che lo nominò presidente della camera fiscale ungherese e primo maggiordomo, compensandolo più tardi del possesso perduto con la donazione del castello di Tarko nel comitato di Sáros. La famiglia prese parte attiva alla vita pubblica ungherese sino all'epoca presente. Un ramo di essa passò in Francia. Károly D. (1667-1742) fu generale di cavalleria al servizio degli Asburgo, segnalandosi nella liberazione di Buda dal dominio turco (1686) e nell'occupazione del Belgio.
Ora la famiglia è divisa in due rami, uno di nobili e l'altro di conti. Dal ramo nobile trasse origine Arizstides D. (1802-1849), divenuto generale nella guerra d'indipendenza nazionale e giustiziato ad Arad, dopo l'esito funesto dell'insurrezione, il 6 ottobre 1849. Dei conti D. spiccano: József (1771-1843), amico di Francesco Kazinczy, l'apostolo della riforma linguistica dell'idioma ungherese. Tra i suoi figli presero parte attiva alla vita politica i conti Aurel (1808-1842) ed Emil (1814-1866). Il primo cercò di frenare, col suo giornale Vilag (Mondo), il liberalismo di Lodovico Kossuth. Suo fratello Emil, dopo la sconfitta della guerra d'indipendenza del 1848-49, cercò di venire a un compromesso con l'Austria. Dopo l'insuccesso dei suoi tentativi politici cercò di riorganizzare le forze nazionali nel campo delle scienze e delle lettere, chiamando a nuova vita l'Accademia ungherese delle scienze, della quale divenne presidente nel 1855, e fondando l'Unione nazionale agraria e l'Istituto di credito fondiario. Prese parte alle trattative per l'accordo del 1867. Suo figlio Aurel (1846-1927) fu presidente della Camera dei magnati dal 1906 al 1910.