DESHOULIÈRES, Antoinette, nata du Ligier de la Garde
Poetessa, nata a Parigi nel 1638, morta il 17 gennaio 1694. A tredici anní e mezzo andò sposa a Guillaume de La Fon de Boiguerin, signore des Houlières, che raggiunse nelle Fiandre quando questi vi si recò al seguito del Condé. Imprigionata dagli Spagnoli nel castello di Wilworde, dopo 8 mesi ne fu liberata dal marito; poi, col favore di un'amnistia poté rientrare con lui a Parigi. Allieva di Gassendi, di Ménage, di Hesnault, buona conoscitrice del latino, italiano e spagnolo, verseggiatrice di facile vena, compose un gran numero di idillî, egloghe, elegie, epistole, canzoni, ballate, madrigali in uno stile non privo di fluidità ma spesso di una ricercatezza leziosa. Appartenne al cenacolo che osteggiò Racine. Trascorse gli ultimi dodici anni della sua vita fra gravi sofferenze, per un cancro al seno, continuando tuttavia a scrivere e a poetare, consolata dall'affetto di amici devoti, fra cui il giovane Fléchier. I petits moutons e le brebis chéries di cui era stata, nei suoi idillî più famosi, poetica pastorella, parvero legare a sé presso i posteri la sua fama; e già lo stesso Boileau non le risparmiò i suoi strali. Ma ne risollevò le sorti Voltaire e, un secolo dopo, Sainte-Beuve ne tracciò (Portraits de femmes) un suggestivo ritratto, rivendicando il grain d'esprit fort che rivelano pure molti suoi versi, specie quelli degli ultimi anni, come le Réflexions morales, dove "un accento ora di tristezza stanca ora di meditativa mestizia" conferisce alla grazia della forma un innegabile charme e già sembra anticipare la malinconia cara a tanta poesia del Settecento.
Opere: Poésies, Parigi 1688-1695; Øuvres complètes, voll. 2, Parigi 1747; Øuvres choisies, ed. de Lescure, Parigi 1882.
Bibl.: L. Galesloot, M.me Deshoulières emprisonnée au château de Wilworde, Bruxelles 1866; Abbé Favre, Correspondance de Fléchier avec M.me D. et sa fille, Parigi 1871; id., La jeunesse de Fléchier, Parigi 1882.