ARABICO, DESERTO o deserto orientale (A. T., 115)
È quella stretta zona dell'Egitto, che è delimitata a oriente dal Mar Rosso, a occidente dalla pianura alluvionale del Nilo, a settentrione dal margine orientale del grande ventaglio del delta, tra Cairo e Ismā‛īliyyah, mentre a mezzogiorno si congiunge e si fonde indissolubilmente col Deserto di Nubia e coi monti del Sūdān e dell'Eritrea. L'ossatura è dunque costituita, come in questi, da un complesso di scisti cristallini e di graniti, formanti il prolungamento settentrionale della catena dell'Etbāi: sono le cosiddette "montagne del Mar Rosso", che si mantengono appunto a ridosso della costa e attestano così gl'intimi rapporti che legano quelle rocce con le rocce analoghe del Sinai meridionale e del Ḥigiāz. Il massiccio cristallino è avvolto - soprattutto a settentrione e a ponente - da una spessa formazione sedimentare arenacea, suborizzontale, cui si addossano i calcari del Cretacico medio e superiore e dell'Eocene, formando tavolati che vanno degradando verso il Nilo. A oriente la montagna è orlata invece da una zona litoranea con formazioni più recenti: calcari e marne gessose, zolfifere e petrolifere di età miocenica, e spiagge emerse plio-pleistoceniche, che segnano tappe successive nella formazione della fossa eritrea (v. africa: Geologia).
Il carattere aspro, montuoso, vario, del Deserto Arabico, che si eleva fin verso i 2000 m. s. m. con le cime granitiche desolate, nude, bizzarre della sua catena litorale; la presenza di grandi valli longitudinali, come quella del wādī Qenā, o trasversali, come quelle del W. Tarfā, del w. Barrāniyyah e tante altre, che scendono al Nilo profonde come canali e fiancheggiate da terrazze al loro sbocco, testimoniando dell'azione erosiva e sedimentatrice di corsi ben più attivi di quel che comportino le condizioni climatiche attuali; l'assenza di grandi oasi, sostituite da limitate zone di fertilità al fondo delle valli; la copia stessa di giacimenti d'oro, rame, piombo, zinco, smeraldo, peridoto entro le rocce cristalline (giacimenti che gli antichi già sfruttavano e che in gran parte vennero rintracciati dal Brocchi e dal Figari al principio del secolo scorso); gli stessi giacimenti di fosfati, d'idrocarburi, di gesso e di zolfo delle rocce sedimentarie, determinano un netto contrasto fra questa regione e il deserto Libico (v.).
Il Deserto Arabico è abitato da Arabi cammellieri nella sua parte nord, da el-‛Abābdeh (v.), genti di stirpe begia più o meno arabizzate, nella meridionale. Nell'estremo N. la larga valle di ‛Arabah, che volge al Mar Rosso tra i due massicci el-Qallālah el-Qibliyyah ed el-Qallālah el-Baḥriyyah, costituisce il cuore della Tebaide, paese celebre sopra ogni altro nella storia del primitivo monachismo, per gli anacoreti che vi ebbero rifugio in gran numero a partire dal sec. III. Qui sono gli antichi monasteri di S. Antonio e di S. Paolo, oggetto di grande venerazione per i Copti.