dermatologia
Branca della medicina che si occupa delle malattie della pelle e dei suoi annessi, nonché delle manifestazioni cutanee delle malattie di altri organi e apparati. Le patologie cutanee sono fra le più diffuse ed ubiquitarie: la d. si rivolge quindi ad alte percentuali di pazienti, sebbene sia frequente fra di essi, almeno in prima istanza, l’automedicazione. La corrispondenza fra malattie cutanee e patologie di altri distretti è sempre stata presa in considerazione dalla d. fin dai suoi esordi come specialità (basti pensare alla denominazione ‘specialista in dermatologia e malattie veneree’, attuale fino alla fine del 20° secolo); tuttavia, mentre si è approfondito nel tempo lo studio della cute come organo in sé complesso, parallelamente essa è stata considerata sempre più parte integrante di vari sistemi fisiopatologici generali, e non solo specchio visibile di malattie ubicate altrove.
Le malattie di competenza dermatologica possone essere classificate in molti modi, a seconda che si consideri l’aspetto semeiologico oppure quello eziopatogenetico. Dal punto di vista semeiologico è l’aspetto visibile delle manifestazioni cutanee che condiziona la classificazione: si distinguono quindi le malattie eritematose, le papulo-squamose e gli eczemi in tutte le loro varietà, le bollose, i tumori cutanei, i disturbi della pigmentazione, le alterazioni delle unghie, dei peli e dei capelli, ecc. La moderna d. preferisce una classificazione eziopatogenetica, dato che molte malattie presentano sintomi dermatologici diversi in differenti pazienti e, nello stesso paziente, in diversi momenti. Si distinguono pertanto: malattie infettive con manifestazioni cutanee, infezioni della cute e degli annessi, infestazioni; malattie allergiche in tutte le loro forme cliniche (eritema, eczema, orticaria, ecc.); malattie idiosincrasiche; malattie infiammatorie; malattie autoimmunitarie con manifestazioni cutanee; discromie; tumori cutanei benigni e maligni, primitivi e metastatici; manifestazioni cutanee di malattie sistemiche che non rientrano nei casi precedenti (ad es., la neurofi-bromatosi, la sarcoidosi, la xantomatosi, ecc.); disturbi del collagene e del tessuto elastico; ferite e ustioni, piaghe distrofiche e da decubito, ulcere venose.
La d. si avvale, molto più che in passato, di diagnosi basate su accertamenti di tipo ematochimico; la terapia delle malattie dermatologiche si affina quindi al passo con gli studi patogenetici. La terapia topica è classicamente il campo del dermatologo, ma non più il suo maggiore strumento terapeutico: la terapia eziopatogenetica avvicina sempre più, quindi, il dermatologo all’internista.