DERBY (pron. darbi; Northworthig al tempo dell'eptarchia, in seguito Deoraby o Derby; A. T., 47-48)
Città dell'Inghilterra, capoluogo della contea omonima, a 100 km. a SE. di Manchester. Situata quasi al centro dell'Inghilterra, è costruita in gran parte sulla riva occidentale del fiume Denvent, in una pianura ondulata, cinta da alture. Nel 1891 aveva 94.146 ab.; nel 1901 ne aveva 114.848; nel 1921,129.796; un calcolo del 1926 le assegnava 136.800 ab. È il maggior centro della linea ferroviaria interna, e ne contiene gli uffici princihali e le più grandi officine, che dànno lavoro a oltre 10.000 nomini. È importante centro manifatturiero. Un tempo fu rinomata per le fabbriche di porcellane, industria, che già in decadenza, ha ripreso nuovo incremento. Derby annovera inoltre molte altre industrie: tra le più importanti sono le seterie, le fabbriche di tessuti elastici, di automobili (officine Rolls Royce), di colori, di proiettili, le segherie e le concerie.
Monumenti. - Tra i monumenti medievali della città, il più notevole è il campanile gotico (1509-1527) della chiesa di Ognissanti, ricostruita nel sec. XVIII da James Gibbs in stile classicheggiante. Sono pure interessanti la chiesa gotica di S. Pietro e quella di S. Alcmondo, moderna, con una bella tomba d'alabastro (sec. XVI). Notevole la chiesa di Santa Maria costruita da A.W. Pugin (1838), in stile goticheggiante. La Galleria di belle arti ha una collezione di porcellane e le pitture di Joseph Wright.
Storia. - Come indica il nome di uno dei suoi quartieri, Littlechester (castrum), la città era in origine un campo romano. Fu occupata dal principe Carlo Edoardo nella ribellione giacobita nel 1745, costituendo il punto più meridionale raggiunto dal suo esercito di Highlanders, e fu qui che egli decise la ritirata verso la Scozia. Nel 1717 sorse a Derby il primo setificio inglese, per opera di John Lombe, che importò quell'industria dall'Italia e nel 1750 vi fu fondata da William Duesbury la celebre fabbrica di porcellana Royal Crown Derby, ripristinata nel 1877.
Bibl.: v. la contea di d.; A.W. Davison, D., its rise and progress, Derlby 1906; per le chiese: C.J. Payne, D., Churches old and new, Derby 1893.
La contea di derby (Derbyshire). - Contea inglese interna, confinante con le contee di York, Nottingham, Leicester, Stafford e Cheshire. Ha una superficie di 2632 kmq., e una popolazione (calcolo del 1926) di 753.000 ab. (il cens. del 1921 diede 714.662 ab). Gran parte del Derbyshire fa parte del bacino del Trent, un affluente del quale, il Derwent, percorre la contea nel mezzo, da NO. a SE. Le uniche zone basse di qualche estensione si trovano nelle valli dei fiumi meridionali; nella parte settentrionale della contea si elevano i Monti Pennini meridionali, che culminano nel High Peak (636 m.), formato di arenarie dure alla sommità e di calcari alla base. Nell'estremo lembo nord-occidentale si trovano giacimenti di carbone. Le pianure meridionali sono costituite prevalentemente da marne del Keuper; esse sono limitate verso SE. da colline formate da arenaria dura e da strati di carbone. Le più belle parti del Derbyshire sono costituite da calcari carboniferi, con frequenti intrusioni di rocce vulcaniche, che qua e là hanno trasformato localmente il calcare in marmi variegati di considerevole valore. Nei calcari esistono numerose grotte, in parte naturali.
Il Derbyshire, per la difficoltà delle vie che vi accedono, non è molto ricco di cimelî antichi: tuttavia alcune barre di piombo dell'epoca romana, la cripta sassone di Repton, la chiesa normanna di Melbourne e la chiesa "decorata" di Tideswell sono storicamente interessanti. I castelli di Haddon (sec. XV), Hardwick (epoca elisabettiana) e Chatsworth (sec. XVII) costituiscono bellissimi esempî di architettura signorile.
Nella parte meridionale della contea vi sono vaste estensioni di terreno coltivabile; a nord, invece, terreni paludosi adatti per il pascolo delle pecore L'industria della seta e del cotone era un tempo assai prospera: oggi l'industria serica è insignificante, ma quella cotoniera ha preso un notevole sviluppo, specialmente presso Glossop (20.500 abitanti); ma le industrie principali restano sempre quelle dell'estrazione e della lavorazione del carbone. I principali centri carboniferi sono Blackwell, Denby, North Wingfield, Ripley e Staveley, mentre a Derby (v. sopra) si fabbricano materiale ferroviario e porcellane, a Clay Cross (8.700 ab.) si fondono i metalli, a Hayfield si esercita l'industria della carta, e in varî altri centri si pratica la lavorazione delle maglierie, dei merletti e della lana. Chesterfield (66.650 ab. nel 1926: v.) è il centro commerciale del bacino del Rother; Buxton (15.650 ab.) a 305 m. s. m. possiede importanti sorgenti di acqua minerale (270); e Matlock (7060 ab.), situata sul medio corso del Derwent, ha sorgenti di acque dure. Una volta il Derwent provvedeva di forza motrice i cotonifici di Cromford e di Belper (12.300 ab.); oggi un gigantesco progetto si propone di sfruttare l'alto corso del Derwent allo scopo di fornire di acqua potabile le grandi città delle contee circostanti.
Storia. - La regione fu occupata dai Romani, che vi costruirono forti e strade e sfruttarono le acque minerali di Buxton. Gli Angli vi si stabilirono nel sec. VI e la incorporarono nel regno di Mercia, il cui Witenagemot (assemblea) sedette a Repton nell'848. I Danesi la conquistarono, ma ne furono poi scacciati nel sec. X. Sembra che fosse uno shire sotto Aethelstan, divisa in 5 e poi 7 wapentakes. Nella guerra civile il Derby fu per il re.
Bibl.: R.N. Worth, D., Londra 1886; J.P. Yeatman, Feudal Hist. of the County of D., voll. 3, Londra 1886-95; J. Murray, Handbook to D., Londra 1892; E. Baker, The Peak District, nella raccolta Thorough Guides, Londra 1908.
I Conti di Derby - Ferrers e Plantageneti. - La contea di Derby appare dapprima come possesso della famiglia De Ferrers o De Ferrieres, nota altresì come quella dei conti Ferrers, conti di Tutbury e di Nottingham. Roberto de Ferrieres, terzo figlio di Enrico (morto nel 1139), fu creato conte di Derby da re Stefano nel 1138. Nel 1266 il sesto conte, Roberto, fu privato delle terre e dei titoli per aver partecipato alla rivolta dei baroni contro Enrico III. Le terre furono concesse al figlio stesso del re, Edmondo conte di Lancaster, il cui figlio fu chiamato conte Ferrers, mentre il nipote di Edmondo, Enrico poi duca di Lancaster, fu creato conte di Derby. Lo stesso titolo portò poi il figlio di Edoardo III, Giovanni di Gaunt, che sposò la figlia di Enrico, Bianca. Suo figlio Enrico, conte di Derby, divenne poi il re Enrico IV e la contea di Derby fu così compresa nei dominî della Corona, finché non fu concessa a Tommaso Stanley.
Thomas I, lord Stanley (1435-1504). Marito in prime nozze di Eleanor, figlia di Richard Neville conte di Salisbury e capo del partito Yorkista, e, in seconde nozze, di Margaret Beaufort, madre di Enrico Tudor (poi re Enrico VII), e cognato del conte di Warwick, ondeggiò nelle guerre civili tra l'uno e l'altro partito, cercando di salvaguardare in ogni modo i suoi interessi. Quando sbarcò Enrico Tudor nel Galles, lo Stanley temporeggiò, e, presente a Bosworth con 5000 uomini, rimase inattivo, mentre suo fratello William combatteva dalla parte di Enrico e contribuiva a dargli la vittoria. Ma fu Tommaso che venne creato conte di Derby, confermato in tutte le sue alte cariche, e ricompensato con vaste terre, confiscate alle famiglie del Lancashire. Edward (1508-1572), terzo conte, era figlio del secondo conte Thomas II. Prese parte nel 1536 alla repressione dell'insurrezione nota come Pilgrimage of Grace; ma rimase cattolico e si oppose alle riforme religiose sotto Edoardo VI. Sotto Maria fu uno dei commissarî nel giudizio contro Jane Grey e prese parte attiva alla lotta contro i protestanti. Fu sospettato di complicità nel complotto di Maria Stuarda, nel quale erano implicati i suoi due figli, sir Thomas e sir Edward; ma non fu processato. Henry, quarto conte (1531-1593) fu uno dei giudici di Maria Stuarda e ambasciatore in Francia (1585).
Il figlio Ferdinando, quinto conte (1559-1594) fu conosciuto soprattutto come poeta e mecenate di letterati, da cui ebbe molti elogi, e di attori (la "Compagnia di lord Strange"). Privo di figli maschi gli successe il fratello William, sesto conte (1561-1642). James I, settimo conte (1607-1651), figlio primogenito del precedente, è soprannominato il "Gran conte" o il "Conte martire". Nel 1628 fu chiamato alla Camera dei lord, come barone Strange. Non prese parte ai dibattiti parlamentari, ma quando scoppiò la guerra civile, si pose a fianco del re, il quale, si dice per gelosia del suo potere e della sua influenza, respinse il suo progetto di levare truppe nel Lancashire e assicurarne il possesso. Nel 1643 Derby si ritirò nell'isola di Man, ma ritornò per prendere parte alla campagna del principe Ruperto nel settentrione; soccorse Lathom House, dove sua moglie aveva eroicamente respinto gli assalti degli assedianti, e prese il castello di Bolton. Egli fu presente alla battaglia di Marston Moor, combattuta contro il suo parere e, dopo la disfatta del re, tornò nell'isola di Man che tenne per sei anni, facendone un rifugio dei realisti.
Nel 1649, dopo la morte del re, Derby respinse le proposte del generale parlamentare Ireton. L'anno dopo fu nominato da Carlo II comandante delle truppe del Lancashire e del Cheshire, ma avendo rifiutato di accettare il Patto (Covenant), che garantiva la libera esistenza della Chiesa scozzese, perdette l'appoggio dei Presbiteriani, e fu sconfitto a Wigan, il 25 agosto 1651. Ferito gravemente, a stento poté salvarsi e raggiungere Carlo a Worcester; dopo la sconfitta del re, lo accompagnò nella fuga a Boscobel. Più tardi, mentre viaggiava solo nel nord, fu preso e fatto prigioniero presso Nontwich e condannato a morte da una corte marziale. Malgrado che Cromwell raccomandasse di perdonargli, fu giustiziato a Bolton il 15 ottobre. Uomo di grande nobiltà di carattere, Derby servì il re con lealtà disinteressata e senza secondi fini. Sposò Charlotte de la Trémoille, figlia di Claude, duca di Thouars, e pronipote di Guglielmo il Taciturno, principe d'Orange. Con James II (1664-1736), decimo conte, nipote del principe, la linea primogenita si estingue e il titolo passa a Edward (1689-1776), discendente da un fratello di Thomas II. Alcuni dei suoi successori ebbero gran parte nella vita politica inglese.
Bibl.: Dictionary of National Biography, e fonti ivi citate; Seacome, House of Stanley, Londra 1741; Spencer Walpole, The Land of Home rule, Londra 1893; A.W. More, History of the Isle of Man, Londra 1900; G.E. Cokayne, Complete Peerage, nuova ed., Londra 1920-21.