DERBY, Edward George Geoffrey Smith Stanley, 14° conte di
Uomo politico, nato a Knowsley (Lancashire) il 29 marzo 1799, morto ivi il 23 ottobre 1869. Nel 1820 fu eletto deputato whig per Stockbridge, quindi (1826) per Preston. Nel 1830 fu segretario per l'Irlanda nel ministero Grey, ed ebbe una violenta polemica con O' Connell. Accettò il progetto di riforma parlamentare del Grey, contribuendo a farlo approvare, e adottò misure utili per l'Irlanda, pur mantenendo l'ordine con severità. Trasferito al ministero delle Colonie nel 1833, fece approvare l'abolizione della schiavitù, si dimise nel 1834 e poco dopo passò ai conservatori. Con la morte del nonno, suo padre divenne conte di Derby ed egli lord Stanley. Nel 1841 tornò alle Colonie col ministero tory di Peel, e nel 1844 entrò nella camera dei lords col titolo di lord Stanley of Bickerstaffe. Alla morte del padre (1851), divenne 14° conte di Derby. Caduto nel 1852 il gabinetto Russell, succeduto nel 1845 a quello del Peel, il D. formò un ministero, dichiarandosi contrario all'avanzante democrazia; ma in seguito alle elezioni, riuscite sfavorevoli ai conservatori, il ministero si dimise il 16 dicembre. Nel 1858 tornò al potere con un ministero puramente conservatore il quale fece approvare l'abolizione delle limitazioni dei diritti degl'israeliti e il passaggio alla corona dell'amministrazione dei possedimenti indiani, che erano retti dalla Compagnia delle Indie. Sciolta però la Camera per cercare di rinforzare la sua debole posizione parlamentare, si trovò dopo le elezioni in minoranza e si dimise per dare luogo a un gabinetto Palmerston. Durante il periodo seguente si dedicò alla letteratura, pubblicando le Translations of Poems ancient and modern (1862) e poi la traduzione dell'Iliade (1864). Il D. aveva sempre criticato aspramente la condotta dell'Austria nei riguardi dell'Italia, stigmatizzandola come criminale. La soluzione da lui favorita per la questione italiana era la creazione di due regni, uno al nord e uno al sud, separati dallo Stato Pontificio. Disapprovò la cessione di Nizza e Savoia alla Francia, come violazione degl'impegni della Sardegna verso la Svizzera e come infrazione del diritto pubblico europeo. Nel 1866 fu di nuovo al potere con Disraeli, come cancelliere dello scacchiere, e fece approvare una legge sull'allargamento del suffragio nel 1867, pur dichiarandola "un salto nel buio". Nel 1868 lasciò la presidenza al Disraeli. Fu uno dei più grandi oratori parlamentari.
Bibl.: T. E. Kebbel, The Life of the Earl of Derby, Londra 1890; G. Saintsbury, The Earl of Derby, Londra 1906.