Deng Xiaoping
Politico cinese (Kuangan, Sichuan, 1904-Pechino 1997). Studiò a Parigi e a Mosca e fu commissario politico durante la cd. Lunga marcia (1934-35). Dopo la proclamazione della Repubblica popolare cinese (1949) ricoprì vari incarichi di carattere economico, militare e politico. Membro dell’Ufficio politico del PCC dal 1955, segretario del Comitato centrale dal 1953, durante la Rivoluzione culturale fu accusato di revisionismo e destituito. Assente dal 1967 dalla scena politica cinese, nel 1973 rientro nel Comitato centrale e nel 1974 nell’Ufficio politico, divenendo uno dei più stretti collaboratori del primo ministro Zhou Enlai. Vice primo ministro dal 1975, nuovamente criticato e destituito nell’aprile del 1976, dopo il cd. incidente della festa dei morti, fu poi definitivamente riabilitato e nel luglio del 1977 assunse contemporaneamente le cariche di vicepresidente del partito e della sua Commissione militare, vice primo ministro e capo di stato maggiore delle forze armate. Gli anni successivi videro una sempre più netta affermazione della sua linea pragmatica ed efficientista e un progressivo rafforzamento della sua posizione egemone nell’ambito del gruppo dirigente cinese. Nel 1978, in occasione del terzo plenum dell’undicesimo Comitato centrale (12-18 dic.), fu infatti lanciato il programma di riforme e aperture (gaige kaifang), che portò, fra l’altro, a un miglioramento dei rapporti con l’estero (D.X. fu anche il primo leader cinese a visitare gli Stati Uniti, nel 1979). Il programma di riforme economiche prevedeva un piano di riorganizzazione interna: le Quattro modernizzazioni (dell’agricoltura, dell’industria, della scienza e della tecnologia e del settore militare), che sviluppavano un progetto originariamente risalente a Zhou Enlai, includendo inizialmente anche una certa liberalizzazione politica. Nel 1980 lasciò le cariche di capo di stato maggiore e di vice primo ministro (quella di vicepresidente del PCC fu abolita nel 1982); D.X. fu presidente dal giugno 1981 al novembre 1989 della Commissione militare centrale del partito, dal sett. 1982 al nov. 1987 della sua Commissione centrale di controllo e dal giugno 1983 al marzo 1990 della Commissione militare centrale dello Stato, assumendo di fatto il ruolo di massima autorità del Paese, malgrado il suo ritiro nel novembre 1987 dall’Ufficio politico e dal Comitato centrale del PCC. Tale ruolo si manifestò anche successivamente, con l’avallo della svolta intransigente del giugno 1989, culminata nella repressione del 4 giugno a Pechino (la cd. strage di piazza Tian An Men). Nell’ambito della successiva ristrutturazione del gruppo dirigente promosse l’ascesa di Jiang Zemin, che lo sostituì alla presidenza della Commissione militare del partito nel 1989 e di quella centrale dello Stato nel 1990. Nonostante il ritiro dagli ultimi incarichi ufficiali, D.X. mantenne una profonda influenza sulla vita politica della Cina, promuovendo, nel 1992, il rilancio e il rafforzamento della linea di liberalizzazione economica.
Nasce a Kuangan, Sichuan
Commissario politico durante la Lunga marcia
Destituito durante la Rivoluzione culturale
Richiamato all’Ufficio politico, è uno dei più stretti collaboratori del primo ministro Zhou Enlai
Vicepresidente del partito, vice primo ministro e capo di stato maggiore delle forze armate
Primo leader cinese a visitare gli Stati Uniti
A capo del Paese, manterrà di fatto tale ruolo anche dopo il ritiro nel 1987 dall’Ufficio politico e dal Comitato centrale del PCC
Avalla la svolta repressiva culminata nel massacro di Tian An Men; sostiene l’ascesa di Jiang Zemin
Promuove la linea di liberalizzazione economica
Muore a Pechino