DENDERA (ar. Dandarah; A. T., 115)
Villaggio di scarsa importanza posto sulla riva occidentale del Nilo in faccia a Qenā da cui dista circa 6 km. Il villaggio è a 600 km. circa dal Cairo, presso le rovine dell'antica Τέντυρις (Τέντυρα), Tentyris. Il nome egizio fu Jewne e dall'appellativo Jewnet-t-entōre "Jewne della Dea" trassero origine le trascrizioni classiche e il copto Nitentōre. La dea di Denderȧ era quella della musica e dell'amore, Hathôr, identificata perciò con Afrodite. Come si vede dall'emblema del nomo ella vi aveva soppiantato un diococcodrillo e così bene che al tempo romano i suoi devoti erano segnalati quali nemici di questa bestia. Forse venne da Diospolis parva, dove si adorò un feticcio-sistro; uno dei figli attribuibile si chiama appunto Eḥe Suona-sistro", l'altro è Zem'tŏ'we "unitore dei due paesini della vicina Ḫe'-ṭej. Già nei Testi delle Piramidi la dea è detta "la Denderita", e "la principessa di Dendera". Fu la capitale del VI nomo dell'Alto Egitto e faceva parte della Tebaide. Vi fiorì l'industria tessile con il ben noto tentyriticum linum (Plin., Nat. Hist., XIX, 2). Il tempio principale, secondo le tradizioni, risalirebbe ai re predinastici e sarebbe stato ricostruito sotto la VI dinastia sull'antico piano da Mererīe Pjope I; ma di tali edifici, come di quelli della XII, della XVIII e XX dinastia, non iimangono tracce. Quanto si vede è del primo secolo (Tolomeo Neo Dioniso) e dell'impero romano. L'edificio, armonioso ed elegante, si compone d'un grande vestibolo in avancorpo, d'una sala ipostila su sei colonne fiancheggiata da magazzini, d'una sala delle offerte, d'una seconda immettente nel penetrale, ove stavano le barche sacre con le immagini divine. Sul corridoio circostante si aprono dodici camere adibite al culto o ai servizî di questo. Sotterra si sprofondano cripte dove si conservavano gli oggetti sacri dimessi. Dopo la spedizione di Napoleone il tempio divenne famoso per la scoperta dei due zodiaci (uno trasferito nel 1820 al museo del Louvre in Parigi) ove i segni greci erano uniti alle costellazioni egiziane. Con la lettura dei geroglifici fu chiaro che questi zodiaci non risalgono a tempi remoti; ma uno è in relazione con la nascita di Cesarione (47 a. C.), l'altro data dal regno di Tiberio (32-37 d. C.). Avanti al tempio, presso una chiesa copta, sono due "Case delle nascite", adibite al culto dei figli della dea. Quella eretta da Nektanebos I è dedicata al dio Ehe; l'altra da Augusto, al dio Zem'-tŏ'we. Dietro il tempio principale ve n'è uno minore sacro alla dea Isis.
Bibl.: Baraize, Rapport sur la mise en place d'un moulage du zodiaque de Dendérah, in Annales du Service, XX (1920), p. 1 segg.; J. Dümichen, Baugeschichte des Benderatempels, Strasburgo 1877; id., Bauurkunde der Tempelanlagen von Dendera, Lipsia 1865; A. Mariette, Dendérah. Description générale du grand temple de cette ville, Parigi 1880; F. Petrie, Dendereh, 1898 (XVII Memoir of the Egypt Exploration Fund), Londra 1898.