DEMONTE (A. T., 24-25-26)
Cittadina del Piemonte (provincia di Cuneo), a 778 m. s. m., allo sbocco del vallone dell'Arma nella valle dello Stura di Demonte (Tanaro), con 1436 ab.; il suo comune ne ha 3801: notevole l'emigrazione temporanea (popolazione legale: 5811 ab.). È il centro più importante della valle della Stura di Demonte, che conduce al passo dell'Argentera; ha l'aspetto di una cittadina moderna con belle vie, piazze e qualche edificio notevole (il palazzo Borelli, il collegio, alcune chiese, ecc.). Nel territorio del comune (127,28 kmq.) fiorente è in particolar modo l'allevamento del bestiame. L'industria è rappresentata da cave di calce, gesso, ardesie e pietre da taglio, filande e piccole officine meccaniche. Esistono giacimenti d'antracite.
Nel Medioevo il centro, forse di origine romana (come farebbero pensare numerose lapidi ivi rinvenute), appartenne al marchesato di Saluzzo, e poi, nel 1250, ai conti di Provenza, ai quali fu tolto nel 1316 da Filippo d'Acaia, ritornando, dopo varie vicende, alla casa di Saluzzo, spenta la quale passò alla casa di Savoia. Nel 1588 Carlo Emanuele I eresse sul monte Podio una fortezza, che nel 1774 fu presa dai Gallo-Ispani che si ritiravano dal fallito assedio di Cuneo: in quell'occasione furono abbattute le fortificazioni che cingevano Demonte.
Bibl.: G. Jervis, Cenni geologici sulle montagne poste in prossimità al giacimento di antracite di Demonte, Torino 1873.