DEMOGRAFIA (XII, p. 599)
Evoluzione recente della demografia. - Nel corso del duplice processo d'integrazione e di specializzazione che caratterizza lo sviluppo di tutte le discipline scientifiche, la d. ha subìto una notevole trasformazione, che si è particolarmente accentuata nell'ultimo cinquantennio, anche e soprattutto in conseguenza della sempre maggiore disponibilità di dati statistici relativi ai diversi fenomeni che interessano la vita delle popolazioni. Da questo processo di specializzazione sono derivati alla d. limiti notevoli circa il campo d'indagine, che deve ritenersi oggi circoscritto all'analisi delle caratteristiche di struttura dei gruppi umani e ai fenomeni dinamici (movimento naturale e movimento migratorio) che concorrono a mutarne la consistenza e la fisionomia strutturale. Se, però, la d. ha dovuto circoscrivere il suo campo di studio, il parallelo processo d'integrazione tra le varie discipline ha permesso di arricchire e approfondire le ricerche demografiche intese a individuare le uniformità ricorrenti nell'evoluzione dei varî gruppi umani. Si sono, così, sviluppate le indagini per la scoperta delle leggi di evoluzione della fecondità e della mortalità, ai fini dell'identificazione di modelli di sviluppo da impiegare quali termini di riferimento per una migliore analisi dell'andamento di tali fenomeni nelle popolazioni concrete; si sono anche, parallelamente, moltiplicate le ricerche di d. differenziale, intese a individuare le relazioni tra fattori demografici e fattori biologici da una parte e tra fattori demografici e fattori sociali dall'altra. Nell'ambito, poi, delle teorie della popolazione, va ricordato il tentativo, del tutto nuovo, di C. Gini di considerare le diverse, e talora apparentemente antitetiche, concezioni di evoluzione demografica in un più ampio quadro, nel quale ciascuna di esse possa trovare il suo posto quale interpretazione parziale o contingente di una realtà multiforme e mutevole.
Le previsioni demografiche. - I metodi di previsione demografica sono molteplici, ma possono ricondursi a tre categorie fondamentali, entro le quali trovano posto tutti quelli praticamente impiegati e che corrispondono a tre diversi criterî: a) extrapolazione dell'ammontare complessivo della popolazione; b) extrapolazione delle serie temporali delle nascite e delle morti; c) determinazione della popolazione futura in base all'andamento della fecondità e della mortalità.
a) In base al primo criterio, si prescinde dall'intensità delle singole componenti che determinano l'ammontare della popolazione e si fissa l'attenzione su quest'ultimo, ossia sulla risultante. In tal caso, si tratta di scegliere una funzione matematica che risulti atta a rappresentare l'andamento passato; interpolando tra i dati noti la curva corrispondente e prolungandola oltre l'intervallo al quale i dati si riferiscono (extrapolazione), si ottengono i valori teorici cercati. La scelta della funzione interpolatrice è, evidentemente, arbitraria. Le ipotesi più semplici che possono farsi sono quelle dello sviluppo della popolazione secondo una progressione aritmetica (nel qual caso la funzione interpolatrice sarà una retta) o secondo una progressione geometrica (curva esponenziale). Un tipo di curva che in alcuni casi si adatta sufficientemente bene a descrivere lo sviluppo delle popolazioni è anche la curva logistica, che viene spesso impiegata a tal fine e la cui equazione è:
dove Pt è la popolazione al tempo t, e rappresenta la base dei logaritmi naturali, A, C e α sono costanti da determinarsi.
b) In base al secondo criterio, si parte dalle serie storiche delle cure assolute delle nascite e delle morti (ed eventualmente dei movimenti migratorî), le quali vengono interpolate separatamente (con una retta o con una curva esponenziale) ottenendo così, per extrapolazione, l'ammontare futuro delle nascite e delle morti (eventualmente delle emigrazioni e delle immigrazioni), dati dai quali si ricava per deduzione aritmetica l'ammontare della popolazione. Come il precedente, il criterio b) è piuttosto grossolano e non consente - tra l'altro - di determinare la composizione per età della popolazione futura. Occorre richiamare l'attenzione sul fatto che col criterio b) è possibile prescindere dai movimenti migratorî e fare la previsione sulla sola base del movimento naturale, il che può rappresentare un vantaggio, essendo i movimenti migratori legati prevalentemente a fattori economici e politici e pertanto soggetti a brusche e intense variazioni, tanto che si preferisce - nelle previsioni demografiche - prescinderne, apportando poi eventualmente ai risultati ottenuti correzioni adeguate alle ipotesi più plausibili sulla loro intensità futura.
c) Il terzo criterio è il più corretto e consiste nel calcolare la consistenza della popolazione futura delle singoli classi di età applicando alla popolazione censita delle varie età i coefficienti di eliminazione desunti dalle tavole di mortalità e determinando l'ammontare delle classi di età che saranno formate dai futuri contingenti di nati, in base ai quozienti specifici di fecondità attuali. Così operando, si ammette che le probabilità di morte e la fecondità specifica rimangano invariate nel tempo. Per ovviare agli inconvenienti derivanti da un'ipotesi che - nella maggior parte dei casi - è chiaramente irreale (specie per previsioni a lunga scadenza), si possono utilizzare, anziché le probabilità di morte e i quozienti di fecondità specifica attuali, dei quozienti di mortalità e di fecondità teorici, ottenuti con procedimenti extrapolatorî sulle serie temporali dei quozienti passati ovvero assunti in base a determinate ipotesi, che tengano conto - cioè - delle tendenze in atto o che rispondano a presunte tendenze del loro futuro evolversi. Si possono, così, ipotizzare: fecondità e mortalità stazionarie, fecondità decrescente e mortalità decrescente, fecondità decrescente e mortalità stazionaria, ecc., ossia si possono opportunamente combinare le ipotesi relative all'andamento della fecondità e della mortalità nei modi che - in base alla dinamica passata o in base ad altre considerazioni - si ritengono più plausibili. Questo terzo criterio comporta calcoli assai laboriosi, ma è certo il più razionale. Esso prescinde, come il criterio b), dai movimenti migratorî (per tener conto dei quali si possono eventualmente apportare correzioni ai risultati), ma ha il vantaggio rispetto ai criterî a) e b) di fornire non solo l'ammontare della popolazione futura; ma anche la sua composizione per sesso e per età.
Bibl.: L. Livi, Trattato di demografia, Padova, I, 1940, II, 1941; C. Gini, Teorie della popolazione, Roma 1945; P. Luzzatto-Fegiz, Statistica demografica ed economica, 2ª ed., Milano 1951; A. Sauvy, Théorie générale de la population. I: Économie et population, Parigi 1952; II: Biologie sociale, ivi 1954; M. Boldrini, Demografia, Milano 1956; United Nations, Methods for population projections by sex and age, in Population Studies, n. 25, New York 1956.