Demetrio
Monarca ellenistico di Siria, della dinastia dei Seleucidi, regnò dal 162 al 150 a.C. Tra rivolte e intrighi tentò di realizzare la totale ellenizzazione dei propri domini, incontrando però la strenua opposizione degli Ebrei di Palestina, già ribelli - sotto la guida di Giuda Maccabeo e dei suoi fratelli - ad analoghi tentativi dei suoi predecessori.
Nonostante la sua energia e una certa abilità politica, che gli avevano del resto destato contro il sospetto e l'ostilità del re d'Egitto e dello stesso senato romano, dovette infine soccombere all'usurpatore Alessandro Balas, che i nemici esterni gli avevano suscitato contro. I suoi difficili rapporti con gli Ebrei sono documentati dal I libro dei Maccabei, ove si narra fra l'altro come egli, per domare l'opposizione nazionale capeggiata da Giuda Maccabeo, appoggiasse il partito filellenico i cui membri sono descritti come " viri iniqui et impii " sobillati da " Alcimus... qui volebat fieri sacerdos ": Demetrio infatti impose l'elezione illegittima di Alcimo a sommo sacerdote, con un'ingerenza negli affari interni e nella vita religiosa del popolo d'Israele, donde seguirono lungamente torbidi e sventure (I Machab. 7 ss.).
L'episodio è riferito nell'Epistola XI, a rimprovero e ad ammonimento dei cardinali riuniti in conclave a Carpentras per eleggere il successore di Clemente V: D. infatti ricorda loro che già nell'elezione di quel pontefice essi avevano consentito in Alcimum cum Demetrio (§ 8). L'espressione sottolinea una stretta analogia tra l'operato di Demetrio e le pressioni esercitate da Filippo IV il Bello perché fosse scelto, com'era avvenuto, un papa a lui sottomesso, nuovo Alcimo alla cui elezione i membri del conclave si erano piegati come i " viri iniqui et impii " della Scrittura.