DEMETRIO I re di Siria, detto Sotere
Il padre seleuco IV lo inviò nel 175 a. C. a Roma, come ostaggio, invece di Antioco fratello di Seleuco, che alla morte gli successe col titolo di Antioco IV Epifane. D. rimase in Roma, non solo durante il regno di questo, ma anche quando prese a regnare Antioco V Eupatore: il Senato romano s'era opposto al suo ritorno nel regno. Ma quando l'uccisione del legato Gneo Ottavio alienò da Antioco V e dal suo tutore Lisia l'animo dei Romani, D. partì da Roma, sbarcò con poche forze a Tripoli, s'impadronì di Antiochia e fece uccidere Eupatore e Lisia (162 a. C.). Vinse Timarco, già satrapo della Babilonia, il quale s'era reso indipendente, e intervenne efficacemente a reprimere la rivolta giudaica, il cui capo Giuda Maccabeo cadde combattendo, come pure nelle cose della Cappadocia, facendo trionfare Oroferne, che gli era devoto, sopra Ariarate V. Sorto un pretendente nella persona di Alessandro Bala, questi fu aiutato e riconosciuto re di Siria dai sovrani confinanti e dal Senato romano. Nella guerra che seguì D. cadde combattendo valorosamente (150).
Bibl.: Bouché-Leclercq, Histoire des Séleucides, I, Parigi 1914, p. 316 seg.; Willrich, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, col. 2795 segg.