GUNARIS, Demetrio (Γούναρης, Δημήτριος)
Uomo politico greco, nato a Patrasso riel 1866, morto il 28 novembre 1922. Compiuti gli studî in Germania, fu eloquentissimo avvocato. Partigiano di Trikoúpē, nel 1902, nel 1906 e nel 1912 fu deputato alla Camera; nel 1907, per breve tempo, ministro. Durante la grave crisi interna della Grecia, determinata dalla guerra mondiale, caduto Venizelos (1915), G. assunse la presidenza del Consiglio.
Fra lui, capo riconosciuto del partito costantinista, e Venizelos, partigiano dell'Intesa, la lotta fu violenta. Dopo la seconda caduta di Venizelos (1916), G. assunse il portafoglio degl'Interni. Costretto poco dopo all'esilio, nel 1920 G., caduto Venizelos dal potere, riprese la sua attività. Il 5 dicembre un plebiscito richiamò Costantino, il quale nel gennaio 1921 aprì la nuova Camera con un gabinetto Rállēs in cui G. assunse il portafoglio della Guerra. Dopo D. Rállēs e N. Kalogerópoulos, G. fu nominato alla presidenza (7 aprile 1921). Fu il periodo più critico della guerra greco-turca: la seconda offensiva ellenica (23 marzo) era paralizzata da disastri militari e il 9 settembre la situazione dei Greci era insostenibile. G. che aveva accusato Venizelos di voler consegnare la Grecia agli stranieri, tentò, durante questo periodo, di riacquistare le simpatie e l'appoggio dell'Intesa; ma il ritorno di Costantino rese vani i suoi sforzi. La sola Inghilterra, e indirettamente, continuò ad appoggiare la Grecia. La latta fra i partiti greci continuò implacabile, tanto che G. fu costretto a cedere due volte la presidenza a N. Stratos e finalmente tutt'e due entrarono in un gabinetto presieduto da P. Protopapadákēs (11 maggio 1922). I tentativi dell'Intesa di evitare una disfatta irreparabile dell'esercito greco non riuscirono; e poiché i Greci decisero di assalire Costantinopoli, e proclamarono sulle coste dell'Asia Minore uno stato ionio indipendente, Mustafà Kemal assalì le truppe greche, sbaragliandole completamente.
Il governo rassegnò le dimissioni e gli successe un gabinetto Triantafyllákēs. Il 26 settembre, in seguito a insurrezioni di truppe, fu proclamata la legge marziale, e il colonnello Gonatãs, capo del comitato rivoluzionario costituitosi a Mitilene, si recò immediatamente in Atene e impose lo scioglimento della Camera e l'abdicazione del re, il quale il giorno dopo rinunziò al trono a favore di suo figlio Giorgio. Il 28 settembre le truppe rivoluzionarie entrarono fra indescrivibile entusiasmo nella capitale, e G. assieme con altri ritenuti responsabili furono arrestati. Dopo un lungo processo, G. e altri cinque accusati, quali responsabili della disfatta, furono condannati a morte e immediatamente fucilati.