DEMARATO (Δημάρατος, Demarātus) di Sparta
Re spartano, figlio di Aristone, della dinastia degli Euripontidi; cominciò a regnare tra il 520 e il 510 a. C. forse più vicino a questo termine. Di lui si segnala una vittoria olimpica, l'unica che sia stata riportata da un re spartano. La tradizione alquanto recente, secondo la quale avrebbe combattuto insieme con Cleomene contro gli Argivi verso il 494, non merita alcuna fede. Insieme con Cleomene intraprese la marcia contro i democratici ateniesi che avevano cacciato Isagora, ma giunto ad Eleusi si rifiutò di andare avanti, seguendo l'esempio dei Corinzî che non si vollero prestare a instaurare un governo sgradito agli Ateniesi. Questo fu il principio dell'odio di Cleomene verso D., rincalzato dall'ostacolo opposto da D. a lui quando voleva procedere contro gli Egineti che avevano dato terra e acqua al re di Persia. Cleomene profittò dell'ambizione unita al risentimento di Leotichide, uno degli Euripontidi collaterali. Si esumò una pretesa affermazione del padre Aristone, che D. non era figlio suo, essendogli nato sette mesi dopo il matrimonio con la consorte che era stata già moglie d'un altro. Non è improbabile che D. fosse indiziato di medismo: fatto è che fu deposto, rimase per qualche tempo in patria, e gli fu conferito un ufficio nelle ginnopedie. Poi sotto il pretesto di andare a consultare l'oracolo delfico, si portò nell'Elide, quindi a Zacinto donde fuggì presso Dario, che l'accolse e gli donò Pergamo, Teutrania, Alisarma, Gambrio nella Misia; al tempo della spedizione di Tibrone in Asia nel 399, regnavano quivi Euristene e Procle, suoi discendenti. D. accompagnò Serse nella spedizione contro la Grecia, ma rimase fedele al re che l'aveva beneficato.
Bibl.: Homolle, in Bulletin de corresp. Hell., XX (1896), p. 505 seg.; L. Pareti, in Atti dell'Accademia di Torino, XLVI (1911), p. 615 segg.; J. Beloch, Griech. Gesch., 2ª ed., I, ii, pp. 184, 263; id., in Hermes, XXIV (1899), p. 429; Kirchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, coll. 2029-2030.