DELLA VALLE
. Famiglia romana d'origine molto antica, che pervenne a grande notorietà e importanza verso la seconda metà del sec. XV, allorché le lotte fra le fazioni erano vivissime. Nemici acerrimi dei D. V. erano i Santacroce di parte Orsina; di conseguenza i D. V. divennero tra i più validi sostenitori dei Colonna. Per diversi secoli essi ebbero le loro abitazioni nel rione di Sant'Eustachio, dove il card. Andrea edificò il famoso palazzo D. V., che diede il nome, ancor oggi conservato, alla chiesa di S. Andrea e al teatro, che si trovano nelle immediate vicinanze. Di questa famiglia, oltre Pietro (v.), i più degni di nota sono: Paolo, medico che salì in grande considerazione, tanto da essere consultato da Alessandro V e da Martino V. Fu uno dei riformatori dello Studio romano, e morì nel 1440 cancelliere perpetuo di Roma. Fu sepolto nella chiesa di S. Maria d'Aracoeli, secondo la tradizione della famiglia. Niccolò, figlio di Lelio, avvocato concistoriale e nipote del precedente, salì a grande fama come umanista sotto il pontificato di Pio II. Dottissimo nella lingua greca, tradusse Esiodo e aveva già cominciato a tradurre l'Iliade, allorché fu colto da morte immatura (aveva appena 21 anni) nel 1473. Andrea, il più famoso rappresentante di questa famiglia, vescovo di Crotone, poi di Mileto, fu creato cardinale da Leone X: questo papa e poi Clemente VII gli affidarono importanti incarichi e benefizî. Fu intermediario nelle controversie tra Clemente VII e i Colonnesi, ed ebbe parte cospicua anche nella lotta tra questo pontefice e Carlo V; nel sacco di Roma nel 1827, benché parteggiasse per l'imperatore, fu costretto ad abbandonare il proprio palazzo e a pagare una grossa taglia. Morì nel 1534
Bibl.: Su Paolo e Niccolò, cfr. L. Pastor, Storia dei papi (trad. Mercati), Roma 1911, II, p. 28; Renazzi, Storia dell'Università di Roma, Roma 1803, I, pp. 120 e 189; su Andrea, cfr. L. Cardella, Memorie storiche dei cardinali della Santa Romana Chiesa, Roma 1792 segg., IV, p. 20.