DELLA TORRE, Giacomo Antonio
Naque nei primi anni del sec. XV. Non si hanno di lui notizie certe fino all'elezione al seggio vescovile di Reggio.
Secondo il Litta sarebbe figlio di Giacomo dei Torriani di Valsassina, e di Dorotea Trivulzio, nato in Friuli forse a Castelluto, dove un ramo dei Torriani si era rifugiato dopo la cacciata dalla città. Tale opinione non è condivisa dall'Ughelli e dal Tiraboschi, che gli attribuiscono bassi natali; il secondo, in particolare, appoggiandosi alla notizia dell'abate Marini, gli dà il cognome de' Masolini e ne colloca la nascita nel Modenese. Il Vedriani, invece, lo fa discendere dai Torriani di Milano, attraverso il casato dei Torri di Modena.
Già sacerdote e cavaliere gerosolomitano, nel 1439 venne creato vescovo di Reggio da Eugenio IV, per passare nel 1444 al seggio di Modena, di cui prese possesso l'anno seguente. Sull'esercizio pastorale, tuttavia, ebbe la prevalenza l'attività diplomatica: nel 1448 troviamo il D. impegnato a negoziare la pace con Alfonso d'Aragona per parte dei cittadini di Volterra, e successivamentee, insieme a Capriano, vescovo di Mantova, ad arbitrare una questione sorta fra i Reggiani e Francesco e Giorgio Gonzaga circa i confini di Bagnolo e Novellara. In questo periodo egli era legalo alla corte di Ferrara, città nella quale nel 1449 acquistò palazzo Schifanoia insieme ai fratelli Luca e Giovanni Francesco. Fu consigliere successivamente di Niccolò III, Leonello e Borso d'Este e di lui si valse Francesco Sforza nei suoi rapporti con gli Estensi. Nel 1457 il D. passò ai diretti servigi dello Sforza, che lo nominò consigliere segreto e nel 1463, per averlo nei propri domini, ottenne per lui il seggio di Parma.
A Parma, tuttavia, egli risiedette ben poco: sua sede abituale era Milano, mentre la cura della diocesi era affidata al suo vicario, Lodovico Avinastri da Cremona. Lo tenevano lontano dalla sede vescovile le missioni svolte per il duca di Milano: nel 1464 partecipò all'ambasceria milanese inviata a Roma a rendere omaggio al nuovo papa, Paolo II; nel 1465 era tra i firmatari del trattato fra Milano e Genova; nel 1467 prendeva parte come testimone alla ratifica dell'alleanza fra Napoli, Milano e Firenze; nel 1471 era di nuovo a Roma, con i fratelli del duca di Milano, in occasione dell'elezione al soglio pontificio di Sisto IV.
Impegnato negli affari dello Stato milanese, non partecipò al sinodo diocesano tenutosi a Parma nel 1466, presieduto in sua vece dal vescovo suffraganeo civitatense, Agostino. La permanenza del D. al seggio di Parma fu contrassegnata, come già era stato per il suo predecessore Delfino da Pergola, dalle dispute con il clero della diocesi: nel 1470 la chiesa del Borgo rinnovò al papa la richiesta, già avanzata al tempo di Delfino, di essere sottratta alla soggezione al vescovo di Parma, mentre dal 1469 era in corso una disputa con il clero parmense, che si rifiutava di versargli la somma di denaro richiesta per la dimora alla corte di Milano, perché ritenuta eccessiva. Il D. ottenne dal duca di Milano l'imprigionamento e poi l'allontanamento da Parma di Iacopo Caviceo, che si era messo a capo dell'opposizione al vescovo, ma questo non valse certamente a migliorare i rapporti fra il D. ed il clero della sua diocesi. Intervenne persino la beata Simona Cantulli a predire la fuga del D. dalla città; questi la fece imprigionare sotto l'accusa di magia, ma fu poi costretto a liberarla.
Nel 1473, infine, il D. chiese e ottenne il passaggio alla sede vescovile di Cremona, pur continuando a reggere la diocesi di Parma fino al 1476 come vicario generale. Morì a Cremona nel 1486; è sepolto in S. Maria delle Grazie, ove il fratello Giovanni Francesco gli fece erigere un monumento sepolcrale, opera, forse, di Francesco e Tommaso Cazzaniga.
Bibl.: L. Vedriani, Catal. de' vescovi modenesi, Modena 1669, pp. 80 ss.; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, II,Venezia 1717, col. 132, III, ibid. 1718, col. 613; G. Tiraboschi, Mem. storiche modenesi, Modena 1744, IV, pp. 72 s.; Ph. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, Mediolani 1745, II, coll. 1543 s.; G. Marini, Archiatri pontifici, Roma 1784, II, p. 329; A. Pezzana, Storia della città di Parma, Parma 1847, pp. III, 209, 235, 239, 269, 351-57; G. Panciroli, Storia della città di Reggio, Reggio 1848, III, pp. 43, 47; G. M. Allodi, Serie cronol. dei vescovi di Parma, Parma 1856, pp. 191-97; P. Litta, Le fam. celebri ital., sub voce Torriani di Valsassina, tav. V.