DELLA GHERARDESCA, Tommaso Bonaventura
Nacque a Firenze il 14 luglio 1654, secondogenito del conte Guido e di Laura di Tommaso Guadagni.
Il D. si laureò in utroque iure nell'università di Pisa il 18 maggio 1679, dopo un periodo di studi trascorso nel collegio dei gesuiti di Firenze, dove, ricorderà Giovanni Lami nel 1742, ebbe compagni Anton Maria Salvini e Benedetto Averani. Il 17 luglio del 1679 ottenne un canonicato nella metropolitana fiorentina e il 19 sett. 1682 fu promosso al presbiterato. Dal 1691 assunse la carica di auditore nel tribunale della nunziatura apostolica di Firenze e tra il 1697 e il 1698 svolse le funzioni di nunzio ad interim.
Queste cariche concessegli anche tenendo conto del corso dei suoi studi, oltre che delle relazioni della sua famiglia con personaggi di rilievo nella Curia romana, gli aprirono la strada nel vicariato dell'arcidiocesi fiorentina. Per istanza dello stesso Cosimo III, Clemente XI lo promosse al vescovado di Fiesole il 4 marzo 1702 dopo la morte di mons. Filippo Neri Altoviti. Nei soli otto mesi trascorsi nella diocesi fiesolana, il D. fece un'accurata visita pastorale, preoccupandosi per prima cosa di venire a conoscenza delle manchevolezze degli ecclesiastici, che in qualunque maniera avessero disatteso il loro ministero.
Nel frattempo moriva mons. Leone Strozzi, da appena tre anni arcivescovo di Firenze, lasciando una diocesi che per un lungo periodo non era stata guidata assiduamente, se si esclude la parentesi tra il 1683 e il 1699 quando fu arcivescovo il barnabita milanese lacopo Antonio Morigia. Il desiderio di una figura carismatica di pastore era, perciò, assai vivo nella coscienza religiosa dei Fiorentini e l'elezione del D., avvenuta il 12 nov. 1703, fu accolta subito con favore non solo dal popolo e dai nobili che lo acclamarono come un novello s. Antonino, ma dallo stesso Cosimo col quale il D. stabilì un'intesa abbastanza profonda sul piano devozionale.
Segno di questa intesa la diffusione di antichi culti di santi e martiri, la promozione della missione dei padri gesuiti Paolo Segneri ir. e Ignazio Costanzo in occasione dell'esposizione fatta a Firenze il 23 maggio 1711 della Vergine dell'Impruneta, la riapertura della Congregazione della Concezione in via de' Servi l'8 dic. 1708, la consacrazione di conventi e chiese, tra cui particolarmente solenne quella di S. Lorenzo il 23 ott. 1712.
Sarebbe tuttavia errato circoscrivere nell'ambito della vita religiosa cittadina, spesso dominata dall'iniziativa di Cosimo, l'azione pastorale del D., che a partire dal 1704 instaurò un esteso carteggio con eminenti prelati di varie città italiane, molti dei quali ricoprivano importanti cariche nella Curia romana. La sua attenzione, costantemente rivolta alla moralità ed educazione del clero, si coronò, dopo gli insuccessi dei predecessori Morigia e Strozzi, il 4 nov. 1712 con l'apertura del seminario fiorentino.
Questo risultato, il più importante raggiunto dal D. nei dicotto anni trascorsi nell'arcidiocesi fiorentina, ottemperava tardivamente alle disposizioni del concilio tridentino. I motivi più volte addotti erano quelli della scarsezza dei benefici semplici da tassare per finanziare la costruzione e il mantenimento del seminario. In realtà motivi di ostacolo si erano rivelati da un lato le pretese di ingerenza di Cosimo III, che in nome della "pia liberalità del Principe" voleva in cambio il diritto di scegliere parte degli alunni del seminario, nonché rettori e maestri; dall'altro l'entrata in gioco di antichi privilegi e consuetudini, che per secoli avevano tenuto in vita presso la metropolitana fiorentina la cosiddetta Scuola del duomo, o collegio "Eugeniano" fondato a metà del sec. XV da papa Eugenio IV. I chierici destinati al servizio della cattedrale potevano dopo nove anni, mero "titulo servitutis conseguire gli ordini sacri.
Consapevole di queste difficoltà, che testimoniano ancora una volta del non pacifico svolgersi del processo controriformistico, ma anche di un rapporto non poi così scontato tra la curia arcivescovile e il governo mediceo, il D. contribuì con uno sborso cospicuo di fondi personali alla costruzione del seminario fiorentino che, con le cinque cattedre di grammatica, retorica, filosofia, teologia morale e dogmatica, costituì nel progetto di riforma del clero non solo un punto d'arrivo, ma una tappa per chi volesse continuare gli studi, come nel caso del teologo Francesco Poggini, amico del Bottari e del cardinale Neri Corsini, inviato a Roma a spese dello stesso D. perché perfezionasse i suoi studi superiori.
Così, cominciata e maturata nel clima fluido del primo Settecento, tra i compromessi giurisdizionalistici e gli slanci devozionali di Cosimo III, le tendenze ginasenistiche e la cultura giuridica del nascente ceto riformatore toscano, si concludeva l'opera del D., che, senza raggiungere la personalità di un Incontri, aveva costituito una presenza attiva e costante nell'arcidiocesi fiorentina, uniformandosi alla più sentita tradizione borromaica.Dopo una lunga malattia morì a Firene il 21 sett. 1721 e fu con solenni esequie seppellito nel duomo.
Del D. rimangono, a stampa: Synodus Florentina habita anno 1710, Florentiae 1711; Documenti e sommario di tutte le cappelle tassate dall'illustrissimo e reverendissimo mons. Alessandro Marzi Medici arcivescovo fiorentino ed esecutore apostolico, riviste nella maggior parte da mons. ill.mo e rev.mo Della Gherardesca suo successore nel predetto arcivescovado, Firenze 1720; Prospetto, ovvero disegno dell'unione che parrebbe potersi fare fra il Collegio Eugeniano e il seminario fiorentino, quando sarà compiuta un'abitazione capace e proporzionata alla buona educazione di copioso numero di chierici secolari, Lucca 1721; inediti invece: Proposizione per erigersi il seminario de' chierici della Chiesa Fiorentina, in Archivio di Stato di Firenze, Miscellanea Medicea, f.331 /20, Lettere di M. T. D. arcivescovo di Firenze, ibid., f.37/1-50; Lettere di mons. Tommaso Della Gherardesca al cav. Benedetto Lanfranchi Lanfreducci, in Archivio di Stato di Pisa, Fondo Upezzinghi, Deposito Rasponi, n. 51 (G).
Fonti e Bibl.: Firenze, Archivio dell'Opera di S. Maria del Fiore, Registri battesimali, Maschi, 14 luglio 1654; Arch. di Stato di Firenze, Archivio, Della Gherardesca;Firenze, Biblioteca Riccardiana, Mss. Lami, 3808: G. Lami, Diario storico fiorentino (1611-1757), cc. 85, 94, 113, 115, 136; Ibid., Biblioteca Marucelliana, ms. A. 135.41: Libro di ricordi del canonico cav. Folco Anton M. Portinari cominciato l'anno del Santo Giubileo 1° genn. 1700; Ibid., Biblioteca Moreniana, Mss. Moreni, 200: D. Moreni, Notizie dei rettori... I, c.197; L. G. Cerracchini, Cronologia sacra de' vescovi e arcivescovi di Firenze, Firenze 1716, pp. 249-256; Id., Relazione dell'ultima infermità, morte, funerale e sepoltura dell'ill.mo e rev.mo monsig. T. B. de' conti D. XXIII arcivescovo di Firenze..., coll'orazione funerale detta in lode del medesimo nel Duomo di Firenze l'anno 1721, Firenze 1721; G. Sabbatini, Delle lodi di mons. T. B. de' conti D. arcivescovo di Firenze. Orazione funebre, Firenze 1721; L. G. Cerracchini, Fasti teologali, ovvero notizie istoriche del Collegio de' teologi della Sacra Università Fiorentina dalla sua fondazione fino all'anno 1738, Firenze 1738, pp.626 s.; G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri..., Firenze 1754, I, pp. 48, 187, 284; II, pp. 47, 300; V, p. 281; VI, p. 171; VII, p. 218; VIII, p. 275; X, pp. 343 ss.; G. Larni, Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta, Florentiae 1758, I, pp. 27, 148; II, pp. 712, 938; Delizie degli eruditi toscani, XIX (1785), p. LXIX; D. Moreni, Bibliografia storico ragionata della Toscana, Bologna 1805, I, pp. 4, 53, 247, 421, 454; II, pp. 247, 273 s., 278; M. Lastri, L'osservatore fiorentino sugli edifizi della sua patria, Firenze 1821, III, pp. 48-53. E Sanesi, Il seminario fiorentino, Firenze 1913, pp. 12-31; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, V,Patavii 1952, pp. 201, 203.