DELLA CHIESA
Pittori attivi a Lodi e nella certosa di Pavia durante l'ultimo decennio del secolo XV e i primi due decenni del seguente.
Nei libri dei conti della Incoronata di Lodi, che servirono da fonte al Cernuscolo (1642), i due D., Giovanni e suo figlio Matteo, sono indicati - in diverse occasioni - come "pittori pavesi"; forse Giovanni si trasferì da Pavia a Lodi da giovane, dato che R. Maiocchi nelle sue ricerche nell'archivio di Pavia (Codice diplomatico artistico..., II, Pavia 1949, pp. 25 s.) non trovò riferimento diretto ai Della Chiesa.
Giovanni è nominato per la prima volta come pittore nel 1493 quando ricevette pagamenti per la decorazione di parte dell'interno della cupola dell'Incoronata di Lodi. Nello stesso anno dipinse "l'effigie di N.S. sotto il portico" (Cernuscolo, 1642, f. 6v), dipinto che è stato identificato con la Madonna con Bambino, affresco staccato, oggi sotto l'organo sulla parete di sinistra presso la porta che introduce alla sacrestia (Novasconi, 1974, p. 238). Anche un secondo affresco della Madonna con Bambino, staccato più recentemente dalla parete del portico esterno e oggi nel Museo civico (n. 8), è stato attribuito ipoteticamente (Sciolla, 1977, p. 4) ai Della Chiesa.
Nel 1493 Giovanni dipinse l'Incoronazione della Vergine nel vestibolo della chiesa; questo affresco, oggi perduto, era appena visibile alla fine del secolo scorso (Caffi, 1878, p. 12). Il 25 febbr. 1494 Giovanni e Matteo si impegnarono, con contratto, a decorare quattro delle logge superiori dell'Incoronata dietro compenso di L. 400. Lo stesso giorno ad un altro pittore locale, Gerolamo Melegolo, venivano affidate le rimanenti quattro logge (ibid.). Questi affreschi vennero distrutti quando la chiesa fu ridecorata dopo il 1530. Nel 1500 i fabbricieri della Incoronata pagarono a Matteo lavori fatti nella volta della piccola cappella dell'organo oltre che gli sportelli dipinti del l'organo stesso (Cernuscolo, 1642, f. 8r); Matteo dipinse a fresco anche le pareti della cappella (cfr. Novasconi, 1974, pp. 27, 230 per un frammento rinvenuto dietro l'organo). Intorno agli stessi anni (1495-1500) Matteo e Giovanni decorarono la volta della cantoria e la cappella di S. Giovanni Battista. Questi ultimi affreschi furono ridipinti durante la nuova decorazione della chiesa ad opera della famiglia Piazza dopo il 1530; furono staccati durante il restauro del 1913 e sono ora nel Museo civico (nn. 14-21). Alcuni frammenti di affreschi simili, eseguiti nella cappella di S. Anna (oggi di S. Paolo), sono stati anche attribuiti ai D. (Mazzini, 1965, p. 487); ridipinti come gli altri negli anni dopo il 1530, sono conservati nel Museo civico (nn. 11-13): sono più rozzi di quelli della cappella del Battista, e pertanto ne e stata anche ipotizzata l'attribuzione al Melegolo (Novasconi, 1974, p. 226), del quale si sa soltanto che lavorò nella chiesa nel 1494 e che era cognato di Ambrogio Bergognone (cfr. Arch. di Stato di Milano, Notarile, Not. Antonio Biraghi, f. 2093, 28 sett. 1506).
Non esistono altre opere documentate dei D. all'infuori di quelle dell'Incoronata di Lodi. Secondo Calvi (1865, p. 252) Giovanni o Matteo dipinsero alcuni dei piccoli busti nel refettorio della certosa di Pavia; in seguito alcuni studiosi hanno affermato che il Calvi li datava al 1512, mentre in realtà il Calvi non propone datazione alcuna. È probabile che Matteo sia quel "magistro Mathe da Pavia" che lavorò alle decorazioni per l'ingresso trionfale di Massimiliano Sforza in Lodi alla fine del 1512 (G. Agnelli, Della venuta di Massimiliano..., in Arch. stor. di Lodi, XIX [1900], p. 14). Dorotea, figlia di Giovanni e sorella di Matteo, si sposò con Giovanni Bassano Lupi, uno scultore del legno residente a Lodi (Caffi, 1878, pp. 8 s.).
Matteo risiedeva ancora a Lodi nel 1518, quando i deputati dell'Incoronata lo mandarono a Milano a trattare con uno scalpellino circa il completamento di alcune decorazioni della chiesa (ibid., p. 13). Il 18 genn. 1519 dettò il suo testamento lasciando i suoi beni alle sorelle Dorotea e Nicolina (ibid., p. 13). Presumibilmente morì poco dopo.
A giudicare dalle poche opere documentate, i D. erano pittori provinciali di modeste capacità ma a conoscenza delle tendenze artistiche contemporanee nel territorio milanese. Nell'ultimo decennio del secolo le loro opere presentano forti influssi del Bergognone; d'altra parte bisogna presumere che almeno Giovanni fosse già attivo dopo il 1460 o 1470; possiamo presupporre che appartenga a Matteo il tocco più "moderno" tra le mani presenti negli affreschi per la cappella di S. Giovanni Battista all'Incoronata. Il Caffi (1878, p. 12) attribuì a Giovanni l'affresco oggi perduto della Madonna con Bambino sotto il portico del convento soppresso di S. Giovanni alle Vigne a Lodi. È generalmente considerata opera dei D. una Madonna con Bambino in trono con santi nella chiesa di S. Agnese a Lodi, meno convincente l'attribuzione (Crowe-Cavalcaselle, 1912; Sciolla, 1977, p. 8) dell'affresco votivo frammentario con S. Giovanni Battista e l'offerente Bartolomeo Lupo dipinto nel duomo nel 1486 e di una Natività nella chiesa di S. Lorenzo sempre a Lodi.
In base a un confronto con le opere nella cappella del Battista nell'Incoronata, sono stati attribuiti ai D. alcuni affreschi, generalmente dati a un pittore lombardo-piemontese, nel santuario di Crea, come anche una Adorazione del Bambino nella chiesa di S. Francesco a Rivarolo Canavese e due pannelli laterali di un trittico, nell'Istituto dei padri rosminiani di Stresa che sono stati anche attribuiti a G. M. Spanzotti (Ragghianti, 1949; Ferrari, 1956).
Per il trittico con i Ss. Modesto, Crescenzio e Vito, eseguito dopo il 1500 per la chiesa di S. Vito a Somma Lombardo, oggi nella chiesa di S. Agnese della stessa città, sono inaccettabili sia il tentativo di attribuzione a Matteo (Mazzini, 1958, p. 130, nn. 409-11; Id., 1965, p. 487), sia l'attribuzione tradizionale ad Ambrogio Bevilacqua.
F. Zeri (1958) ha giustamente respinto (cfr. anche Shapley, 1968) l'attribuzione a Giovanni (Mazzini, 1958, p. 130, nn. 412, 413; Fredericksen, in B. Fredericksen-F. Zeri, Census of ... Ital. Paintings in North American Public Collections, Cambridge, Mass., 1972, pp. 52, 586) dei due pannelli I ss. Antonio e Giovanni con donatore e Le ss. Margherita e Caterina con donatrice del Museum of Fine Arts di Houston (nn. K 202 A e B). È da respingere anche l'assegnazione ai D. (Novasconi, 1971, p. 13, n. 2) di una piccola Madonna con Bambino nella sacrestia della chiesa di S. Maria di Piazza a Busto Arsizio.
Fonti e Bibl.: Lodi, Arch. d. chiesa dell'Incoronata: P. C. Cernuscolo, Relatione delle rendite et obligationi, che tiene la Chiesa della Santissima Incoronata et Sacro Monte della città di Lodi et delle cose notabili occorse dalla loro fondazione sino all'anno corrente 1642..., ms., ad annos; C. Pignati-F. Sforza Benvenuti, Provincia di Lodi e Crema, in Grande illustr. del Lombardo-Veneto, V, Milano 1859, p. 622; G. L. Calvi, Notizie sulla vita e sulle opere dei principali archit. scultori e pittori che fiorirono in Milano durante il governo dei Visconti e degli Sforza, II, Milano 1865, pp. 133, 252; M. Caffi, Degli artisti lodigiani, Milano 1878, pp. 12 s.; Pittori della chiesa della Beata Vergine Incoronata in Lodi. Note estratte dal ms. di P. C. Cernuscolo, in Arch. stor. di Lodi, XI(1892), p. 114; F. Malaguzzi Valeri, Pittori lombardi del Quattrocento, Milano 1902, pp. 243 s.; J. A. Crowe-G. B. Cavalcaselle, A history of painting in North Italy, a cura di T. Borenius, London 1912, pp. 406 s.; G. Agnelli, Lodi e il suo territorio, Lodi 1917, p. 241; G. Pischel, Cenni sull'arte nella provincia di Milano, in Arch. stor. lomb., n.s., VI [= LXVIIII (1941), p. 142; C. L. Ragghianti, Studi sulla pittura lombarda del Quattrocento, in Critica d'arte, VIII (1949), p. 299; M. L. Ferrari, Giovan Pietro da Cemmo, Milano 1956, pp. 113, 136 n. 114; F. Mazzini, Arte lombarda dai Visconti agli Sforza (catal.), Milano 1958, pp. 129 s.; V. Zeri, Due esercitazioni lombarde: 1) Due pannelli nel Museo di Houston; 2) Un polittico con l'effigie del beato Giorgio da Cremona, in Paragone, IX (1958), 103, pp. 66-71; W. Suida, Epilogo alla "Mostra d'arte lombarda dai Visconti agli Sforza", in Arte lombarda, IV (1959), 1, p. 84; F. Mazzini, Affreschi lombardi del Quattrocento, Milano 1965, pp. 486 s.; F. R. Shapley, Paintings from the Samuel H. Kress Collection - Italian Schools, XV-XVI Century, London - New York 1968, pp. 12 s.; A. Novasconi, I Piazza, Lodi 1971, p. 13 n. 2; Id., L'Incoronata di Lodi, Lodi 1974, passim e pp. 309 s. per la bibl. precedente per l'Incoronata; G. C. Sciolla, Lodi, Museo civico, Bologna-Roma-Milano 1977, pp. 4-8 nn. 8, 11 ss., 14-21; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 493 (sub voce Chiesa, Giovanni della).