BRIVIO, Delfino
Figlio di Delfino, non si conosce l'anno della sua nascita. Già nel 1365 era, sembra, familiare di Urbano V. Dovette poi intraprendere la carriera delle armi e divenire capitano visconteo.
Risulta infatti che nel 1385 veniva fatto prigioniero, nel viaggio di ritorno dalla Spagna dove era andato a comperare mule per conto di Bernabò Visconti (il quale, in una lettera indirizzata a un non meglio identificabile "illustre princeps et magnifice frater consanguinee karissime", ne chiedeva la liberazione).
Nello stesso anno 1385 compare tra i familiari di Gian Galeazzo Visconti. Nel 1388 faceva parte del Consiglio generale dei novecento per la parrocchia di S. Stefano in Nosigia in Porta Nuova; e nel giugno di quell'anno otteneva l'esenzione dalle imposte per una casa di nuova costruzione nel pressi di Trucazzano nella pieve di Corneliano. L'anno successivo (7 maggio 1389) faceva parte di una commissione di trentasei membri incaricata di indagare su alcuni notai sospetti.
Nel 1395 compare tra gli ottanta più ricchi milanesi che divisero il presitito di 19.000 fiorini d'oro imposto dal Visconti; lo stesso Visconti, però, con atto stilato da Belgioioso, concesse al B. di non pagare somma maggiore di quanto comportasse il suo estimo, ridotto da 37 a 24 fiorini.
Alla morte del duca Gian Galeazzo, il 20 sett. 1402 il B., "degnissimo cavaliere" come dice il Corio, riceveva l'incarico onorifico di portare, insieme con Giovanni Pusterla, Azino Caimo e Bartolomeo Aliprandi, le insegne del defunto, ai solenni funerali.
Egli compare quindi come consigliere della duchessa Caterina, e da lei nel 1403 ebbe i pieni poteri per sedare le rivolte sorte a Lodi, Crema, Cremona, Brescia, Lonato, provvedere al rifornimento di fortezze e castelli, e rinsaldare l'autorità ducale; in ricompensa ottenne la donazione delle rendite del mercato del pesce nel Broletto nuovo.
Su ordine di Caterina, il B. la sera del 6 genn. 1404, insieme con Pandolfa Malatesta e Iacopo Dal Verme, operava l'arresto di Antonio Visconti, di Antonio e Galeazzo Corio e di altri del gruppo di Francesco Visconti.
Il 17 febbraio dello stesso anno era testimone all'atto, rogato nel castello di porta Giovia, con cui il duca dava in pegno al Gonzaga i paesi di Lonato, Castiglione delle Stiviere, Castelgoffredo e Solferino.
La violenta reazione contro Caterina coinvolse anche il B., che il 18 ag. 1404 veniva arrestato nel castello di Monza, sbandito dal ducato e condannato alla confisca dei beni. Egli trovò quindi rifugio presso Gabriele Maria Visconti dal 1402 signore di Pisa, dove il cugino Gian Paolino Brivio nell'aprile del 1405 aveva ottenuto la podesteria. Nel luglio, però, dovette subire il saccheggio dei beni da parte dei Pisani ribelli a Gabriele Maria.
L'insurrezione affrettò la cessione della città ai Fiorentini, che avvenne con l'intervento anche del Boucicaut, governatore di Genova, per 80.000 fiorini d'oro, con atto steso a Livorno (27 ag. 1405): il B. era il primo firmatario per parte milanese.
Il 28 agosto Giovanni Maria Visconti lo reintegrava nel godimento dei suoi beni: non gli concedeva però il ritorno in patria e lo obbligava a trasferirsi entro un mese in un paese non sospetto.
La riabilitazione completa veniva solo nel 1408, e il B. otteneva in quell'anno anche una condotta di cento cavalli in Boemia. L'anno successivo (1º luglio 1409) otteneva l'incarico della liquidazione dei beni di Gabriele Maria Visconti, che era stato fatto uccidere dal Boucicaut. Il 1º giugno 1409 compare quale testimone, a Cassano d'Adda, in due atti con i quali Giovanni Maria Visconti investiva Facino Cane del feudo di Varese, Castiglione, Castano e Lonato Pozzolo. È, questa, l'ultima testimonianza su di lui: nel 1403 era già morto.
Fonti e Bibl.:Ordo funeris D. Iohannis Galeatii Vicecomitis, in L. A. Muratori, Rer. Ital. Script., XVI, Mediolani 1730, col. 1025; L. Osio, I doc. dipl. tratti dagli arch. Milanesi, I, Milano 1887, pp. 384-394; C. Santoro, Ireg. dell'Uff. di Provvisione e dell'Uff. dei Sindaci..., Milano 1929, pp. 49, 53, 461, 468, 487, 609; B. Corio, Historia di Milano..., Mediolani 1503, c. 217v; F. Cognasso, Il ducato visconteo da Gian Galeazzo a Filippo Maria, in Storia di Milano, VI, Milano 1955, pp. 100, 107; A. Brivio Sforza, Il corredo del milanese G. P. Brivio podestà e capitano del popolo di Pisa, in Arch. stor. lombardo, LXXXIV (1957), pp. 346-349; F. Calvi, Fam. not. milanesi, IV, Milano 1885, tav. II.