Vedi DELFI dell'anno: 1960 - 1973 - 1994
DELFI (v. vol. iii, p. 27 ss.)
Negli ultimi cinque anni sono stati effettuati in diversi punti dell'area scavi limitati, scavi di controllo o d'urgenza, inoltre si è intrapreso lo scoprimento della zona urbana che si stende ad E del santuario di Apollo.
Fra le nuove scoperte è da segnalare vicino alla Kastalia una fontana arcaica con cisterna e corte quadrata: questa fontana, apparsa in occasione dell'allargamento della via moderna, è situata davanti ad apprestamenti ellenistici e romani conosciuti da tempo all'ingresso stesso della fenditura. Ugualmente a qualche metro e a ridosso di un'altra fontana antica (detta in greco moderno Kerna), sopra al santuario sul sentiero che conduce allo stadio, è stato messo in luce un dispositivo che risale all'epoca arcaica e che fu ridotto a cisterna quando fu costruita la Kerna familiare ai turisti. Ad E del santuario un complesso di abitazioni si scagliona cronologicamente dal periodo geometrico fino all'epoca cristiana. Ad O, nel villaggio moderno edificato dalla Missione Francese nel 1892, resti di una basilica paleocristiana presentano un mosaico con motivi varî - pesci, uccelli, animali domestici o selvaggi - mosaico che è stato staccato e trasportato davanti al museo. Tombe sono venute in luce in varî periodi nella necropoli E; in quella O molte tombe sono state distrutte in occasione dell'ingrandimento del museo; una conteneva forse la più bella coppa a fondo bianco che si conosca: raffigura Apollo liricine che tiene una phiàle, assiso dinanzi ad un corvo; da un'altra tomba proviene una protome femminile del V sec. a. C. che rappresenta un interessante prodotto artigianale. All'interno del santuario di Apollo due elementi di copertura del tetto di una notevole freschezza di colori giacevano sotto il lastricato del monumento dei navarchi spartani. Infine la preistoria della regione delfica è venuta ad arricchirsi con la scoperta a Kirrha di un importante abitato di periodo mesoelladico che viene ad aggiungersi ai risultati ottenuti in questo stesso luogo dagli scavi di trent'anni fa.
Molti pezzi di scultura sono stati oggetto di nuove interpretazioni. Si è proposto di vedere non più Atena ma Zeus nella figura centrale acefala del frontone del Tesoro dei Sifni: l'arbitro della disputa fra Apollo ed Eracle per il possesso del tripode cambierebbe di nome e di sesso (tracce dell'estremità della barba sulla spalla destra). I cavalli di bronzo della Basilica di San Marco a Venezia sarebbero quelli della quadriga del Sole, opera di Lisippo consacrata ad Apollo di Delfi dai Rodi. Siamo ora quasi sicuri, grazie all'unione di una iscrizione con la base del monumento, che la colonna di acanto con le tre danzatrici è un'offerta ateniese; la data (prima o dopo la catastrofe del 373?) continua ad esser discussa. Un ritratto di raffinata espressione, che si data sicuramente alla fine dell'epoca ellenistica e che è un'opera puramente greca, potrebbe rappresentare T. Quinzio Flaminino, il liberatore che era stato oggetto di onori da parte dei Greci; lui stesso aveva consacrato al dio di D. il proprio scudo, scudi d'argento e una corona d'oro.
Molte serie di pezzi sono ancora in studio. Numerosi attacchi sono stati eseguiti tra i frammenti di piccoli avori raccolti nella favissa di statue crisoelefantine scavata nel 1939 (v. vol. iv, fig. 500). Un gruppo (Boreadi ed Arpie?) è particolarmente animato e pittoresco. I bronzi saranno pubblicati in un lavoro che è in corso, molti hanno dovuto essere ripuliti di nuovo come la statuetta dedalica con la cintura che è ringiovanita di due o tre decennî grazie a questo trattamento; il suonatore di flauto scoperto nella favissa già ricordata è un'opera corinzia del principio del V secolo. Le metope crudelmente mutilate della thòlos del santuario di Atena (monumento da datarsi al primo venticinquennio del IV sec. a. C. e non all'ultimo venticinquennio del V sec.) sono state ampiamente analizzate; una, ricostruita, presenta con vigore pari all'eleganza lo schema classico della lotta tra Greci ed Amazzoni.
Il Tesoro dei Sifni è stato misurato pietra per pietra e ristudiato frammento per frammento. Bisogna ammettere che i quattro lati dell'edificio propriamente detto in marmo sopravanzavano di circa m 0,45 sullo zoccolo di calcare.
Il museo è stato ingrandito e riorganizzato ad opera del Servizio greco delle Antichità.
Bibl.: Nella pubblicazione fondamentale Fouilles de Delphes, sono usciti 3 volumi. Topografia e Architettura: J. Pouilloux, La région Nord du sanctuaire d'Apollon, Parigi 1960; Chr. Le Roy - J. Ducat, Les terres cuites architecturales; la sculpture décorative en terre cuite, Parigi 1967. Epigrafia: A. Plassart, Les inscriptions du temple, Parigi 1969. Scultura: P. de La Coste-Messelière, Sculpture du Trésor des Athéniens, Parigi 1957. Monumenti minori: Cl. Rolley, Les statuettes de bronze, Parigi 1969. Opere generali: L. Dor, J. Jannoray, M. Van Effenterre, Kirrha, étude de préhistoire phocidienne (campagne del 1937 e 1938), Parigi 1960; J. Pouilloux - G. Roux, Énigmes à Delphes, Parigi 1963; H. Kähler, Der Fries vom Reiterdenkmal des Aemilius Paullus in Delphi, Berlino 1965. Opere particolari: P. Bernard - J. Marcadé, Sur une métope de la Tholos de Marmaria, in Bull. Corr. Hell., LXXXV, 1961, p. 447 ss.; J. Bousquet, Inscriptions de Delphes, in Bull. Corr. Hell., LXXXIX, 1955, p. 478-483; ibid., LXXX, 1956, pp. 20 ss.; 547 ss.; Les Aitoliens à Delphes, ibid., LXXXI, 1957, p. 487 ss.; Inscriptions de Delphes, ibid., LXXXII, 1958, p. 172 ss.; ibid., LXXXIII, 1959, p. 146 ss.; ibid., LXXXIV, 1960, p. 317 ss.; ibid., LXXXV, 1961, p. 69 ss.; ibid., LXXXVII, 1963, p. 188 ss.; ibid., LXXXVIII, 1964, p. 380 ss.; Delphes et les Aglaurides, ibid., p. 655 ss.; Le cippe des Labyades, ibid., XC, p. 82 ss.; Inscriptions de Delphes, ibid., p. 428 ss.; Fr. Chamoux, Un portrait de Flamininus à Delphes, in Bull. Corr. Hell., LXXXXIX, 1965, p. 214 ss.; J. Fr. Crome, Die goldenen Pferde von San Marco und der goldene Wagen der Rhodier, in Bull. Corr. Hell., LXXXVII, 1963, p. 209 ss.; G. Daux, Remarques sur la composition du Conseil amphictionique, in Bull. Corr. Hell., LXXXI, 1957, p. 95 ss.; Dédicace thessalienne d'un cheval à Delphes, ibid., LXXXII, 1958, p. 329 ss.; Inscriptions de Delphes, ibid., LXXXIII, 1959, p. 466 ss.; ibid., LXXXIV, 1960, p. 459 ss.; Basilique paléochrétienne, ibid., p. 752 ss.; Liste des théaorodoques, ibid., LXXXIX, 1965, p. 658 ss.; Coupe du peintre "de Pistoxénos", ibid., p. 898; La base de Philopoemen, ibid., XC, 1966, p. 283 ss.; J. Ducat - W. Fuchs, Relief aux danseuses, in Bull. Corr. Hell., LXXXIX, 1965, p. 15 ss.; E. Goffinet, L'église Saint-Georges, in Bull. Corr. Hell., LXXXVI, 1962, p. 242; E. Hansen, Les abords du trésor de Siphnos, in Bull. Corr. Hell., LXXXIV, 1960, p. 387 ss.; A. T. Hodge, A roof at Delphi, in Annual of the Br. School Athens, XLIX, 1959, p. 202 ss.; P. de La Coste-Messelière, Listes delphiques du IVéme siècle, in Bull. Corr. Hell., LXXXIV, 1960, p. 467 ss. Varie: "Énigmes à Delphes", ibid., lXXXVII, 1963, p. 635; Métopes delphiques, ibid., XC, 1966, p. 699 ss.; An. Orlandos, La fontaine récemment découverte, ibid., LXXXIV, 1960, p. 148 ss.; G. Richter, La date de la tête ex-cnidienne, ibid., LXXXII, 1958, p. 92 ss.; Br. S. Ridgway, The West Frieze of the Siphnian Treasury, ibid., LXXXVI, 1962, p. 24 ss.; The East pediment of the Siphnian Treasury, ibid., LXXXVI, 1962, p. 24 ss.; The East pediment of the Siphnian treasury: a reinterpretation, in Am. Journal Arch., LXIX, 1965, p. i ss.; G. Roux, Les comptes du IVéme siècle et la reconstruction du temple d'Apollon, in Rev. Arch., 1966, p. 245 ss.; Fr. Salviat, L'offrande argienne de l'hémicycle des Rois, in Bull. Corr. Hell., LXXXIX, 1965, p. 307 ss.; Cl. Vatin, Damiurges et épidamiurges à Delphes, ibid., LXXXV, 1961, p. 236 ss.; Un tarif de poissons, ibid., XC, 1966, p. 274 ss.; La convention Chaleion-Tritéa, ibid., XCII, 1968, p. 29. Si veda inoltre la rubrica Delphes della Chronique des fouilles et découvertes archéologiques pubblicata annualmente in Bull. Corr. Hell.