DEL ROSSO (Rossi), Zanobi Filippo
Nacque a Firenze, nel "popolo" di S. Maria Novella, il 16 dic. 1724 da Giuseppe Ignazio, architetto, e da Diomira di Francesco Gilardoni (Firenze, Arch. dell'Opera di S. Maria del Fiore, Registro battesimi. Maschi, alla data, lettera Z). Compì i primi studi letterari sotto la guida dell'erudito precettore di casa Del Rosso padre G. Tanini e, appena quindicenne, scrisse la biografia del padre che precede l'edizione dei rilievi de La Libreria Mediceo Laurenziana ... del padre stesso (Firenze 1739). Dopo aver appreso le prime nozioni di architettura dall'architetto G.F. Ciocchi, nel 1749 venne ammesso al noviziato della fiorentina accademia del disegno e pertanto si trasferì a studiare a Roma, dove rimase per un periodo di circa dodici anni.
A Roma, oltre a perfezionare le sue conoscenze di architettura con maestri quali L. Vanvitelli e F. Fuga, eseguì alcuni lavori, probabilmente di non grande impegno, per le famiglie Santacroce, Salviati, Barberini e per i cardinali Borromeo e Piccolomini.
Di questa attività rimane soltanto la testimonianza della decorazione della terza cappella di sinistra in S. Marcello al Corso e di numerosi disegni sfortunatamente trafugati da un suo allievo (Del Rosso, 1816, p. 5).
Durante il lungo soggiorno romano il D. si fece conoscere e apprezzare, più che come architetto, come letterato e poeta: nel sesto decennio, infatti, durante la custodia di M. G. Morei, entrò a far parte dell'Arcadia col nome di Ofilio Maratonio (Onomasticon, Gli Arcadi... Roma 1977, p.196); nel 1754 lesse il sonetto Michel Angelo Buonarroti esemplar eccellente da seguitarsi in tutte e tre le belle arti durante la solenne premiazione dei vincitori del concorso clementino dell'Accademia di S. Luca (Delle lodi delle belle arti, Orazioni e componimenti poetici..., Roma 1754, p. 73); compose alcuni epitalami (Roma 1758 e 1759; cfr., per questo genere di pubblicaz., O. Pinto, Nuptialia, saggio di bibliografia..., Firenze 1971, pp. 160, 162, 174, 423) e l'opera bernesca in due volumi Dell'arte d'amare (Ginevra 1765; fu rist. nel 1816, luogo di stampa indicato: Italia) e Del rimedio dell'amore (Italia 1817) che fu molto apprezzata dalla società galante romana nella seconda metà del Settecento.
Durante il soggiorno romano il D. conobbe e sposò la pittrice pratese Francesca Stradetti, anch'essa poetessa arcade col nome di Laurinda Corintia; nel 1760 nacque il figlio Giuseppe. Fece ritorno a Firenze nel 1765 su invito del primo ministro, A. Botta Adorno, alla vigilia dell'arrivo nella capitale del nuovo granduca Pietro Leopoldo di Lorena.
Dedicatosi interamente alla professione di architetto, anche a causa delle peggiorate condizioni economiche familiari, ottenne ben presto di essere aggregato dal granduca fra gli architetti delle fabbriche reali e alla fine del settimo decennio e nei primi anni di quello seguente realizzò le sue prime opere impegnative; nel 1769 fornì un elegante disegno della nuova biblioteca di S. Croce voluta dal granduca nell'ex stanzone dei manoscritti dei convento trasferiti poco prima presso la Laurenziana (Archivio del Museo storico topografico "Firenze com'era"); lo stesso anno diresse la ristrutturazione dell'interno della chiesa della Madonna dei Ricci., in via dei Corso (rifacimento della tribuna e delle cappelle laterali, nuove decorazioni a stucco dei pilastri); nel 1770 redasse il progetto del teatro Nuovo (oggi Rossi) voluto dal governo granducale a Pisa in via Collegio Ricci.
Il progetto del D., realizzato dal capomastro O. Cecconi, inaugurato nel 1771e quindi successivamente trasformato nel 1828 e nel 1912, è particolarmente importante perché con la scelta della tipologia a ferro di cavallo e una razionale definizione di quattro ordini di palchi sovrapposti documenta quanto il suo autore fosse aggiornato e all'avanguardia nella fase di transizione dalla vecchia tipologia del teatro privato codificata dai Galli-Bibiena a quella dei moderno teatro pubblico (Arch. di Stato di Firenze, Camera delle Comunità, f.6, ins. Cecconi e Teatro di Pisa).
Nel 1771 il D. realizzò a San Domenico, fra Firenze e Fiesole, un casino di villeggiatura per l'Accademia dei Generosi, con annesso un teatrino per lo svago dei villeggianti, poi completamente trasformato (Bandini, 1800); fra il '70 e il '71 infine ebbe l'incarico del rinnovamento della chiesa del Carmine a Firenze, nel quale venne presto sostituito con G. Ruggieri in seguito all'incendio della chiesa verificatosi all'inizio del 1771 (Del Rosso, 1816, pp. 7 s.).
Nonostante questo incidente, nel 1772 progettò il nuovo oratorio e la facciata principale con annesso un nuovo grandioso scalone per il convento dei filippini a Firenze (piazza S. Firenze, oggi sede della procura della Repubblica e del tribunale civile e penale), che costituisce uno degli esempi più apprezzati e interessanti dell'architettura tardobarocca fiorentina e affermò defiriffivamente il D. come architetto (Cistellini, 1967). Per tutto l'ottavo decennio l'attività progettuale del D. proseguì intensamente e in molteplici direzioni: dopo aver realizzato nel 1773 l'epitaffio per la tomba dell'antiquario imperiale, A. Cocchi, nella navata nord di S. Croce, fra il 1775 e il 1776 realizzò per il giardino di Boboli il nuovo ingresso al casino dei Cavaliere e l'insolito e raffinato caffeaus posto all'estremità del giardino nei pressi del forte S. Giorgio come originale belvedere sulla città (Mostra documentaria..., 1960); pure nel '76 come architetto di S.Maria del Fiore riparò la lanterna e la cupola del duomo di Firenze danneggiate da un fulmine (Del Rosso, 1816, p. 6).
Eseguì inoltre numerosi lavori per conto di privati, fra i quali sono da ricordare la ristrutturazione del palazzo Ferroni Magnani, all'inizio di via dei Serragli (1770-78), e del palazzo Compagni, in via Bufalini, oggi sede INAIL, la villa Giugni al Galluzzo e le scuderie del duca Salviati, sempre al Galluzzo. Oltre a compilare la Memoria sopra la maniera di costruire, risarcire e mantenere le strade della Toscana col minor dispendio possibile (Firenze 1780), progettò nello stesso anno l'apparato per le esequie dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria celebrate nella basilica di S. Lorenzo e fu impegnato nei lavori di riordinamento della Galleria degli Uffizi, dove realizzò l'ingresso continuando lo scalone principale del Vasari, il vestibolo, il gabinetto delle pietre dure, la decorazione della sala di Niobe e la sistemazione a "Museo etrusco" del portico che si trovava nella terrazza sovrastante la loggia dell'Orcagna (Lanzi, 1782, pp. 10, 106; Del Rosso, 1816, p. 11;Zangheri, 1985).
Nel corso degli anni '80 l'attività del D. rallentò sensibilmente a causa anche della progressiva perdita della vista: nel 1784 egli progettò la nuova decorazione della chiesa di S. rier Maggiore, la cui realizzazione fu sospesa dopo il cedimento di un pilastro e il crollo di una parte della chiesa (Del Rosso, 1816, pp. 8 s.; LoSpettatore italiano, 15 apr. 1784, n. 46); nello stesso anno realizzò l'altar maggiore della collegiata di Empoli e nel 1785 trasformò l'ex serraglio del giardino di Boboli in elegante stanzone degli agrumi, molto ammirato e apprezzato già dai suoi contemporanei; nell'ultimo periodo della sua vita infine progettò pure la sinagoga di Siena.
Per completare il panorama dell'intensa attività progettuale di quello che può essere considerato uno degli architetti più significativi dei periodo del governo di Pietro Leopoldo in Toscana, sono da ricordare infine alcuni progetti non realizzati, di cui rimane solo la testimonianza storica: quello della nuova cappella di S. Iacopo per la cattedrale di Pistoia; un casino reale di caccia, una chiesa a croce greca e un caffeaus per il granduca Paolo, futuro imperatore di Russia; la riduzione del soppresso monastero dei teatini con annesso teatro all'italiana a Varsavia, e infine la facciata di una chiesa, i portici e un arco trionfale per la piazza principale di Lisbona (Dei Rosso, 1816, pp. 12 s.).
Il D. morì a Firenze il 28 genn. 1798 all'età di settantaquattro anni e fu sepolto nella chiesa di S. Maria Novella accanto al padre dove ancora oggi lo ricordano un busto e una lapide fatti apporre dal figlio Giuseppe.
Fonti e Bibl.: Empoli, Arch. ecclesiale, Archivio dell'Opera di S. Andrea. Saldi dell'opera dal 1781 al 1798, XVI, cc. 45v, 64v;Firenze, Arch. della Congregazione oratoriana fiorentina di S. Firenze, Libro di ricordi, A 7;Ibid., Libro di decreti, C, 2 genn. 1772, c. 8;Ibid., Arch. del Museo stor. topografico "Firenze com'era", cassetto 1, ins. B dis., n. 34;Arch. di Stato di Firenze, Accad. del disegno, f. 19: Verbali dell'Accad. del dis. 1737-49, verbale del 12 genn. 1749;Ibid. f. 23, c. 44, f. 153: Ruolo dei ss.ri Accademici del disegno dal 1762 al 1784, ad vocem;Ibid., Camera di soprintendenza comunitativa. Rescritti, f. 6, fasc. Cecconi e Teatro, 1770;Ibid., Corporazioni soppresse, n. 136, Congregazione di S. Filippo Neri, f. 65: Libro debitori e creditori, B; Ibid., R. Fabbriche, f. 65, pagamenti 14 luglio 1747-7 dic. 1775, f. 201ins. 80;Roma, Biblioteca Angelica, Archivio dell'Accad. degli Arcadi, IV, Custodia Morei (1743-1766), nomina n. 2055; Trionfo delle Belle Arti..., Firenze 1767, pp. 33 s.; L. Lanzi, La Real Galleria di Firenze accresciuta e riordinata..., in Giornale dei letterati, XLVII, Pisa 1782 (ed. anast. Firenze 1982), pp. 10, 106; Almanacco fiorentino, Firenze 1788, p. 155;F. M. Soldini, Ilr. giardino di Boboli..., Firenze 1789, pp. 64 s.; Guida al forestiero per osservare con metodo le rarità e le bellezze della città di Firenze, Firenze 1790, p. 118;V. Follini-M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, IV, Firenze 1792, pp. 186 s.; VIII, ibid. 1802, pp. 324, 335;A. M. Bandini, Lettere XII fiesolane, Siena 1800, pp. 83 s.; D. Moreni, Bibl. storico-ragionata della Toscana, II, Firenze 1805, p. 272;G. Del Rosso, Memoria per servire alla vita di N. M. G. Paoletti, Firenze 1813, p. 38;Id., Memoria relativa alla vita di Z. F. D. architetto e poeta fiorentino, Firenze 1816;[F. Inghirami] Descriz. dell'imp. e r. palazzo Pitti di Firenze, Firenze 1819, pp. 60 s.; G. Del Rosso, Una giornata di istruzione a Fiesole..., Firenze 1826, pp. 36ss.; [F. Tartini-C. Ridolfi], Notizie e guida di Firenze, Firenze 1841, pp. 314, 334, 400, 402 s.; F. Inghirami, Storia della Toscana..., XI, Fiesole 1843, p. 319; S. Mattei, Ragionamento intorno all'antica chiesa del Carmine di Firenze, Firenze 1869, p. 25;O. H. Giglioli, Empoli artistica, Firenze 1906, p. 29; U.Procacci, L'incendio della chiesa del Carmine del 1771, in Rivista d'arte, XIV (1932), pp. 148 s., 152s.; W. Paatz-E. Paatz, Die Kirchen von Florenz, I, Frankfurt a.M. 1940, pp. 578, 605; II, ibid. 1941, pp. 104, 106; III, ibid. 1952, pp. 92, 190, 242, 716; IV, ibid. 1952, p. 629; Mostra documentaria e iconografica di palazzo Pitti e giardino di Boboli, Firenze 1960, pp. 9, 32 s.; A. Cistellini, Momenti gaudiosi e dolorosi della storia di S. Firenze, Firenze 1967, pp. 9-29, 65 s.; Pietro Leopoldo d'Asburgo Lorena, Relazioni sul governo della Toscana, a cura di A. Salvestrini, I, Firenze 1969, p. 83;L. Ginori Lisci, Ipalazzi di Firenze nella storia e nell'arte, Firenze 1972, pp. 773, 775, 778;F. Gurrieri-J. Chatfield, Boboli gardens, Firenze 1972, pp. 30, 46, 49, 63, 85, 112, 115 s., 123;M. Bucci-R. Bencini, Palazzi di Firenze. Quartiere di S. Spirito, Firenze 1973, pp. 117, 120; G. Fanelli, Firenze. Archit. e città, Firenze 1973, pp. 331, 363, 368, 375; O. Fantozzi Micali-B. Rosselli, Le soppressioni dei conventi a Firenze, Firenze 1980, pp. 133, 187, 237; In attesa di Pietro Leopoldo Firenze è come un albero fiorito (catal.), Firenze 1982, p. 13; C. Cresti, Itinerari della città degli Uffizi, Firenze 1982, pp. 13 s., 120 ss., 143, 151;M. I. Aliverti, Progetti per il teatro Nuovo di Pisa, in Ilteatro abbandonato, Firenze 1985, pp. 89 ss.; P. Venturucci, Ilteatro Rossi nel sistema teatrale di Pisa: materiali per il reinserimento, ibid., pp. 91 s.; L. Zangheri, Ilcollezionismo dei Medici e dei Lorena, in Fortuna degli Etruschi (catal.), Firenze 1985, p. 116; C. Torricelli, La chiesa della Madonna dei Ricci in Firenze, Firenze s.d., p. 7;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXIX, p. 73 (sub voce Rosso, Zanobi Filippo del).