DEL PELO PARDI, Giulio
Nacque a Roma il 18 genn. 1872 da Costantino e Virginia Tofanelli. La sua attività, iniziata da giovanissimo, si sviluppò per oltre cinquant'anni e si concluse solo alla sua morte; fu singolare figura di studioso e ricercatore pratico.
A quindici anni, dopo la licenza ginnasiale, si inserì nel lavoro tecnico-agricolo; a diciannove, ottenuto il diploma di agrimensore, iniziò autonomamente la professione di agronomo e subito concretamente affrontò - anche come direttore di grandi aziende agrarie (aziende del Fucino, tenute nei comuni di Gubbio, Gualdo Tadino, Val Fabbrica, zuccherificio di Monterotondo, tenuta laziale di Tor Mancina ove fece le prove di applicazione del suo sistema colturale per incarico del ministero dell'Agricoltura) - i problemi inerenti alla sistemazione ed alla bonifica dei terreni destinati alla coltivazione.
Nel momento storico fondamentale per l'evoluzione della tecnica agricola il D. aprì a Roma un ufficio tecnico agrario per l'assistenza e propaganda agli agricoltori, fornito di un laboratorio attrezzato per le analisi dei terreni, dei concimi, delle sementi e fondò un proprio giornale, IlMessaggero delle campagne. L'Ufficio tecnico agrario romano (UTAR), oggi non più esistente, fu antesignano delle cattedre ambulanti di agricoltura trasformate nel 1936 negli ispettorati provinciali dell'agricoltura. .
Il D. è comunque noto, in campo agronomico, come l'ideatore dei metodo di lavorazione e sistemazione dei terreni che porta il suo nome; ed in campo storico come l'iniziatore sistematico dell'archeologia agraria. Nel suo pensiero i due settori sono interdipendenti e consequenziali. L'elaborazione del sistema gli fu suggerita dallo studio dei georgici latini - Varrone, Columella, Plinio - e dall'esame dei reperti archeologici, attribuibili ad epoche preistoriche, rinvenuti nell'area mediterranea; lo studio dei cunicoli abbandonati nel sottosuolo di Roma e dell'Agro romano, venuti alla luce durante gli scavi per nuove costruzioni, come ad es. i palazzi per i ministeri finanziari di via Venti Settembre, gli ispirò l'elaborazione di alcuni dettagli per la sistemazione dei manufatti destinati all'irrigazione ed allo scolo delle acque. Le prime ricerche applicative sulla sistemazione del terreno sono del 1899; l'esposizione completa ed organica è del 1933 (Cenni illustrativi del sistema colturale Del Pelo Pardi, pubbl. a Padova). Collateralmente ed in connessione con l'applicabilità del metodo sono le realizzazioni di speciali macchine per la lavorazione del terreno, come l'aratro universale e il rastro.
Sia agli inizi delle prove sia nel periodo del massimo sviluppo delle applicazioni pratiche (Agro romano, 1916-27; Puglia, 1925; provincia di Padova, 1932-40) i tecnici si dimostrarono cauti nel valutarne l'importanza pratica e le possibilità applicative a tutte le situazioni. Oggi è concordemente riconosciuto valido il fondamento scientifico e logico del sistema, basato sulla regolamentazione delle acque, sul terrazzamento in contropendenza - concetto poi consolidatosi nelle sistemazioni dei terreni soggetti all'erosione, specie nel continente nordamericano - e sulla lavorazione del terreno organizzata nel tempo al fine di modificarne la struttura. Pur tuttavia gli scherbi proposti dal D. debbono essere adottati caso per caso a seconda delle particolari condizioni di giacitura e di aridità dei terreni. La migliore applicabilità si dimostra ottenibile nei terreni aridi o difficilmente irrigabili di pianura o di leggero declivio.
Tutta l'opera pubblicistica del D. prende spunto da problemi, situazioni e reperimenti contingenti e casuali, che vengono affrontati nei loro più disparati aspetti, ma coerentemente e naturalmente collegati attraverso il confronto tra il passato, specie preistorico, ed il tecnicismo moderno in rapida evoluzione (Per la pace del mondo, Roma 1924; Femminilità e femminismo, ibid. 1925; Gli attrezzi da taglio per uso agricolo in Italia, ibid. 1933; Per una revisione dell'antichissima storia italica, ibid. 1934). In Agricoltura e civiltà (ibid. 1923) l'agricoltura viene considerata in senso globale come base allo sviluppo civile dei popoli. La concezione di unicità dei fenomeni naturali è ulteriormente ampliata e condensata in una teoria dei minimi fisici, esposta in Principi di filosofia fisica (ibid. 1935). Le ricerche iniziate dal D. sull'archeologia agraria sono tuttora continuate dal Centro studi "Giulio Del Pelo Pardi", creato dalla Fondazione Keimer di Basilea, che ha avuto in donazione l'archivio e la biblioteca del D. e che opera a Roma, mediante pubblicazioni, seminari, conferenze e borse di studio.
Il D. morì a Roma il 1º ag. 1952.
Bibl.: Non esistono fonti biobibliografiche concementi il D.; la biografia è fondata su notizie gentilmente fornite a voce dai familiari. Descrizioni o cenni sul sistema di lavorazione del terreno agrario e sul rastro si trovano nei principali testi universitari di agronomia: G. Tassinari, Manuale dell'agronomo, Roma 1941, p. 1317; A. Calzecchi Onesti, Sistemazioni in collina, Roma 1957, pp. 295-302; F. Crescini, Agronomia generale, Roma 1959, pp. 317-20; E. Pantanelli, Agronomia generale, Bologna 1960, p. 13-95-101; E. Battistelli, Come si dirige un'azienda agraria, Torino 1963, pp. 30 s., 91 s.; G. Pellizzi, in Enciclopedia agraria, X, p. 107 (s. v. rastro).