DEL GIOVANE, Giovanni Domenico
Non esistono documenti che attestino con precisione l'anno di nascita di questo compositore, ma sulla base delle date di pubblicazione delle prime opere, si è oggi propensi a collocarla presso Nola (prov. di Napoli) tra il 1510 e il 1520.
Nessuna notizia ci e giunta circa la formazione musicale ricevuta: non è improbabile che sia stato allievo di Giovan Tommaso di Maio, alla morte del quale subentrò nel ruolo di maestro di cappella presso la Ss. Annunziata di Napoli, il 1° febbr. 1563. Il compenso consisteva in una paga annua di cinque ducati, oltre a una razione giornaliera di pane e annuale di vino; nel giro di pochi anni esso aumentò sino a raggiungere, nel 1584, la cifra di due ducati al mese, alla quale veniva aggiunta la possibilità di libero alloggio. A questa attività più tardi si aggiunse quella di insegnante di canto delle fanciulle dell'Ospedale e dei diaconi del seminario, tra le cui file incontrerà Camillo Lambardi, destinato a divenire suo allievo prediletto e, alla sua morte, suo successore. Morì a Napoli nel 1592.
Ben presto il D. acquistò una considerevole importanza nella vita musicale cittadina, grazie al ragguardevole livello raggiunto, sotto la sua guida, dal coro della cappella, nonché alla sua fama di grande innovatore: secondo F. Florimo, fu lui che per primo introdusse l'abitudine di unire orchestra e voci. Strettamente connesse con questa attività sono le due raccolte di mottetti: Liber primus motectorum quinque vocum, pubblicato a Venezia da Girolamo Scotto nel 1549, e Cantiones, vulgo motecta appellatae quinque et sex vocum viva voce, ac omnis generis instrumentis cantatu..., liber primus, pubblicato sempre a Venezia da Giuseppe Guglielmo Scotto nel 1575. La sua vena compositiva tuttavia non si limitò solamente all'ambito sacro, ma trovò anzi felice espressione nella produzione di madrigali e di canzoni in dialetto. Il suo esordio era avvenuto proprio con due libri di Canzoni villanesche a tre voci, pubblicati a Venezia da Girolamo Scotto nel 1541, di cui ci dà notizia E. Vogel ma andati purtroppo perduti; ristampati singolarmente sempre a Venezia da C. Correggio nel 1545 e dedicati a don Giovanni de la Marra i due libri contenevano un totale di trentuno villanesche e undici mascherate.
Caratteristiche principali delle villanesche sono le figure contrappuntistiche, gli schemi declamatori, le quinte parallele di gusto rustico, i passaggi in tempi contrastanti giustapposti con fine parodistico; di discreto interesse sono anche le mascherate, che narrano le vicende di amanti, zingari, mendicanti, pellegrini in viaggio a Roma per il giubileo, con toni spontanei e vivaci.
Nonostante il notevole successo riscosso da alcune di esse anche presso maestri dell'Italia settentrionale, come O. di Lasso e A. Willaert, che le riadattarono a quattro voci, l'autore non attribuì mai a queste sue composizioni molta importanza, considerandole più che altro delle esercitazioni. Soltanto i madrigali a quattro voci, pubblicati a Venezia nel 1545 e dedicati a G. Girolamo Ravasciero, vennero definiti dal compositore i primi frutti delle sue fatiche. La raccolta conteneva ventinove brani, di cui ventidue su poesie di Francesco Petrarca (un madrigale, sei canzoni e quindici sonetti), disposte senza divisione, e qualche volta con una pausa dopo la prima quartina. In essi gran rilevanza ha l'influsso di Willaert e notevole spazio è concesso alle dissonanze, all'andamento omofonico, alle ripetizioni delle frasi finali, con lo scopo di porre in rilievo quanto più è possibile il valore espressivo dei testi. Il secondo libro di madrigali a cinque voci venne pubblicato a Roma da Valerio Salviano nel 1564 e reca la dedica a Gio. di Capua, conte d'Altavilla. In esso l'autore torna a scrivere "alla breve"; tra i testi figurano sei sonetti di Francesco Petrarca, qui però divisi in due sezioni alla maniera di Willaert.
Da una citazione contenuta ne "i libri dei mandati", dell'archivio del seminario diocesano di Benevento, si ha notizia di un quarto libro di madrigali a cinque e sei voci di cui purtroppo non si è riusciti a trovare traccia e che si pensa sia andato perduto.
Altri quindici madrigali a quattro e a cinque voci furono pubblicati in raccolte miscellanee dell'epoca: De diversi autori madrigali a quattro voci (Venezia, Scotto, 1552); Madrigali ariosi (Venezia, Gardano, 1557-1569); Il secondo libro delle Muse (Roma, A. Barré, 1558); Spoglia amorosa di Francesco Laudono (Venezia, eredi Scotto, 1584 e ristampe 1590 e 1596); Primo libro delli madrigali di Orlando Lasso et altri (Roma, Valerio Dorico, 1560).
Alcuni di questi mostrano un avanzato linguaggio armonico, non privo di influenze veneziane, testimoniate dalle progressioni cromatiche, e caratteristiche che li avvicinano allo stile madrigalistico tardo napoletano, come ad esempio "Giunta m'ha amor" (1562).
A chiudere l'elenco delle opere vanno ricordate le diciassette canzoni alla napoletana, pubblicate in antologie con altri autori: Canzon napolitane a tre voci di L'Arpa, Cesare Todino, Joan Dominico da Nola (Venezia, Scotto, 1566); Canzon napolitane a tre voci, libro secondo di L'Arpa, C. Todino, Ioan Dominico da Nola (Venezia, Scotto, 1566); Corona delle napolitane a tre et a quattro voci di diversi eccellentissimi musici (Venezia, Scotto, 1570).
Fonti e Bibl.: Benevento, Arch. del seminario diocesano, Libri dei mandati, 1564, 1592; G. M. Monti, Le villanelle alla napolitana e l'antica lirica dialettale a Napoli, Città di Castello 1925, pp. 6, 9 s., 20, 135, 279, 281; E. Hertzmann, Adrian Willaert in der weltlichen Vokalmusik seiner Zeit, Leipzig 1931, pp. 66 s.; W. Scheer, Die Fruehgeschichte der italienischen Villanella, tesi di dottorato, Università di Noerdingen 1936; A. Einstein, The Italian madrigal, Princeton 1949, I-II, ad Ind.; B. M. Galanti, Le vinnanelle alla napolitana, Firenze 1954, pp. 94, 135 s., 139; D. G. Cardamone, The canzone villanesca alla napolitana and related Italian vocal part-music, dissert., Harvard University 1972, I, pp. 18, 21, 68, 78, 88 s., 105, 109, 112, 122 s., 129 s., 133-38, 143, 148-51, 153, 176, 179, 182-96, 203 s., 207; L. Cammarota, G. D. D. da Nola: i docum. biogr. e l'attività presso la SS. Annunziata..., Roma 1973; D.G. Cardamone, The debut of the canzone villanesca alla napolitana, in Studi musicali, IV (1975), pp. 62-130; Id., Forme musicali e metriche della canzone villanesca e della villanella alla napolitana, in Riv. italiana di musicologia, XII (1977), pp. 25-72; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, VI, pp. 327 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 406; H. Riemann, Musiklexicon, Ergaenzungsband, p. 323; Encicl. della musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 263; Die Musik in Geschichte und Gegenwart (s. v. Nola), IX, pp. 1552 ss.; D. G. Cardamone, in The Grove Dict. of Music and Musicians (s. v. Nola), XIII, pp. 263 s.; la voce Camillo Lombardi, ibid., X, p. 392; D. Arnold, voce "Villanella", ibid., XIX, pp. 770-73; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le Biografie, II, p. 443.