Deidamia
Personaggio mitico, le cui vicende sono narrate nell'Achilleide di Stazio. Figlia di Licomede, re dell'isola di Sciro, dove Teti aveva nascosto Achille vestito di abiti muliebri per sottrarlo alla guerra di Troia, fu sedotta dall'eroe, cui diede un figlio, Pirro. È l'ultima nella serie delle figure femminili che Virgilio racconta essere state accolte nel Limbo per le loro virtù, in Pg XXII 114 e con le suore sue Deidamia.
Il nome di Deidamia compare ancora nella perifrasi allusiva cui Virgilio ricorre nell'ottava bolgia del cerchio VIII dell'Inferno per spiegare a D. che la fiamma a due punte posta loro dinanzi racchiude le anime di due consiglieri fraudolenti, Ulisse e Diomede, i quali, venuti all'isola di Sciro fingendosi mercanti, avevano mostrato ad Achille delle armi nascoste sotto alcuni indumenti femminili da loro messi in vendita, per indurlo ad abbandonare Deidamia e a seguirli alla guerra: If XXVI 61-62 Piangevisi entro l'arte per che, morta, / Deîdamia ancor si duol d'Achille.