degiurisdizionalizzazione
s. f. Progressiva diminuzione del ricorso all’ambito giurisdizionale per la soluzione di controversie.
• «Questo emendamento ‒ prosegue [Silvia Della Monica] ‒ che sovverte la giustizia civile, senza nessun vantaggio effettivo per i diritti dei cittadini e per l’economia del Paese rischia di essere approvato a breve con il voto di fiducia e senza la possibilità di riflessione e confronto. Continua, quindi, quel pericoloso processo di degiurisdizionalizzazione, cui questo Governo dedica particolare impegno». (Unità, 7 luglio 2010, p. 6, Italia) • altre critiche arrivano dal Movimento 5 Stelle, col senatore Enrico Cappelletti che ritiene «difficilmente applicabili» le nuove disposizioni, non in grado di far fronte alla domanda di degiurisdizionalizzazione dei cittadini. In effetti, secondo le stime del Ministero della Giustizia, la negoziazione assistita (su una mole di procedimenti iscritti a ruolo: in media, fra il 2011 e il 2013, 591.654 controversie) andrebbe a incidere solo su 59.756 processi («al netto dei pagamenti di somme superiori a 50mila euro» e dei «casi di separazione e divorzio con figli minori»). (Vincenzo R. Spagnolo, Avvenire, 19 settembre 2014, p. 9, Primo piano) • la sempre attesa riforma della giustizia deve tener conto delle depenalizzazioni nel penale e della degiurisdizionalizzazione nel civile, in modo che i giudici possano occuparsi soltanto delle questioni più rilevanti. (Gerardo Villanacci, Corriere della sera, 10 agosto 2016, p. 26, Analisi & commenti).
- Derivato dal s. f. giurisdizionalizzazione con l’aggiunta del prefisso de-.
- Già attestato nella Repubblica del 13 febbraio 2002, p. 42, Cultura (Stefano Bartezzaghi).