defilippiano
s. m. e agg. Giovane che si avvicina al mondo dello spettacolo nelle trasmissioni ideate e condotte da Maria De Filippi, conduttrice e autrice televisiva; di Maria De Filippi.
• A fare concorrenza sul televoto ci sono anche i ragazzi usciti dai talent show. Marco Mengoni e Noemi, fresco vincitore di «X Factor» e la rivelazione dell’edizione precedente, e Valerio Scanu, ex di «Amici». Non ha trovato posto, invece, Alessandra Amoroso. Forse due «defilippiani» erano troppi e per un equilibrio fra case discografiche lei è rimasta fuori. (Andrea Laffranchi, Corriere della sera, 19 dicembre 2009, p. 59, Spettacoli) • Quello che notiamo, a cose fatte, è che Melissa è diventata parte anche del mondo di Maria, che l’ha omaggiata leggendone la storia come lei la immagina: i genitori, un uomo e una donna che si amano e fanno progetti e «vogliono una vita senza illusioni», e Melissa, la cui giornata è fatta di «sabati sera, primi baci, compiti» alla ricerca della «normalità della vita che non è altro che la vita». Puro immaginario defilippiano. (Stefania Carini, Europa, 22 maggio 2012, p. 8, Cultura) • Il ritorno della [Simona] Ventura, costretta ai tormenti dell’«Isola dei famosi» per riguadagnarsi un programma su Mediaset, coincide con un calderone defilippiano (nel senso beninteso di Maria De Filippi) che si risolve in un grande spot per la chirurgia estetica (con tanto di prof in studio e clinica romana in bella mostra). (Andrea Fagioli, Avvenire, 23 novembre 2016, p. 29, Televisione).
- Derivato dal nome proprio (Maria) De Filippi con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
- Già attestato nell’Unità del 19 gennaio 2005, p. 21, In scena (Giuseppe Vittori).
> mariadefilippiano.