FERRARI, Defendente
Pittore nativo di Chivasso, operante fra il 1511 e il 1535. Unico documento che dia notizie sulla sua personalità artistica rimane ancor oggi il contratto d'allogazione del polittico di S. Antonio di Ranverso, in data 1530. Egli tenne bottega in Chivasso e operò prevalentemente per il Piemonte occidentale, dove ancor oggi si conserva la maggior parte della sua produzione. Fu scolaro di Gian Martino Spanzotti, ma accolse anche largamente nella sua pittura influssi oltremontani, sì che la sua arte appare per un lato collegata, attraverso lo Spanzotti, alla scuola vercellese, da cui deriva indirettamente un'eco di elementi lombardi-foppeschi; e per l'altro lato alle scuole nordiche d'oltralpe, che ancora nella prima metà del'500 mantenevano vive nel Piemonte occidentale le tendenze goticheggianti contro il graduale diffondersi del Rinascimento. Di questo momento storico in Piemonte nella prima metà del'500 il F. è il maggiore rappresentante. Pittore per lo più di grandi ancone a scomparti, ornate da cornici eseguite nella sua stessa bottega, ripeté nei suoi Santi e nelle sue Madonne tipi iconografici costanti, strettamente imparentati all'arte francese; usò spesso nei suoi sfondi motivi architettonici del Rinascimento, ma con spirito decorativo, senza trarne una funzione spaziale; e nella predilezione per la spezzettatura lineare delle pieghe, nel gusto di profilare le figure mostrò, in pieno '500, una predominante sensibilità gotica. La parte più gustosa della sua produzione sono le predelle, ricche di una vena narrativa ingenua ed efficace. Sia nel gusto dei particolari sia nelle singole tonalità, e nel modo di lumeggiare a tratteggi interrotti e spezzati, egli rivela tendenze di origine nordica, estranee alle scuole italiane.
Tra le sue opere ricordiamo due trittici in San Giovanni ad Avigliana; un polittico a S. Antonio di Ranverso (1531); un trittico dei Ss. Crispino e Crispiniano nel duomo di Torino; una ricca e importante collezione di tavole e predelle nel museo civico di Torino, e varie tavole e ancone, in chiese e collezioni piemontesi e straniere.
Bibl.: F. Gamba, in Atti della Soc. Piem. di arch. e belle arti, 1876, p. 76 segg.; G. C. Barbavara, Brevi notizie di due antichi pittori piem., ecc., Torino 1898; S. Weber, Die Begründer der Piem. Malerschule, Strasburgo 1911, pag. 71 segg.; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, Lipsia 1915 (con bibliografia); A. Baudi di Vesme, in Atti della Soc. piem., ecc., 1918, p. 1; A. M. Brizio, in L'Arte, XXVII (1924), pp. 211-446; B. Berenson, Italian Pictures of the Reinassance, Oxford 1932.