defacciare
v. tr. Violare un sito web, mediante la sostituzione della sua pagina iniziale.
• Alla categoria dei Quiet, Paranoid, Skilled apparteneva senz’altro Kevin Mitnick, l’hacker più famoso del mondo, il re dell’«arte dell’intrusione», come recita il titolo del suo bestseller. «Magari è nel tuo sistema da mesi, anni e nessuno se n’è mai accorto. Non è un fracassone come i ragazzini, che vogliono essere notati e per andare sui giornali magari “defacciano”, sostituiscono la home page di un sito con un’altra». (Riccardo Staglianò, Repubblica, 24 maggio 2009, p. 33, Domenicale) • L’indirizzo web www.casaleggio.it è stato «defacciato». Al posto della homepage, un’immagine di LulzSec (famoso gruppo americano di cyber attivisti). Sono stati proprio gli hacker di Anonymous a colpire. (Federico Colosimo, Giornale d’Italia, 29 giugno 2013, p. 1, Prima pagina) • l’azione [di Anonymous] non era solo volta a cancellare i luoghi della propaganda religiosa integralista […], quanto a colpire gli amministratori dei forum pro-jihad e gli amministratori dei loro siti web «visto che solo in gennaio un system administrator di tre siti dell’Is è riuscito a penetrare e defacciare circa 20.000 domini francesi indipendentemente dalla loro rilevanza per la jihad». (Repubblica, 9 febbraio 2015, p. 15, Mondo).
- Adattato dal v. ingl. (to) deface.