DECUSSE (lat. decussis)
Nominale di bronzo che fa parte del sistema monetario romano, emesso una volta sola all'età del sistema semilibrale, circa il 300 a. C.; è il multiplo massimo dell'asse, del valore e del peso di dieci assi semilibrali. I suoi due tipi sono: l'effigie di Roma a destra con elmo frigio al dritto, la prua di nave a destra al rovescio. Sulle due facce è il segno del valore X. È la più pesante, più grossa e più bella di tutte le monete romane della repubblica. Come tutte le monete fuse di questo periodo è anepigrafa. Se ne conosce un solo esemplare autentico, nel medagliere del Museo Nazionale Romano, del diam. di mm. 123, del peso di gr. 1106,60.
Bibl.: G. Marchi e S. Tessieri, L'aes grave del Museo Kircheriano, 1839, cl. I, tav. I, pp. 17, 41; E. J. Haeberlin, Aes grave, Francoforte s. M. 1910, p. 117, n. 1, tav. 46, 1; L. S. Cesano, Le monete dell'ex Museo Kircheriano, I: Monete fuse, in Atti e Mem. dell'Ist. ital di numism., II (1915), p. 101, n. 113, tav. 5-6.