DECIUS (Decius? .... dicus?)
Bronzista di origine greca o romana, di epoca incerta (III-I sec. a. C.?). Plinio (Nat. hist., xxxiv, 44) ricorda che sul Campidoglio spiccavano due colossali teste di bronzo, donate da P. Lentulo che sappiamo console nel 57 a. C. Una era opera dello scultore greco Chares (v.); l'altra di Decius. Plinio aggiunge che l'opera di D. era di tanto inferiore a quella di Chares, da parere D. un artista di poco conto (... ut artificum minime probabilis videatur). Probabilmente la testa di D. figurava in un luogo così eminente non per i suoi pregi artistici, ma per le dimensioni colossali. Il nome (e quindi l'origine) di D. è molto dubbia, giacché nel miglior codice di Plinio (il Bambergensis, B) appare DICUS che indica perciò un nome greco. L'Urlichs accettando la lezione del cod. B., pensò di integrare in Pythodicus, scultore noto soltanto da un accenno di Plinio (Nat. hist., xxxiv, 85) che lo elenca tra coloro che non eccelsero per nessuna opera. Anche il periodo di attività di questo scultore è incerto: l'opera potrebbe risalire alla prima metà del III sec. a. C. come quella di Chares.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., I, Stoccarda 1889, p. 602; R. Pagenstecher, in Thieme-Becker, VIII, 1913, p. 518, s. v.; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 70; G. Becatti, Arte e gusto negli scrittori latini, Firenze 1950, p. 36.