ASCARELLI (Ascariel), Debora
Nacque a Roma nei primi decenni del secolo XVI e vi morì, come sembra, ultrasettantenne. Scarse e frammentarie sono le notizie date dai suoi biografi: ignoto resta anche il nome della famiglia cui l'A. appartemi.e prima di sposare Josepli Ascarelli, capo della comunità ebraica catalana accresciutasi a Roma dopo l'espulsione degli Ebrei dalla Spagna. Valente traduttrice dall'ebraico, l'A. raggiunse una notevole fama letteraria probabilmente favorita in tal senso dal prestigio che circondò la personalità del marito. Verso il 1540 l'A. era già nota per la traduzione in lingua italiana del Mahon Hascioalim ("Abitacolo degli Oranti"), opera poetica famosa del rabbino Mosè da Rieti. Nel 1562 l'editore David della Rocca prometteva in una lettera indirizzata alla "molto Magnifica e virtuosa Signora" di stampare le sue traduzioni: riunite in un volume furono pubblicate per la prima volta a Venezia nel 1601 o 1602.
In questo volume dedicato agli usi liturgici si leggono oltre all'Abitacolo degli Oranti, che suggerì il titolo dell'intera raccolta, il Benedici il Signore o anima mia del rabbino Bechajè il Pio, la Grande Confessione del rabbino Nissim (queste tradotte in prosa), nonché due poesie originali dell'A., il Ritratto di Susanna e Quanto è in me di Celeste, ispirate a un fervido sentimento religioso che si articola letterariamente secondo i modelli della lirica petrarchesca. Conclude il volume una poesia di incerto autore (forse Davide della Rocca), Ape, ingegnosa voli,che sottolinea le virtù poetiche della scrittrice.
Si è propensi a credere che altri lavori dell'A. siano andati perduti, se né le ricerche di Samuel Schaerf nelle biblioteche di Milano né quelle più recenti di Pellegrino Ascarelli negli archivi della comunità israelitica di Roma hanno dato risultati positivi.
Fonti e Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p. 1148; G. B. De Rossi, Diz. stor. degli autori ebrei e delle loro opere, I,Parma 1802, p. 56; P. L. Ferri, Bibliot. femminile ital., Padova 1842, p. 24; P. Ascarelli, D. A. poetessa, Roma 1925.