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Dead Ringers

di Hubert Niogret - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Dead Ringers

Hubert Niogret

(Canada 1988, Inseparabili, colore, 115m); regia: David Cronenberg; produzione: David Cronenberg, Marc Boyman per Mantle Clinic II; soggetto: dal romanzo Twins di Bari Wood e Jack Geasland; sceneggiatura: David Cronenberg, Norman Snider; fotografia: Peter Suschitzky; montaggio: Ronald Sanders; scenografia: Carol Spier; costumi: Denise Cronenberg; musica: Howard Shore.

I fratelli Mantle, gemelli identici, sono entrambi ginecologi; affermati sia in campo sociale che professionale, dirigono insieme una clinica ultramoderna e condividono lo stesso appartamento. Elliot, più sicuro di sé, ama tenere conferenze e riceverne gli onori, mentre Beverly si accontenta di vivere di riflesso il successo del fratello e preferisce le ricerche di laboratorio alle apparizioni in pubblico. Claire Niveau, celebre attrice, consulta la clinica Mantle temendo di non poter avere figli. Sedotta una prima volta da Elliot, senza rendersene conto la donna diventa l'amante di Beverly, che si innamora di lei. Avendo scoperto che uno dei due fratelli è fragile quanto l'altro è forte e prevalente, Claire cerca di sottrarre Beverly all'influenza del gemello, ma riesce soltanto a trasmettergli la propria attrazione per sonniferi e stupefacenti. Quando lei parte per lavoro, Beverly precipita nella droga e nella follia. Per recuperare il fratello e cercare di salvarlo, Elliot lo sottopone a un trattamento di disintossicazione, ma la deriva dei fratelli Mantle è cominciata. Allarmato dai comportamenti deliranti di Beverly, l'ordine dei medici chiude la clinica Mantle. I gemelli si segregano in casa, e interrompono i contatti con il mondo, regredendo verso l'infanzia e con-segnandosi a un destino comune. Beverly infine squarcia il torace di Elliot con strumenti chirurgici che lui stesso ha inventato per separare i gemelli siamesi, quindi si lascia morire abbracciato al cadavere del fratello.

Affascinati fin dall'infanzia dal sesso, dall'anatomia e dalle sue aberrazioni, i fratelli Mantle sono i protagonisti di questo racconto di orrore psicologico, che potrebbe anche essere il soggetto di un film gore o gotico, se non fosse girato in uno stile così classico, con una freddezza glaciale che non lascia spazio ad alcuna deriva, ad alcun compiacimento, ad alcun effetto sensazionalistico. Tanto più che David Cronenberg è attratto dall'anormalità dissimulata dietro l'apparenza più anodina, dietro i comportamenti più riservati. Soltanto il colore rosso degli abiti chirurgici, religiosamente infilati come porpore cardinalizie, riesce a fratturare un universo declinato nei toni grigio-azzurri del mondo urbano e in quelli acciaio degli strumenti. Tratto da un romanzo intitolato Twins, Dead Ringers è un film sulla gemellanza, sui problemi che essa comporta (l'interscambiabilità degli individui, che i fratelli sfruttano a proprio vantaggio nei confronti dell'esterno), sulle differenze soggette a reversibilità (Elliot, prendendosi cura di Beverly per disintossicarlo, diviene a sua volta dipendente), sul superamento dei limiti. In un sogno in cui i due gemelli condividono il letto di Claire, quest'ultima recide il cordone ombelicale che unisce i fratelli siamesi, mentre nella straziante sequenza finale il fratello dominato commette l'irreparabile sul fratello dominante, utilizzando gli strumenti che sono la prova della sua confusione tra i vivi e i morti. Immersi nella luce fredda e sepolcrale di Peter Suschitzky, i due gemelli complementari (d'altronde Beverly è un nome femminile), responsabili della nascita degli esseri viventi, si muovono verso una morte inevitabile. Gestori della fertilità femminile in virtù della loro specializzazione medica, essi giungono soltanto all'autodistruzione, irrisoria scissione dalla loro fragile virilità.

La grande precisione nella regia (inquadrature, movimenti, montaggio, direzione degli attori) e la sobrietà nell'utilizzo di elementi che potrebbero produrre un forte impatto permettono a Cronenberg di non abusare mai della perversione del soggetto, ma di comunicare soltanto un turbamento, di renderci sensibili alle angosce che devastano i protagonisti. La freddezza del suo stile è l'illusoria garanzia che ci permette di avventurarci al di là dei limiti. La padronanza tecnica del cineasta nell'utilizzo dei trucchi (quando i due gemelli appaiono nella stessa inquadratura, il raddoppiamento dell'attore generalmente è ottenuto tramite un seconda ripresa della stessa scena) permette allo spettatore di credere alla realtà dei due gemelli interpretati dallo stesso attore. E la straordinaria prova di Jeremy Irons, che riesce a rendere percepibili anche le minime differenze di comportamento e di psicologia tra i due fratelli con l'aiuto di semplici espedienti tecnici (per Elliot una pettinatura diversa, un maquillage più levigato e abiti più raffinati), contribuisce in gran parte al fascino che il film esercita sullo spettatore, pur destabilizzandolo costantemente. Grande esploratore delle angosce umane, Cronenberg spesso ha scelto di sperimentare generi collaudati in maniera completamente diversa da altri cineasti. L'orrore e il terrore sono armi che egli centellina più di quanto non sfrutti. Cineasta in grado di mettere a disa-gio lo spettatore, nell'America del Nord non ha mai riscosso grandi successi, mentre in Europa è considerato uno dei grandi autori contemporanei. Rifiutando il compromesso della vicina industria hollywoodiana, ha sempre preferito continuare una carriera assolutamente coerente e personale, forse più discreta, ma in cui può realizzare le opere che desidera portandole al di là dei limiti normalmente consentiti (vedi i problemi di accoglienza incontrati da Crash, 1996, in Gran Bretagna). E gli abissi della psiche che egli svela, il suo gusto del macabro, le angosce esistenziali che mette in scena senza alcuna contropartita liberatoria per lo spettatore, certo non lasciano indenni.

Interpreti e personaggi: Jeremy Irons (Beverly ed Elliot Mantle), Geneviève Bujold (Claire Niveau), Heidi von Palleske (Cary Weiler), Barbara Gordon (Danuta), Shirley Douglas (Laura), Stephen Lack (Anders Wolleck), Nick Nichols (Leo), Lynne Cormack (Arlene), Damir Andrei (Birchall), Miriam Newhouse (Mrs. Bookman), David Hughes (sovrintendente), Richard W. Farrell (preside della Facoltà di Medicina), Warren Davis (professore del corso di anatomia), Jonathan Haley (Beverly a nove anni), Nicholas Haley (Elliot a nove anni).

Bibliografia

K. Jaehne, Double Trouble, in "Film Comment", n. 5, September-October 1988.

P. Cook, Dead Ringers, in "Monthly Film Bulletin", n. 660, January 1989.

'Dead Ringers' de David Cronenberg, in "Cahiers du cinéma", n. 416, février 1989 (con interventi di I. Katsahnias e C. Tesson).

F. Ramasse, La chair dans l'âme, in "Positif", n. 337, mars 1989; Inseparabili, in "Filmcritica", n. 393, marzo 1989 (con interventi di E. Bruno e P. Vernaglione).

Speciale 'Inseparabili', in "Cineforum", n. 283, aprile 1989 (con interventi di M. Sesti, E. Martini, F. Chiacchiari).

A. Stanbrook, Cronenberg's Creative Cancers, in "Sight & Sound", n. 1, winter 1988/89.

B. Creed, Phallic Panic: Male Hysteria and 'Dead Ringers', in "Screen", n. 2, summer 1990.

S. Grunberg, 'Inseparabili' ovvero la prova della solitudine, in La bellezza interiore. Il cinema di David Cronenberg, a cura di M. Canosa, Recco 1995.

Vedi anche
David Cronenberg Cronenberg ‹króunënbëëġ›, David. - Regista e sceneggiatore cinematografico canadese (n. Toronto 1943). Dopo essersi laureato alla University of Toronto (1967), si è avvicinato al cinema con i cortometraggi Transfer (1966), From the drain (1967), Stereo (1969) e Crimes of the future (1970). Nel 1975 ha ... sceneggiatura La ripartizione in scene di un’opera teatrale, cinematografica o radiotelevisiva e il testo in cui è fissata. ● Nella cinematografia, la sceneggiatura è l’ultima fase dell’elaborazione scritta del soggetto del film: infatti designa la costruzione della struttura narrativa del film che precede le riprese, ... scenografìa scenografìa Insieme degli elementi, dipinti o plastici, presenti in uno spazio scenico. origini e sviluppo Le origini della scenografia risalgono alla nascita del teatro. Aristotele considerò l'apparato scenico come uno dei sei elementi costitutivi della tragedia (in quanto agisce psicologicamente sull'animo ... etimologia Disciplina linguistica che studia la storia delle parole, risalendo fino al punto della storia o della preistoria di un vocabolo ( etimo) in cui esso risulta appartenente a una famiglia di altri vocaboli. Quando le somiglianze non sono ovvie, bisogna risalire con i documenti o con congetture verosimili ...
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dead zone loc. s.le f. Zona priva di ogni forma di vita. ◆ Gli scienziati americani la chiamano «Dead zone», zona morta, perché niente vi può crescere. Ma non si tratta di un deserto né di un lago salato. Piuttosto, è una porzione di oceano...
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