Libro contenente la denuncia delle tre religioni storiche come imposture e dei rispettivi fondatori (Mosè, Cristo, Maometto) come impostori. Stampato per la prima volta in Germania verso la metà del Settecento, ma con la data del 1598, è citato più volte nelle polemiche contro atei, deisti e ‘libertini’ del Seicento, come un testo ‘clandestino’, che nessuno aveva letto ma del quale tutti sembravano conoscere il contenuto; di volta in volta era attribuito agli ‘eretici’ più in vista per antica fama o per polemiche recenti: da Federico II a Rabelais, da Serveto a Machiavelli, da Pomponazzi a Bruno e Vanini. Il problema dell’origine dello scritto e del suo autore resta aperto, ma non è possibile farlo risalire più indietro della metà del Seicento.