DE SANTIS (De Sanctis)
Musicisti attivi a Roma fra il 1650 e il 1750, appartenenti alla stessa famiglia, ma dei quali si ignora il grado di parentela.
Bernardino, di cui sono ignote le date di nascita e di morte, fu cantore, membro della piccola cappella musicale della chiesa di S. Giacomo degl'Incurabili (oggi "in Augusta") a partire dal 1655. Il 19 febbr. 1683, quale successore di A. Scarlatti, fu nominato maestro di cappella. La lista dei Musici diRoma nell'anno che il sig. Gio. Paolo Colonna si portò a Roma, del 1694, lo indica ancora maestro ed organista di S. Giacomo degl'Incurabili. Le lacune dell'archivio dell'ospedale di S. Giacomo non permettono di sapere quando lasciasse questo posto: vi era comunque ancora nel mese di luglio 1697. Nell'autunno 1683 il D. non risulta fra i firmatari degli statuti nuovi della Congregazione dei musici di Roma di S. Cecilia, malgrado fosse membro di questo sodalizio sin dal 1º luglio 1676. Il suo nome non appare nelle Rubriche dei testamenti dell'ArchivioUrbano conservato presso l'Archivio Capitolino di Roma.
Giacomo, di cui si ignorano le date di nascita e di morte, fu organista della chiesa di S. Ivo dei Brettoni dal 1657 fino al 31 maggio 1675. Questa chiesa, gestita dalla Congregazione dei Francesi di Roma, aveva un solo organista. Il suo nome non appare mai nelle liste, spesso incomplete, della Congregazione dei musici. La sua identificazione con "don Giacomo De Santis", organista del duomo di Alatri dal 1638 al 1646, appare poco probabile, dato che non è mai chiamato "don" nei documenti dell'Archivio dei Francesi.
Giuseppe fu organista di S. Giacomo degli Spagnoli dal 1º maggio 1668 a tutto il febbraio 1702. Un Giuseppe De Santis risulta quale soprano a S. Luigi dei Francesi dal dicembre 1652 a tutto il dicembre 1653; molto probabilmente si tratta del D., ancora ragazzo, il che consentirebbe di fissare la data approssimativa della nascita tra il 1638 e il 1642. Molto attivo nella Congregazione dei musici di Roma, ne fu eletto guardiano a diverse riprese a partire dal 1689. Dallo stesso anno comincia ad apparire nelle liste dei musicisti che Alessandro Melani riuniva per le musiche festive di S. Luigi dei Francesi.
Dalla lista dei Musici di Roma del 1694 risulta che serviva anche come maestro di cappella per "la Salve" della chiesa di S. Maria in Monte Santo. Il 12 marzo 1697 gli amministratori della chiesa degli Spagnoli - seguendo la raccomandazione del maestro di cappella, Francesco Grassi, detto "il Bassetto" - accordarono al D. la grazia di fargli succedere suo figlio Marco all'organo della loro chiesa. L'ultima firma di Giuseppe nei documenti contabili degli Spagnoli è per la ricevuta del salario di febbraio 1702. Il suo nome non appare nelle Rubriche di testamenti dell'Archivio Urbano.
Di Giuseppe si conoscono cinque cantate, per soprano e basso continuo, conservate nella Biblioteca apostolica Vaticana: Affligetemi pur, Ardea Dorillo, Già che Filli spietata, Se sperasse un fidoamante (Chig. IV 17 e 18), A morire infelice core (Barb. lat. 4147). Esse rivestono particolare interesse perché fanno presagire l'abbandono dello stile affermatosi a Roma in questo genere musicale con Luigi Rossi e Giacomo Carissimi; il gioco contrappuntistico tra voce e basso è spesso ricercato e vi si manifesta la solida formazione musicale degli organisti romani.
Girolamo - di cui ignoriamo le date di nascita e morte - fu cantore basso ed organista, e il suo nome risulta negli statuti nuovi di S. Cecilia nell'autunno 1683. Il 15 apr. 1689 venne eletto organista della Chiesa Nuova, e nel dicembre seguente il cardinale Francesco Maidalchini tentò invano di farlo nominare cantore soprannumerario della cappella pontificia. Prima della quaresima del 1691 lasciò l'organo della Chiesa Nuova, apparendo nella lista dei Musici di Roma del 1694 come cantore basso de "la Salve" di S. Maria in Montesanto, dove Giuseppe serviva come maestro di cappella. Nell'Archivio Urbano si trova il testamento di un certo Girolamo De Santis, registrato il 21 dic. 1696 (notaio Agapito Ficedula), non identificabile con certezza con il D. per la mancanza di precisi riferimenti documentari.
Marco, figlio di Giuseppe, probabilmente nato tra il 1675 e il 1679, fu organista come il padre, e cominciò a sostituirlo saltuariamente a S. Giacomo degli Spagnoli nel luglio 1697. In questa sede, nell'aprile 1703 riscosse un doppio salario, probabilmente per aver prestato mansioni di maestro di cappella per le musiche della settimana santa: infatti. il predecessore Francesco Grassi morì nel mese di marzo 1703 e non venne sostituito prima del 1704. Marco assicurò un'altra volta l'interim di maestro di cappella a S. Giacomo degli Spagnoli nel 1721 e 1722; i registri dei mandati degli anni seguenti non indicano il nome dell'organista.
Un Filippo appare come organista di rinforzo a S. Luigi dei Francesi, per la musica della festa del Corpus Domini, il 10 giugno 1703.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, Ospedale di S. Giacomo, n. 946, Registro dei mandati, 1694-1701 (non foliato); Bibl. ap. Vaticana, Cappella Sistina, Diari n. 108, f. 184 (4 dic. 1689); Roma, Archivio della Congregazione degli Spagnoli, nn. 1137, Ricevute di musici (1668-1710); 711, Actas de la Congregaciòn (1692-1703); 267, Cuentas 1721; 372, Registro de mandati, 1719-1728; Roma, Archivio Capitolino, Archivio Urbano, Rubriche dei testamenti, 1691-1710; R. Casimiri, L'antica Congregazione di S. Cecilia, in Note d'archivio, I (1924), pp. 116-129, 355-375; A. Sacchetti Sassetti, La cappella musicale del duomo di Alatri, Rieti 1956, p. 5; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accademia di S. Cecilia, I, Roma 1970, pp. 176 s., 186; A. Morelli, L'oratorio e la cappella musicale dei filippini in Roma 1575-1705, tesi di laurea, Università di Bologna, facoltà di lettere, a.a. 1983-84, p. 53; Id., A. Scarlatti maestro di cappella in Roma ed alcuni suoi oratori. Nuovi documenti, in Note d'archivio, n. s., II (1984), pp. 117-144; O. Mischiati, Una statistica della musica a Roma nel 1694, ibid., n. s., 1 (1983), pp. 209-227; J. Lionnet, La musique à Saint Louis des Français de Rome au XVII siècle, ibid., n. s., III (1985), Suppl., pp. 82, 107; IV (1986), Suppl., pp. 169-203.