DE ROSSI, Giovanni Battista
Erudito ed archeologo (Roma 1822 - Castelgandolfo 1894). Fu il primo ad occuparsi di archeologia cristiana da un punto di vista scientifico, e non esclusivamente apologetico-religioso; dopo la morte del Bosio, nessuno studioso, difatti, aveva tentato di risolvere i problemi di questa disciplina, e di porre fine alle confusioni che in questo campo si facevano tra monumenti medievali e cristiani, tra credenze basate sulla verità e quelle frutto di pia fantasia (v. archeologia, C).
Il D. R. studiò al Collegio Romano, e, nel 1843, si laureò in legge. Divenuto intimo di B. Marchi e di Angelo Mai, fu da quest'ultimo nominato scrittore della Biblioteca Vaticana. Sulle tracce dell'opera del Bosio, che egli ammirava, ma introducendo nelle sue ricerche razionali criterî critici, quali il confronto fra i documenti ed i ritrovamenti che andava facendo, cominciò le sue scoperte (1847-50) con l'esplorazione del cimitero che fu poi riconosciuto per quello di Pretestato, e nel 1852 espose i primi risultati del suo metodo. Dalla scoperta del sepolcro di papa Cornelio, riuscì ad identificare nei suoi veri limiti il cimitero di Callisto. Dal 1854 al 1860 si successero le sue scoperte, con l'identificazione del sepolcro di Cecilia, di quello di S. Eusebio, dell'ipogeo dei Flavi nelle catacombe di Domitilla, della cripta di S. Ippolito, ecc. Dal 1863, e per i trenta anni successivi, egli redasse da solo il Bullettino di Archeologia Cristiana, che poi, col titolo di Nuovo Bullettino, fu continuato da suoi scolari, fra i quali il Marucchi. I tre volumi della sua Roma sotterranea, usciti rispettivamente nel 1864, 1867, 1877, contengono, oltre all'illustrazione del cimitero di Callisto e di quello di Generosa, l'analisi dei documenti antichi e la storia delle antichità cristiane e in particolare dei cimiteri. È anche importante la sua raccolta di iscrizioni cristiane anteriori al VII sec., uscita in due volumi (1861 e 1888); il Mommsen stesso riconobbe il valore dell'opera di epigrafista del D. R. e delle sue ricerche di manoscritti, che aprirono la via alla conoscenza di luoghi ignorati. Il D. R. fu invitato dall'Accademia di Berlino a collaborare al Corpus Inscriptionum Latinarum; curò la pubblicazione delle opere del Borghesi e si occupò anche validamente di topografia romana, come dimostrano la sua opera Piante icnografiche e prospettiche di Roma del 1879 e le sue note sugli scritti di Pomponio Leto e del Nolli. Il suo interesse si volse anche agli studi biblici (in particolare sul Codice Amiatino e sulla Biblia Pauperum) e del Medioevo. La sua opera sui mosaici cristiani fu completata poi dallo Stevenson mentre, insieme al Duchesne, egli pubblicò il Martyriologium Hieronymianum (Bruxelles 1894). Socio di numerose accademie, fu anche presidente della Pontificia Accademia di Archeologia.
Bibl.: L'elenco completo delle opere del D. R. in un Album a lui offerto da G. Gatti, nel 1892, aggiornato nel Bull. Arch. Crist., del 1894; H. Leclerq, in Cabrol-Leclerq, Dict. Arch. Chrét., XV, i, 1950, cc. 18-100, s. v.