DE NEGRI, Giovanni Battista
Nato ad Alessandria il 30 luglio 1851 da Sebastiano e Lucia di Casirolo, intraprese gli studi di canto nella sua città a partire dal 1873, dapprima con il maestro Moretti e successivamente con C. Guasco, il creatore dei ruoli verdiani di Oronte ne I Lombardi alla prima crociata, di Ernani e di Foresto nell'Attila. Trasferitosi a Milano, si perfezionò con Luigia Abbadia, soprano di forte temperamento e tra le prime interpreti dell'Oberto, conte di San Bonifacio di G. Verdi.
Esordì il 26 dic. 1876 al teatro Sociale di Bergamo nella Diana diChaverny diF. Sangiorgi, sotto la direzione di G. Cairati, insieme con il soprano N. Bonal e il basso L. Calcaterra, facendosi ammirare per il bel timbro tenorile. Dopo questa prima affermazione, riscosse nello stesso teatro un vero successo nel Poliuto di G. Donizetti all'inizio del 1877 (cfr. Gazzettadi Bergamo, 12genn. 1877). Nell'aprile dello stesso anno cantò ad Asti nella Mariadi Rohan diDonizetti, poi al teatro Nuovo di Verona, protagonista del Conte Verde di G. Libani.
Nel 1878 fu scritturato al Narodne Kazalište di Zagabria, tornandovi più volte sino al 1882 quale interprete di opere verdiane (Ernani, Un balloin maschera, Il Trovatore, Aida), di V. Bellini (Norma), Donizetti (Lucrezia Borgia), G. Meyerbeer (Roberto il diavolo) e partecipando alla prima assoluta di Lizinka di J. Zajc, che cantò in lingua croata. A Zagabria conobbe la baronessa Fanny Scotti, ottima pianista, che sposò a Vienna tre anni dopo e da cui ebbe una figlia, Margot, anch'essa cantante. Ormai affermato come cantante verdiano, nell'aprile 1881 apparve in Traviata, al teatro Nazionale di Budapest, e in quest'opera confermò le sue qualità di interprete raffinato ed efficace.
Tornato in Italia, cantò al politeama Rossetti di Trieste nella Jone di E. Petrella e nella Norma accanto alla celebre Anna D'Angeri, poi nel novembre dello stesso anno fu allo Zemské Divadlo di Praga in ruoli di repertorio. Iniziò da questo momento un'attività incessante che lo portò sulle scene dei maggiori teatri italiani e stranieri. Nel 1882 fu al teatro Vittorio Emanuele di Messina, interpretando per la prima volta Il profeta di Meyerbeer, che gli valse da parte della critica locale un entusiastico apprezzamento per la bellissima voce tenorile, l'ottima tecnica e la straordinaria presenza scenica (cfr. Gazzetta di Messina, 1ºgenn. 1883); nello stesso teatro affrontò poi con successo ruoli di opere donizettiane e verdiane, riscuotendo particolari consensi quale protagonista di Ernani, che diverrà da questo momento uno dei personaggi a lui congeniali per l'esuberante e baldanzosa vocalità. Nel luglio 1883 fu sulle scene del teatro Principe Alfonso di Madrid in opere di repertorio e, tornato in Italia, esordì nel Simon Boccanegra diVerdi al teatro Comunale di Trieste; dopo un trionfale successo nella Gioconda di A. Ponchielli a Venezia, partì per Vienna, ospite del Karlstheater, ove, oltre ai ruoli consueti, esordì in Rigoletto di Verdi, con cui offrì un'altra dimostrazione del suo talento interpretativo. La grande versatilità gli consentì di arricchire ulteriormente il suo già vasto repertorio e nell'ottobre dello stesso 1883 fu a Treviso per Ruy Blas di F. Marchetti e Lohengrin di R. Wagner.
La grande facilità nell'affrontare nuove partiture fece del D. uno dei cantanti più richiesti dai teatri di tutta l'Europa. Nella stagione di carnevale 1885-86 apparve sulle scene del teatro Regio di Torino nell'Ebrea diF. Halevy e nel Ducad'Alba di Donizetti; dall'estate all'autunno del 1886 cantò quasi ininterrottamente al teatro Wielki di Varsavia in tutti i ruoli del suo repertorio, mentre nel carnevale 1887 fu a Barcellona ne La forza del destino di Verdi, nel Freischütz diC. M. von Weber e nel Tannhäuser di Wagner. Dall'estate all'autunno del 1887 tornò a Varsavia riprendendo le opere della precedente stagione, alle quali aggiunse il Faust di C. Gounod.
Evento importante nella sua carriera fu il trionfale debutto nel ruolo di Otello nel capolavoro verdiano al teatro Regio di Torino il 26 dic. 1887: il successo ottenuto fu tale che il D. interpretò il ruolo per ben ventiquattro rappresentazioni, alternandole con dodici di Aida, dopodiché fu Otello a Fermo, a Treviso, a Genova (1888), a Buenos Aires ed a Pietroburgo (1890). Il 15 genn. 1891 ebbe finalmente la sua consacrazione alla Scala nel Simon Boccanegra diVerdi, accanto ad A. Cattaneo e a M. Battistini, sotto la direzione di F. Faccio: la critica milanese, elogiando la sua prestazione evidenziò l'adesione delle qualità canore alle opere di Verdi (Corriere della sera, 16-17 genn. 1890).
Tornato nel febbraio dello stesso anno al Carlo Felice di Genova per un applaudito Otello accanto a C. Ferrani., fu subito dopo al teatro alla Scala per la prima assoluta de IlCondor di C. Gomes diretto da L. Mugnone, con Hericlea Darclée nel ruolo di Odaled. Il successo dell'opera fu in gran parte merito del D., ammirato per la sua voce forte, estesa, che s'imponeva e riproduceva con fierezza tutta la passione del personaggio interpretato (Gazz. teatrale italiana, 6 marzo 1891).
Tornò ancora alla Scala nel dicembre 1892 per Tannhäuser di Wagner con la Darclée (Elisabetta), riscuotendo unanimi consensi per il vigore interpretativo e la nitidezza dell'emissione; il successo scaligero divenne trionfo nell'Otello, interpretato accanto a T. Arkel e V. Maurel quando il ricordo di Tamagno era ancora vivissimo. Ammirato dalla critica e dal pubblico, fu apprezzato anche dagli estimatori di F. Tamagno che, pur non riconoscendogli la stessa potenza vocale, ne ammisero la superiorità nella varietà del colorito drammatico. Richiesto da tutti i teatri italiani, nello stesso anno fu ancora Otello al teatro Costanzi di Roma (ancora con la Darclée e sotto la bacchetta di E. Mascheroni), ove interpretò anche il ruolo di Adorno nel Simon Boccanegra. Dopoun periodo di riposo tra Alessandria Brunnen e Zurigo, tornò alla Scala nel 1894 con il personaggio di Siegmund nella Walkiria di Wagner in prima italiana assoluta. Fu poi a Canelli per la prima assoluta de L'assedio di Canelli di D. Thermignon (settembre 1894) e subito dopo al teatro Real di Madrid in Tannhäuser.
Verso la fine del 1894 ricevette da Mascagni la proposta di creare il ruolo del protagonista nella sua nuova opera Guglielmo Ratcliff; dopo iniziali indecisioni per l'estrema difficoltà della parte, affrontò lo spartito e nel giro di pochi giorni fu in grado di debuttare alla Scala sotto la direzione dello stesso Mascagni, accanto a D. Rogers, A. Stehele e G. Pacini (17 febbr. 1895); alla prima erano presenti Puccini, Franchetti, Gomes, Giacosa ed E. Praga.
In questa occasione il D. riscosse un successo personale e la critica ne ammirò ancora una volta, accanto alle straordinarie doti vocali, il vigore espressivo, il possente fraseggio, l'efficacia drammatica nel rendere le più sottili sfumature del difficile personaggio.
Alla fine del 1895 cantò in Tannhäuser al teatro Carlo Felice di Genova, diretto dall'allora giovanissimo A. Toscanini; anche in questa occasione il successo di pubblico e di critica fu entusiasmante ed egli fu giudicato l'interprete ideale "per una musica la quale non solo esige il canto, ma benanco l'accento, l'azione, l'incarnazione perfetta del personaggio" (IlCaffaro, in Gazz. teatrale italiana, 23 dic. 1895). Dopo Guglielmo Ratcliff ancora a Genova nel gennaio 1896, tornò alla Scala per il suo debutto in Sansone e Dalila di C. Saint-Saëns accanto a F. Litwinne; anche in questa occasione diede un'ulteriore prova della sua straordinaria versatilità interpretativa, riuscendo a superare tutti i tenori che lo avevano preceduto per la capacità di sottolineare le più riposte sfumature psicologiche del personaggio.
La sua attività lungo le stagioni 1894-95 e 1895-96 fu particolarmente stressante per l'ininterrotto succedersi di ruoli di estrema difficoltà e diverso stile vocale. Probabilmente questa fu la causa del malore occorsogli nel 1896 che lo costrinse a sottoporsi ad una serie di delicati interventi chirurgici.
Ripresa l'attività, dopo alcune faticose rappresentazioni decise di abbandonare le scene, cui diede l'addio nella stagione di carnevale del 1897-98, cantando ancora in Tannhäuser e Sansone e Dalila al teatro Comunale di Trieste. Si dedicò quindi all'insegnamento, ma con l'avvento del fonografò non rinunciò a incidere alcuni dischi, registrando nel 1902 alcune arie dall'Otello e dalla Norma (International Zonophone, nn. 1561, 1564, 1566, poi reincisi negli anni 1955-60 per la Historic Record Society di Chicago, la Rococò Record di Toronto e la Top Artists platters di New York).
Morì a Nizza Monferrato il 3 apr. 1924.
Oggi completamente dimenticato, il D. fu alla fine del sec. XIX artista universalmente ammirato e acclamato al pari di Tamagno per l'eccezionale musicalità e la grandissima versatilità che gli consentì di affrontare ruoli tra i più diversi anche sul piano vocale, in cui cercò sempre di offrire interpretazioni originali e raffinate che destarono veri e propri deliri nelle platee italiane e straniere.
Fonti e Bibl.: Critiche in Gazzetta di Bergamo, 12 genn. 1877; Gazzetta di Messina, 1º genn. 1883; Gazzetta piemontese, 2 dic. 1887; Corriere della sera, 16-17 genn. 1890; Gazzetta teatrale italiana, 4 febbr. 1890; 6 marzo 1891; 21 genn. 1892; 18 febbr. 1892; 7 maggio 1892; 18 febbr. 1895; 23 dic. 1895; 22 genn. 1896; 19 febbr. 1896; A. Brocca, Ilteatro Carlo Felice di Genova, Genova 1898, pp. 132 s., 144 s., 167; C. Gatti, Ilteatro alla Scala, Milano 1964, I, pp. 163, 167 s., 172, 180, 183, 186, 228; II, pp. 63 ss.; Le grandi voci, diz. critico biograf. dei cantanti, Roma 1964, p. 235; G. Berutto, Icantanti piemontesi, Torino 1972, pp. 100 s.; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, IV, Roma 1977, pp. 20 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 433; Enc. dello spett., IV, col. 469; Enc. della musica Ricordi, II, p. 37; La Musica, Diz., I, pp. 511 s.; K. J. Kutsch-L. Riemens, Unvergängliche Stimmen-Sängerlexicon, Bern 1975, p. 168.