DE FRANCISCI GERBINO, Giovanni
Nacque a Palermo nel 1883 da Pietro De Francisci e da Brigida Gerbino. Laureatosi in giurisprudenza a Palermo nel 1903, ottenne l'abilitazione alla libera docenza nel 1907 e nel 1915 vinse il concorso alla cattedra di scienza delle finanze all'università di Cagliari, dalla quale nel 1917 passò all'istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Palermo prima come titolare di scienza delle finanze e poi di economia politica. Come professore ordinario insegnò all'università di Palermo fino alla morte, divenendo preside della facoltà di economia e commercio negli anni Quaranta. Studioso dei problemi dell'economia siciliana, fu anche direttore dell'osservatorio di economia agraria presso l'Ente di colonizzazione del latifondo siciliano.
Gli interessi scientifici del D., riflettendo l'impronta data agli studi finanziari da G. Ricca Salerno, come egli stesso ricorda nella necrologia di Fabrizio Natoli, suo collega nell'ateneo siciliano (in Giornale degli economisti, XL [1925], pp. 43 ss.), si concentrarono prevalentemente nel campo della scienza delle finanze sia dal punto di vista empirico e statistico, sia in senso teorico.
Furono in particolare le diverse manifestazioni della capacità contributiva e la tensione verso un'integrazione reciproca dei differenti istituti tributari gli aspetti della dottrina e della pratica finanziaria che maggiormente interessarono l'economista palermitano. Mentre i problemi posti dalla finanza locale, quelli sorti con la crisi fiscale degli Stati nel periodo successivo al primo conflitto mondiale, e le proposte di riforma tributaria costituiscono i referenti della prima fase di attività del D., furono soprattutto le questioni connesse col commercio e coll'integrazione internazionale dell'economia e quelle legate alla produzione agricola che caratterizzarono l'impegno accademico ed istituzionale del D. negli anni tra le due guerre e immediatamente dopo la riapertura degli scambi commerciali successivi al conflitto. Il D. partecipò, per esempio, al convegno di politica degli scambi internazionali tenutosi a Roma nel 1948.
Bisogna osservare, tuttavia, che in contrasto con quanto può risultare da un primo esame della produzione scientifica del D., che è - almeno nella scienza delle finanze - dedicata all'analisi di forme ed istituti tributari poco studiati, l'economista palermitano fu autore di opere di sistemazione generale e di impianto complessivo, come dimostrano soprattutto le Lezioni di economia, pubblicate a Padova nel 1947, che riprendono precedenti lavori (ad esempio Economia politica corporativa, 3 ed., Palermo 1939), il Corso di economia e politica agraria, uscito sempre a Padova nel 1938 e lo stesso volume sulle Tasse nella dottrina e nel diritto finanziario pubblicato a Palermo nel 1910. Sempre in questo ambito si può evidenziare in particolare il contributo dato alla storia del pensiero economico con un volume dedicato all'esposizione della evoluzione generale della teoria economica dall'antichità (Lezioni di economia, IV, "Lo studio del pensiero economico"). Per delineare questa ampia visione d'assieme che caratterizza i lavori del D. si può far riferimento ad una serie di scritti, apparsi tra il 1909 ed il 1912, che segnano un periodo di intensa attività scientifica dell'economista siciliano. A questa fase, che coincide anche con i primi anni della carriera accademica del D., appartengono sia scritti che svolgono alcuni temi emersi nel dibattito di politica economico-sociale degli ultimi due decenni dell'Ottocento - e segnatamente quelli connessi alla questione della municipalizzazione dei servizi e al ruolo nuovo assunto dai comuni nella amministrazione pubblica - sia saggi di teoria e tecnica tributaria. Così, dopo aver pubblicato alcuni studi sui problemi del commercio internazionale e sulla tradizionale contrapposizione tra protezionismo e liberismo, con particolare riferimento alla legislazione che regola i flussi commerciali tra i vari paesi (il volume Commercio internazionale e politica commerciale uscì a Palermo nel 1907), il D. pubblicava sempre a Palermo nel 1909 gli Studi sui prestiti comunali.
In quest'opera, che considerava l'incremento progressivo dei debiti pubblici come uno dei problemi più preoccupanti della finanza locale, il D. esaminava la natura, le forme e la fonte dei debiti e dei prestiti comunali, rilevando opportunamente l'assenza di una indagine approfondita dei prestiti comunali nel contesto della teoria generale dei prestiti pubblici. Nel lavoro dell'anno successivo sulle Tasse nella dottrina e nel diritto finanziario, allo stesso modo si sottolineavano le lacune più generali della teoria della tassazione, che veniva considerata in "aperto dissidio colla pratica legislativa" sia per la scarsa attenzione prestata al problema complessivo della ripartizione del carico tributario considerato distintamente da quello della determinazione dell'ammontare complessivo dei tributi, sia per lo scarso rilievo attribuito ad alcune forme di tributi (come le tasse relative agli atti giuridici, amministrativi, allo stato civile e all'istruzione, alle proprietà artistiche e industriali e ai mezzi di scambio e di comunicazione esaminate nella seconda parte del volume).
In questo stesso periodo si collocano anche alcuni scritti del D. sulle imposte patrimoniali che presentano i due aspetti precedentemente ricordati: l'analisi tecnica dei tipi di imposte che rientrano nella categoria studiata e l'approfondimento storico dei concetti generali utilizzati nel corso dell'indagine. Il saggio Sul concetto di reddito in relazione al consumo, come del resto quello Sul concetto di patrimonio e sulla sua funzione dal punto di vista tributario, apparsi entrambi sul Giornale degli economisti (XXI [1911], pp. 160-80 e 407-37), forniscono appunto la base teorica o, comunque, anticipano le categorie dei due volumi: Le imposte patrimoniali e la valutazione del patrimonio fondiario, uscito a Milano nel 1912 e Le imposte nel trasferimento della proprietà immobiliare, pubblicato sempre a Milano nel 1914.
La distinzione tra i concetti di reddito e patrimonio, come del resto quella tra reddito e consumo, operata nei primi due scritti, fornisce la base per l'analisi dei diversi metodi di valutazione del patrimonio e del patrimonio fondiario in particolare, che è l'oggetto degli studi immediatamente successivi. In particolare nel lavoro del 1912 il D. sosteneva come necessaria una maggiore tassazione sul possesso del patrimonio e sulle successioni, nonché del patrimonio cosiddetto improduttivo; una tassazione indiretta del valore prospettivo del patrimonio da qualunque fonte esso derivi come manifestazione di una maggiore capacità contributiva.
Della costante preoccupazione per le condizioni dell'economia siciliana (cfr. ad esempio l'esame dell'annata agraria contenuto in L'agricoltura in Sicilia nel 1927. I tributi erariali, uscito in Notizie dell'economia siciliana, VI [1927]) sono una testimonianza gli scritti connessi all'attività nell'osservatorio economico dell'Ente di colonizzazione del latifondo siciliano. In seguito commentava con favore il contratto collettivo "per la conduzione a colonia con obbligo di miglioria" delle unità poderali del latifondo siciliano stipulato nell'agosto 1940 tra la Confederazione fascista degli agricoltori e la Confederazione fascista dei lavoratori dell'agricoltura. Il contratto era "un elemento essenziale per l'attuazione dei fini sociali, demografici ed economici che si vogliono raggiungere e che si raggiungeranno in Sicilia con l'assalto al latifondo e che presuppongono, appunto, un contatto stabile e diretto tra il lavoratore e la terra". Negli anni Quaranta, oltre a organizzare la sua visione dell'economia nelle citate Lezioni in quattro volumi, il D. si interessò alle condizioni dell'agricoltura italiana e ai nuovi problemi del commercio internazionale postbellico. Collaborò a numerose riviste scientifiche, tra le quali, oltre al Giornale degli economisti, Circolo giuridico, Rivista di legislazione comparata, Rivista di diritto pubblico, Statistica.
Il D. morì a Roma il 5 marzo 1948.
Oltre alle opere citate vanno ricordati i seguenti scritti: Commercio internazionale epolitica commerciale, Palermo 1907; La teoria dell'equilibrio economico e il rapporto di causalità, ibid. 1908; Teorie antiche e recenti intorno alle imposte di consumo, Cagliari 1916, Sull'applicazione finanziaria di una riforma del diritto successorio, in Giornale degli economisti, XXXVIII (1923), pp. 385-416; Di una proposta di riforma del diritto successorio, ibid., pp. 407-37; Per un più rapido ammortamento del nostro debito pubblico, in Saggi in onore di Camillo Supino, II, Padova 1930; Sullo schema di riforma della finanza locale, Piacenza 1930; La situazione economica internazionale, Padova 1940.
Bibl.: G. Frisella Vella, G. D. G., in Statistica, III (1948), pp. 361-69; M. De Luca, G. D. G. 1883-1948, in Riv. intern. di scienze sociali, XXI (1949), 3, p. 246; Studi in memoria di G. D. G., Palermo 1949 (con bibl. alle pp. XIII-XIX).