DE FILIPPI, Paolo, detto Betto
Nacque a Belluno il 4 sett. 1755 da Antonio e da Maria Elisabetta Bemardi; il 20 febbr. 1792 sposò Francesca Valle dalla quale nel 1800 ebbe Giuseppe, futuro pittore teatrale del quale non si hanno notizie. Nulla si conosce della sua formazione culturale, né di lui rimangono sicuri dipinti su tela.
Il cronachista F. Sergnano (1798: Alpago Novello, 1938), tuttavia, lo cita con distinzione per un "finto altare" che avrebbe abilmente dipinto ("riuscì a meraviglia") su di una parete della chiesa di S. Maria Nova a Belluno.
I pittori Pietro Paoletti ed Antonio Tessari (1830), nel loro epistolario (Vizzutti, 1985), accennano a lui con esplicita considerazione. Il Miari (1865) lo rammenta per una pala che aveva dipinto per l'altare minore della chiesa di S. Gervasio a Belluno, oggi non più rintracciata. P. A. Coma (1930) testimonia la presenza di un suo quadro nella coll. Schútz di Vienna; secondo l'Alpago Novello (1938) il D. "si provò pure come incisore, ma non conoscono nessun suo lavoro a bulino". Fu anche primo maestro del pittore neoclassico Giovanni De Min.
Nonostante le carenze, il cospicuo numero di disegni firmati (Belluno, Museo civico) certifica l'alto quoziente stilistico e culturale del pittore.
Nella preziosa silloge sono infatti presenti molti esercizi eseguiti sulle incisioni delle opere di Stefano Della Bella, di Pietro Testa e di Giovan Battista Tiepolo; i lavori - graficamente assai apprezzabili - sono eseguiti a penna o con altre tecniche (Vizzutti, L'inedita..., 1985).
Ma l'interesse più vivo e più vicino alla sensibilità artistica del D. è senz'altro costituito dalla sua esplicita fedeltà alla lezione paesaggistica del conterraneo Marco Ricci, come puntualmente dimostrano i numerosi disegni acquerellati dei Museo bellunese.
Il repertorio del Ricci è attentamente filtrato e personalmente rivissuto attraverso il delicato uso della scala cromatica congiunto all'innata predisposizione paesaggistica.
Le Antiche rovine con pastori, i Paesaggi campestri, le Ville con parchi... - soggetti dei suoi acquerelli - svelano l'affiato riccesco e la distinzione esecutiva che informa la produzione defilippiana.
Il Lucco (1983), ipoteticamente. assegna al pittore un dipinto su tela con L'uccisione della serpe (Belluno, pal. comunale) sulla base di un confronto con tali disegni ed effettivamente il lavoro, qualitativamente apprezzabile, riprende pur con qualche variante un soggetto dipinto varie volte da Marco Ricci, che il D. forse aveva potuto vedere nella collezione bellunese dei conti Agosti.
La personalità artistica del pittore - ancora in corso di studio - è comunque degna di considerazione.
Il D. si spense a Belluno il 27 ag. 1830.
Fonti e Bibl.: Belluno, Bibl. civica, ms. 514: Memorie ed iscriz. raccolte da F. Miari nell'anno 1823, con integrazioni di F. Pellegrini (Catal. degli artisti di Belluno e del suo territorio), p. 94; F. Miari, Cronache bellunesi inedite, Belluno 1865, p. 203; P. A. Coma, Diz. della storia dell'arte in Italia, I,Bergamo 1930, p. 396; L. Alpago Novello, Otto lettere ined. di artisti bellunesi (Pietro Monaco, Giuseppe Diziani, Giovanni De Min), in Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore, IX (1937), p. 884; Le memorie di don Flaminio Sergnano [1798], a cura di L. Alpago Novello, ibid., X (1938), p. 966; A. da Borso, Pittori bellunesi, ibid., XXXIX (1968), p. 56; M. Lucco, Catalogo del Museo civico di Belluno. I dipinti, Vicenza 1983, p. 38; F. Vizzutti, Per tre dipinti del Museo civico di Belluno, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, LIV (1983), p. 93; Id., Pietro Paoletti pittore bellunese dell'Ottocento, ibid., LVI (1985), pp. 151 s.; Id., L'ined. raccolta di Antonio Tessari costituita da preziosi disegni di Pietro Paoletti, P. D., Giovanni De Min., in L'Amico del popolo (Belluno) 28 dic. 1985, p. 3; Id., Breve storia della pittura bellunese dal sec. XV al sec. XIX, Belluno 1986, pp. 34 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 560 (sub voce Filippi Paolo).