DE FELICE, Fortunato Bartolomeo
Avventuriero ed enciclopedista, ai suoi giorni di fama europea, oggi quasi ignorato, il De F. nacque a Roma di famiglia oriunda napoletana il 24 agosto 1723. Dopo molte avventure (tra le quali il ratto di una reclusa), narrate con romanzeschi colori da G. Gorani nel I tomo dei suoi Memoires (Parigi 1793), trovò rifugio a Berna, dove giunse nel 1757. Abiurò il cattolicismo per il protestantesimo e prese moglie. Nel 1757 pubblicò a Berna la dissertazione De Newtoniana attractione, unica cohaerentiae naturalis causa, che parve al Bernoulli il miglior commento della fisica newtoniana. Dal 1758 al '62, compilò due giornali letterarî: l'Excerptum totius Italicae nec non Helveticae litteraturae e l'Estratto della letteratura europea, il quale ultimo fu da lui continuato a Yverdun fino al '69. Fondò la Società tipografica bernese, che finì male. Tanta sua attività gli suscitò invidie e inimicizie, finché nel '62 lasciò Berna per stabilirsi a Yverdun, dove fondò una stamperia, che divenne una delle più importanti della Svizzera, e dalla quale uscirono alla luce opere del Bonnet, del Lalande, del Laharpe e di altri, oltre quelle, numerosissime e voluminose, storiche e filosofiche, del proprietario. La sua prima fu il Discours sur la manière de former l'esprit et le cøur des enfants (1763), col quale mirò a dare un nuovo indirizzo alle istituzioni scolastiche d'Yverdun, luogo più tardi reso celebre dal Pestalozzi.
E lì apparvero i 42 volumi della sua Encyclopédie, ou dictionnaire universel raisonné des connaissances humaines (con 10 voll. di tavole, 1770-1780).
Energico, laborioso, dotto, concepì nel 1768 l'idea di rifondere l'Enciclopedia francese, che gli pareva incompiuta insieme e sovrabbondante, e soprattutto dannosa alla religione, e di sostituirle un'Enciclopedia protestante. Tranne quelli letterarî, sono rari nella nuova enciclopedia gli articoli della prima rimasti immutati. Collaboratori del De F. furono Albert de Haller, il filosofo Mingard, il naturalista Bertrand, l'astronomo Lalande, il filosofo e astronomo Dupuis, l'anatomico Portal e altri meno noti: degl'Italiani, il padre Barletti, professore di fisica a Pavia. L'Enciclopedia suscitò una tempesta di censure e di recriminazioni (si vedano le corrispondenze del Voltaire, del D'Alembert, del Grimm, del Diderot). Ma l'ostinazione e il valore del De F. trionfarono degli avversarî, e in un solo decennio egli riuscì a portare a compimento l'opera sua. Il motto di questa enciclopedia è: In medio stat virtus: né col Leibniz, né col Locke. Il De F. e i suoi collaboratori sono protestanti liberali, ondeggianti tra la fede rivelata e la verità dimostrata. Temperate sono anche le loro idee politiche e sociali.
Il De F. morì in povertà il 13 febbraio 1789.
Bibl.: E. Maccabez, F. B. De F. et son encyclopédie, Basilea 1903; V. Rossel, Une encyclopédie romande au XVIIIe siècle, in Bibliothèque universelle et Revue Suisse, Losanna, dicembre 1904; Quérard, La France littéraire, III, p. 89 (per la bibliografia delle opere); L. Piccioni, Il giornalismo letterario in Italia, Torino 1894, I, 194; E. Bouvy, Voltaire et l'Italie, Parigi 1898; G. Natlai, F. B. De F. e gli enciclopedisti ital. del sec. XVIII, in Idee, costumi e uomini del Settecento, 2ª ed., Torino 1926.