DE BOSIS, Adolfo Lauro
Poeta, scrittore e critico letterario, nato a Roma il 9 dicembre 1901. Figlio di Adolfo de Bosis, sentì giovanissimo la vocazione per la poesia che costrinse, appena ventenne, alla disciplina della traduzione dai classici greci: l'Edipo Re, rappresentato sul Palatino (Roma 1924), e l'Antigone di Sofocle (Roma 1927), il Prometeo incatenato di Eschilo (Milano 1930). Finiti gli studî classici si laureò in chimica a Roma. Fu quindi direttore della Italy-America Society di New York; tenne un corso di conferenze su argomenti relativi all'Italia in varie città degli Stati Uniti e, quindi, un corso estivo di letteratura e filosofia all'università Harvard. Fra le sue traduzioni dall'inglese si notano: J. G. Frazer, Il ramo d'oro, 3 voll., Roma 1925; I. Erskine, La vita privata di Elena di Troia, Milano 1928; T. Wilder, Il ponte di San Luis Rey, Milano 1929. Compilò pure un'antologia di poesia italiana, The Golden Book of Italian Poetry, pubblicata postuma dall'università di Oxford, con prefazione di T. Trevelyan. Il suo maggior lavoro letterario fu il dramma classico, in versi, Icaro, che ottenne il primo premio al concorso letterario delle Olimpiadi di Amsterdam (1928); fu tradotto in francese, con prefazione di Romain Rolland. Il suo ideale di poeta e la profonda religione della libertà spiegano il gesto da lui compiuto il 3 ottobre 1931. Partito dall'aerodromo di Le Marignane presso Marsiglia alle ore 15,15 sul suo velivolo Pegaso verso le ore 20 sorvolò Roma, dove rimase per circa mezz'ora, gettando decine di migliaia di manifestini contenenti un appello della "Alleanza nazionale" diretto al re d'Italia e due appelli diretti a tutti gli italiani. Nel viaggio di ritorno scomparve in mare presso la Corsica. Prima di partire aveva inviato ad un giornalista belga un nobile messaggio (Histoire de ma mort, trad. it. Storia della mia morte, Roma 1945) che può considerarsi il suo testamento spirituale. Al suo nome è intitolata la cattedra di storia della civiltà italiana nella Harvard University (Cambridge, Mass.).
Bibl.: S. Aleramo, Tre fanciulli, in La Nuova Europa, 15 aprile 1945; M. Vinciguerra, Lauro, ibid., 22 aprile 1945.