DE BALESTRINI, Alfonso Fratus
Nacque il 15 nov. 1859 a Saliceto di Cadeo (Piacenza) da Luigi e Drusiana Brambilla.
Studiò dapprima pianoforte e armonia con il maestro G. Quaquerino, frequentando nello stesso periodo i corsi ginnasiali. Si perfezionò in seguito in pianoforte con il maestro C. Andreoli e studiò composizione con il maestro A. Saladino. A partire dal 1892 partecipò ad alcune tournées affistiche all'estero come pianista: per quasi un decennio, e con brevi interruzioni, tenne concerti in Svizzera, con particolare frequenza a Ginevra, Losanna, Montreux, Lucerna e Zurigo, dove figurò in qualità di solista o in formazione cameristica, ottenendo considerevoli successi. Negli stessi anni egli suonava in Francia, a Nizza, e nel principato di Monaco.
Nel 1906 e 1907 diede concerti al Cairo e ad Alessandria d'Egitto. In seguito venne di nuovo chiamato insistentemente da organizzazioni concertistiche in Svizzera, dove si recò per un intenso giro di concerti, e fu poi ancora al Cairo, poco prima dell'inizio della guerra, trattenendovisi per un lungo periodo. In Italia prese parte non poche volte a manifestazioni artistiche in importanti centri musicali, sempre riportando un lusinghiero successo. In particolare tenne concerti a Piacenza, al teatro Municipale, al politeama e al palazzo Farnese.
In qualità di compositore si rivolse alla produzione pianistica, ma con costante interesse anche per altre forme, come la musica per quartetto, per organo, per orchestra, la musica lirica e la musica sacra.
Delle sue composizioni, spesso eseguite ma pressoché tutte inedite, La Scure (1939) ricorda: per pianoforte solo: Scherzo (1877), Fuga a due parti e Improvviso (1879), Danza delle streghe, Barcarola, Improvviso e Notturno (1887), Tarantella, Due tempi di mazurca, Capriccio, Musica n. 3 e n. 4, Turno eroico (1889), Minuetto e Gavotta (1892), due Romanze senza parole, Serenata (1896), Gavotta burlesca (1896), Minuetto (1910), Piccolo valzer (1910). Per canto e pianoforte: Tramonto (1878), Pensa a me (1879), Vorrei morire, Perché? (1880), Barcarola (1880), Perché piangi?, Fior di siepe e Brindisi (1888),strumentato per orchestra nel 1891, Stornello (1910), Sonetto di Dante (1921), Inno (1923), Cinque pezzi per canto e pianoforte (da G. Carducci, 1936).Musica strumentale da camera: Un tempo di minuetto per quintetto d'archi (1915), Canto appassionato e Gavotta burlesca (1915) e altro. Musica per orchestra: Ouverture (1915), Danza dei fauni (1929), i valzer Voluptas, Odalisca, Fiori d'arancio, oltre a mazurche per orchestra e per banda, e a vari pezzi per banda, molto applauditi, fra i quali si ricorda Ebbrezza: Musica sacra: Messa solenne a tre parti reali con accompagnamento d'organo (1884), Magnificat a tre voci, coro e organo (1886),scritto per le feste centenarie francescane ed eseguito in S. Maria di Campagna (Turate), Preludio per organo (1891), Meditazione religiosa per quintetto d'archi e organo (1916), Interludium, per quintetto d'archi e organo (1917), Preghiera, per violino ed archi, Ave Maria, per tenore, organo e violino obbligato (1917), Magnificat, per soli, coro a tre voci, organo e doppio quintetto (1919), Suite per organo da concerto (1930), Sonetto di Dante, musicato per il volume celebrativo del centenario dantesco "Onorate l'altissimo poeta", a cura di V. Porta. Musica per marce e cori: Era novella, marcia per banda (1908),premiata con medaglia d'oro e marcia ufficiale dell'Esposizione di Piacenza del 1908, Improvviso patriottico, per tenore, coro e orchestra (1915),cantato più volte e con grande successo dal piacentino Italo Cristalli, Marcia "Bardi" (1909), Inno per la Colonia padana per coro e banda (1923).
Il D. svolse attività didattica al liceo musicale Giovanni Nicolini di Piacenza, in qualità di docente di armonia, di storia della musica e pianoforte complementare; vi tenne parimenti la carica di vicedirettore e, provvisoriamente, quella di direttore dell'istituto. Di più lunga durata fu l'insegnamento privato, per il quale ebbe numerosi allievi, fra i quali Memi Zucchi e Aura Caravaglios, l'allora direttore del liceo N. Paganini di Genova P. Montani, e molti altri. Scrisse articoli di critica ed estetica musicale, oltre a numerosi resoconti e cronache della vita musicale cittadina, collaborando ad alcuni giornali piacentini, come il Corriere, La Libertà, il Giornale della democrazia, Il Piccolo e IlProgresso.
Negli ultimi anni continuò a partecipare, anche se non ufficialmente, alla vita musicale della sua città di elezione, dove morì il 23 nov. 1937.
Musicista appartenente alla schiera dei compositori della giovane scuola che nel tardo Ottocento contribuì alla rinascita della musica italiana, entrata in crisi dopo la conclusione della parabola verdiana, il D. fu figura di primo piano nella vita musicale piacentina. Concertista di fama, ebbe una non lunga ma intensa carriera che lo portò attraverso i maggiori centri musicali europei; ovunque apprezzato per la leggerezza del tocco e il vigore interpretativo sia come solista sia in formazioni cameristiche, si distinse anche nella composizione per certi tratti tipicamente italiani, quali una fluida vena melodica e un elegante fraseggio, sorretti sempre da una solida struttura armonica, fondamentalmente conservatrice ma sempre caratterizzata da innegabili doti di eleganza ed equilibrio formale. Interprete raffinato e sobrio, alieno da ogni effetto esteriore, fu compositore altrettanto elegante e versatile, riuscendo ad esprimersi con pari maestria in tutti i generi musicali da lui trattati, così come con stile fluido e brillante si distinse nell'attività giornalistica e nella critica musicale. Nori meno significativa fu l'attività didattica del D., che ebbe numerosi allievi affermatisi in campo concertistico e didattico.
Bibl.: Necrol. in La Scure (Piacenza), 25 nov. 1937; Ibid., 6 genn. 1939; Piacenza musicale, 1940, pp. 82 ss.; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, p. 170 e App., p. 76.