DE ANGELIS (Angelis), Angelo, detto Rivotorto
Nacque ad Este, in provincia di Padova, intorno alla metà del XVIII secolo. Nulla si conosce delle origini e del primo periodo della vita. Incerto anche il suo insegnante di organo e composizione, forse G. Saratelli (come riferisce il Garbelotto), o più verosimilmente A. Vallotti, all'epoca maestro di cappella alla basilica di S. Antonio, presso la quale il D. divenne secondo organista intorno al 1770, incarico che mantenne fino a buona parte del 1780, come dimosera la nota spese per la cappella musicale della basilica, ove al 31 dic. 1780 risultano essere state corrisposte ad "Angelo de Angelis secondo organista" lire 193,15 di contro alle lire 230,19 pagate a D. Lucadello, il quale era primo organista (Archivio dell'Arca del Santo, busta 967, alla data: cfr. Sartori). In precedenza, nel gennaio dello stesso 1780, era morto il Vallotti; gli successe, il 26 aprile, il nuovo maestro di cappella A. Ricci (o Rizzi). Probabilmente insoddisfatto del permanere della sua condizione di subaltemo, il D. si dimise dall'incarico di organista per concorrere, il 9 dic. 1780, alla carica di maestro di cappella presso la cattedrale S. Maria Assunta in Padova.
I documenti della cattedrale testimoniano la presenza di due concorrenti oltre al D., il quale, sebbene avesse conseguito la stessa votazione dei rivali, non fu eletto (la scelta cadde su F. A. Marchetti, maestro di cappella dal 12 maggio 1781: New Grove). Nessuna fonte ci aiuta a conoscere con esattezza i successivi impieghi del D. a Padova o altrove, eccettuato il libretto del suo dramma sacro Davide, del 1787, ove lo si presenta come maestro del Nobile Collegio di S. Croce, nonché organista della basilica di S. Antonio (nessun documento della basilica conferma però il permanere del D. in qualità di organista dopo il 1780). Morì probabilmente a Padova intorno al 1825.
Nell'aprile del 1828 (New Grove), il fratello del D., Antonio, donò alla biblioteca della cattedrale di S. Maria Assunta le copie manoscritte in suo possesso di quasi tutte le composizioni sacre del D., a condizione che di tanto in tanto venissero eseguite in ricordo del fratello scomparso. Non sappiamo quanto tale clausola della donazione fu poi rispettata, ma è certo che il D. non ebbe grande fama né in vita né dopo la sua morte, se nel 1295 G. Tebaldini, ne L'archivio musicale della cappella Antoniana, non solo dedica poche righe al commento di una delle due partiture originali del D. conservate in archivio (ISalmi di Terza, a 8 vocicon strumenti), ma esprime un giudizio decisamente negativo sia nei termini sia nel tono: "I detti Salmi sono composti a due cori battenti in stile assai barocco. Lo strumentale sempre frastagliato in una figurazione tutta a crome e semicrome non accresce certo valore alle composizioni" (p. 103).
Il secondo manoscritto conservato (ISalmi di Vespero, a 8 voci con basso numerato) è poi registrato senza alcun commento. Notiamo che il Tebaldini in precedenza aveva espresso parere negativo in generale sulla quasi totalità della musica composta all'epoca dal D. per il servizio liturgico in basilica, asserendo che "... ad esser sinceri, assai spesso appare banale in modo addirittura desolante" (p. 89).
Gli elementi biografici e la produzione del D. non fanno però che confermare i giudizi precedenti, inquadrandolo nella schiera degli abilissimi artigiani della musica, caratterizzati da una vastissima produzione quasi esclusivamente sacro-polifonica in stretta dipendenza con le esigenze liturgiche del luogo ove esercitavano la loro professione. Ciò che stupisce del D. è la scarsissima fama e l'ancora più scarsa memoria di cui godette, nonostante Padova avesse visto rappresentate nei propri teatri ben due sue opere di una certa rilevanza: il dramma giocoso L'astro per il lotto, dato al teatro Nuovo nel maggio 1775 (libretto di autore ignoto), e il dramma sacro Davide, rappresentato al collegio di S. Croce il 18 luglio 1787. senza contare il primo dramma sacro S. Barbara, da considerarsi esercitazione giovanile, che il D. rappresentò al seminario di Padova nel 1770. Il fatto che alla sua morte la maggior parte dei manoscritti fossero in possesso del fratello e, almeno in copia per i cantori, non si trovassero già presso il collegio di S. Croce o presso la Biblioteca Antoniana, ci induce a supporre che molte delle sue composizioni non furono mai eseguite, da cui si potrebbe trarre una delle ragioni per spiegare la assai limitata considerazione da parte dei contemporanei. Ciò non può comunque mutare la posizione del D. nel panorama musicale dell'epoca, che lo vede dignitosamente collocato tra i molti minori.
Oltre ai due drammi sacri e al dramma giocoso citato, del D. sono conservate nella Biblioteca capitolare di Padova, ove non diversamente indicato, le seguenti composizioni sacre nella quasi totalità con strumenti o con basso numerato: una Messa a 3 voci; tre gruppi di Kyrie-Gloria-Credo (2 a 3 voci, 1 a 4 voci); otto Kyrie (6 a 4 Voci, 2 a 5 voci); dieci Gloria a 4 voci (1 alla Bibl. naz. Marciana di Venezia); quattro Qui tollis (1 per soprano solo, 3 per tenore solo); due Qui sedes (1 per tenore solo, 1 per basso solo); tre Quoniam (1 per tenore solo, 1 per basso solo, 1 a 3 voci); otto Credo a 4 voci; tre messe da Requiem (2 a 4 voci, 1 a 5 voci); Dies irae a 4 voci; Libera me a 4 voci. Antifone alla Beata Vergine: Alma Redemptoris a 4 voci; tre Ave Regina, una per contralto solo, una per basso solo, una a 8 voci; due Regina Coeli a 4 voci; sei Salve Regina, due per soprano solo, due per contralto solo, una a 4 voci, una a 8 voci. Litanie alla Beata Vergine: quattro a 3 voci (una alla Bibl. naz. Marciana di Venezia); sei a 4 voci, di cui una trascritta anche a 3 voci. Cantici: tre Magnificat a 4 voci; Nunc dimittis a 4 voci. Inni: tre Ave Maris Stella, una per soprano solo, una per contralto solo, una a 4 voci; due Iste confessor a 3 voci; tredici Pange lingua (otto a 3 voci, cinque a 4 voci); ventuno Tantvm ergo (dieci per soprano solo, due per contralto solo, sei per tenore solo, due per basso solo, uno a 2 voci); Te Deum a 4 voci; nove Te lucis (due per soprano solo, due per contralto solo, due per tenore solo, due per basso solo, uno a 8 voci); Veni Creator Spiritus a 4 voci; Vexilla a 4 voci; Inno a s. Giuseppe a 4 voci. Salmi: Beatus vir a 4 voci; Confitebor a 2 Voci; quattro Cum invocarem (tre a 4 voci, uno a 8 voci); De profundis a 4 voci; sei Dixit Dominus (uno a 2 Voci, cinque a 4 voci); cinque Domine (uno per tenore solo, uno per basso solo, tre a 4 voci); sei Ecce nunc (cinque a 4 voci, uno a 8 voci); In te Domine a 8 voci; due Laudate pueri (uno a 2 voci, uno a 3 voci); Nisi Dominus a 2 voci; Qui habitat a 8 voci; Salmi di Terza a 8 voci (Bibl. Antoniana, basilica del Santo); Salmi di vespero a 8 voci (ibid.); Salmi di compieta con 4 antifone a 8 voci. Varia: tre responsori Si quaeris, uno a 4 voci, due a 8 voci; responsorio Domine Iesu Christe a 3 voci; mottetto Sopra la Natività del Signore per contralto solo; mottetto Suscipe me Domine a 4 voci; due Gloria Patri, una per contralto solo, una per tenore solo.
Fonti e Bibl.: G. Tebaldini, L'archivio musicale della cappella Antoniana in Padova, Padova 1895, p. 103; B. Brunelli, Iteatri di Padova, Padova 1921, p. 172; A. Garbelotto, Piccola encicl. musicale padovana, in Padova e la sua provincia, 1972, marzo, p. 25, e novembre, p. 46; A. Sartori, Documenti per la storia della musica al Santo e nel Veneto, Vicenza 1977, p. 225; R. Eitner, Quellen-Lexikon, XI, p. 400; The New Grove Dict. of Music and Musicians, V, p. 290.