Predicatore religioso (Arcidosso 1834 - ivi 1878); di mestiere barrocciaio, fondatore e capo d'un movimento penitenziale e ascetico, su base familiare solidaristica ("Congregazione degli eremiti, penitenzieri e penitenti"; "Società delle famiglie cristiane", formata da 80 famiglie che misero in comune beni e lavoro), e animato da attese millenaristiche. Nel 1878 il movimento, che aveva il suo centro principale sul Monte Labbro (a sud-ovest dell'Amiata), fu condannato dalla Chiesa, e il 18 agosto dello stesso anno L., che nel frattempo si era proclamato seconda incarnazione di Cristo, fu ucciso dalla forza pubblica alle porte di Arcidosso, mentre scendeva dal Monte Labbro alla testa di una numerosa processione di pacifici seguaci del suo movimento. La setta da lui fondata, detta dei giurisdavidici, ha tuttora alcuni fedeli nella regione dell'Amiata.