CALONIMO (Calonymos, Kalonymos), Davide
Nacque a Bari verso il 1439 dal "maestro" Iacopo Meir, di una antica famiglia ebrea che si tramandava di padre in figlio una ricca tradizione culturale; i Calonimo furono per secoli medici, astrologhi, rabbini, maestri di ebraico, traduttori di opere filosofiche arabe.
Non abbiamo notizie dei primi venticinque anni della sua vita e della sua attività; certo si sposò, e dal matrimonio nacquero sei figli, quattro maschi, Iacopo, Haim, Calo ed Eliezer, e due femmine, Regina e Graziosa. Nel 1464 era alla corte di Napoli come medico personale di Ferrante I: incarico che mantenne sino al 1494 c., aggiungendovi dal 1484 anche quello di astrologo reale. Per grazia di re Ferrante il C. ed i suoi congiunti furono esonerati dalle tasse che gravavano sulla comunità ebraica di Napoli, tanto da essere molestati dai correligionari che cercarono invano, nel 1484 e nel 1494, di farli concorrere al pagamento di alcune imposte.
Nel 1464 il C. scrisse i suoi due primi trattati astrologici, riguardanti il millennio secondo la congiunzione di Giove e di Saturno; il più breve fu indirizzato a Ferrante I forse nella speranza di ottenere una maggiore libertà per gli ebrei nell'Italia meridionale. Nel 1466 il C. tradusse (dal latino?) in ebraico, col titolo di Mar'ot ha-Kokabim, De aspectu siderum di Giovanni di Gmunden; infine nel 1484 scrisse un commento alla Destructio destructionis di Averroè, l'Epistola in dicta Gazzali dedicata al figlio Haim.
Intorno al 1494, nell'imminenza dell'invasione francese e anche in coincidenza con la morte di Ferrante I, il C. con la famiglia tornò a Bari, come risulta da due Iudicia astrologici del figlio Haim per gli anni 1494 e 1495 (Parma, Biblioteca Palatina, cod. De Rossi 336, nn. 1213); intorno a quegli anni un altro figlio del C., lacopo, forse il primogenito, esercitava la professione di medico a Lecce, dove aveva anche delle case in proprietà, date in affitto. Nel 1497 al C. e ai suoi familiari fu concessa la cittadinanza napoletana, insieme con molti privilegi ed esenzione da tasse, dogane e gabelle per tutto il Regno; l'anno seguente egli fece istanza a Ludovico il Moro per ottenere simili concessioni anche a Bari, e ne ottenne risposta favorevole il 10 dic. 1499.
Gli ultimi anni della vita del C. furono dedicati esclusivamente a curare gli interessi della propria famiglia; tuttavia, se visse fino al 1506, potrebbe essere autore, come suggerisce il Mercati, dell'Anathema stampato in quell'anno a Napoli, che lo Steinschneider attribuisce piuttosto ad un omonimo nipote; comunque il C. era sicuramente morto nel 1517, quando il figlio Calo si trasferì a Venezia.
Bibl.: G. B. De Rossi, Manuscripti codices Hebraici Bibliothecae I. B. De Rossi, I, Parma 1803, pp. 188 s.; M. Steinschneider, Catalogus librorum Hebraeorum in Bibliotheca Bodleiana, Berolini 1852-60, coll. 1574-75; Catalogues des manuscripts hébreux et samaritains de la Bibliothèque Impériale, Paris 1866, p. 192; A. D. Neubauer, Catalogue of the Hebrew manuscripts in the Bodleian Library, Oxford 1886, coll. 778; H. Graetz, History of the Jews, III, London 1892, pp. 145-146; M. Steinschneider, Die hebr. Uebersetzungen des Mittelalters, Berlin 1892, pp. 636 s.; N. Ferorelli, Gliebrei nell'Italia meridionale, Torino 1915, passim;A. Z.Schwartz, Die hebräischen Handschnften der Nationalbibliothek in Wien, Wien 1925, p. 216; G. Sarton, Introduction to the history of science, II, 7, Baltimore 1931, p. 838; G. Mercati, Ultimi contributi alla storia degli umanisti, II, Città del Vaticano 1939, p. 83 n. 6; Jewish Encyclopaedia, New York-London 1901-1906, IV, p. 464; Encyclopaedia Judaica, Berlin 1978-34, V, col. 854.