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CALONIMO, Davide

di Juliana Hill Cotton - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)
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CALONIMO (Calonymos, Kalonymos), Davide

Juliana Hill Cotton

Nacque a Bari verso il 1439 dal "maestro" Iacopo Meir, di una antica famiglia ebrea che si tramandava di padre in figlio una ricca tradizione culturale; i Calonimo furono per secoli medici, astrologhi, rabbini, maestri di ebraico, traduttori di opere filosofiche arabe.

Non abbiamo notizie dei primi venticinque anni della sua vita e della sua attività; certo si sposò, e dal matrimonio nacquero sei figli, quattro maschi, Iacopo, Haim, Calo ed Eliezer, e due femmine, Regina e Graziosa. Nel 1464 era alla corte di Napoli come medico personale di Ferrante I: incarico che mantenne sino al 1494 c., aggiungendovi dal 1484 anche quello di astrologo reale. Per grazia di re Ferrante il C. ed i suoi congiunti furono esonerati dalle tasse che gravavano sulla comunità ebraica di Napoli, tanto da essere molestati dai correligionari che cercarono invano, nel 1484 e nel 1494, di farli concorrere al pagamento di alcune imposte.

Nel 1464 il C. scrisse i suoi due primi trattati astrologici, riguardanti il millennio secondo la congiunzione di Giove e di Saturno; il più breve fu indirizzato a Ferrante I forse nella speranza di ottenere una maggiore libertà per gli ebrei nell'Italia meridionale. Nel 1466 il C. tradusse (dal latino?) in ebraico, col titolo di Mar'ot ha-Kokabim, De aspectu siderum di Giovanni di Gmunden; infine nel 1484 scrisse un commento alla Destructio destructionis di Averroè, l'Epistola in dicta Gazzali dedicata al figlio Haim.

Intorno al 1494, nell'imminenza dell'invasione francese e anche in coincidenza con la morte di Ferrante I, il C. con la famiglia tornò a Bari, come risulta da due Iudicia astrologici del figlio Haim per gli anni 1494 e 1495 (Parma, Biblioteca Palatina, cod. De Rossi 336, nn. 1213); intorno a quegli anni un altro figlio del C., lacopo, forse il primogenito, esercitava la professione di medico a Lecce, dove aveva anche delle case in proprietà, date in affitto. Nel 1497 al C. e ai suoi familiari fu concessa la cittadinanza napoletana, insieme con molti privilegi ed esenzione da tasse, dogane e gabelle per tutto il Regno; l'anno seguente egli fece istanza a Ludovico il Moro per ottenere simili concessioni anche a Bari, e ne ottenne risposta favorevole il 10 dic. 1499.

Gli ultimi anni della vita del C. furono dedicati esclusivamente a curare gli interessi della propria famiglia; tuttavia, se visse fino al 1506, potrebbe essere autore, come suggerisce il Mercati, dell'Anathema stampato in quell'anno a Napoli, che lo Steinschneider attribuisce piuttosto ad un omonimo nipote; comunque il C. era sicuramente morto nel 1517, quando il figlio Calo si trasferì a Venezia.

Bibl.: G. B. De Rossi, Manuscripti codices Hebraici Bibliothecae I. B. De Rossi, I, Parma 1803, pp. 188 s.; M. Steinschneider, Catalogus librorum Hebraeorum in Bibliotheca Bodleiana, Berolini 1852-60, coll. 1574-75; Catalogues des manuscripts hébreux et samaritains de la Bibliothèque Impériale, Paris 1866, p. 192; A. D. Neubauer, Catalogue of the Hebrew manuscripts in the Bodleian Library, Oxford 1886, coll. 778; H. Graetz, History of the Jews, III, London 1892, pp. 145-146; M. Steinschneider, Die hebr. Uebersetzungen des Mittelalters, Berlin 1892, pp. 636 s.; N. Ferorelli, Gliebrei nell'Italia meridionale, Torino 1915, passim;A. Z.Schwartz, Die hebräischen Handschnften der Nationalbibliothek in Wien, Wien 1925, p. 216; G. Sarton, Introduction to the history of science, II, 7, Baltimore 1931, p. 838; G. Mercati, Ultimi contributi alla storia degli umanisti, II, Città del Vaticano 1939, p. 83 n. 6; Jewish Encyclopaedia, New York-London 1901-1906, IV, p. 464; Encyclopaedia Judaica, Berlin 1978-34, V, col. 854.

Vedi anche
Rabbī Mē'īr Mē'īr ‹meeìir›, Rabbī. - Dottore ebreo palestinese (sec. 2º), discepolo di ῾Aqībā. Caposcuola a Tiberiade, rielaborò la compilazione della dottrina ebraica fatta dal suo maestro; la Mishnāh di Giuda il Santo si basa in buona parte sulla sua tradizione. Famoso predicatore; gli sono state attribuite delle ... Umanesimo Periodo storico le cui origini sono rintracciate dopo la metà del 14° sec., e culminato nel 15°: tale periodo si caratterizza per un più ricco e più consapevole fiorire degli studi sulle lingue e letterature classiche, considerate come strumento di elevazione spirituale per l’uomo, e perciò chiamati, ... traduzione biologia In biologia molecolare, la produzione, mediata dai ribosomi, di un polipeptide la cui sequenza di amminoacidi è derivata dalla sequenza di codoni di una molecola di RNAm (➔ proteine). informatica Conversione delle istruzioni tra linguaggi di programmazione di tipo diverso, per es. da linguaggio ... famiglia antropologia Istituzione fondamentale in ogni società umana, attraverso la quale la società stessa si riproduce e perpetua, sia sul piano biologico, sia su quello culturale. Le funzioni proprie della famiglia comprendono il soddisfacimento degli istinti sessuali e dell’affettività, la procreazione, ...
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davìdico
davidico davìdico agg. [dal lat. Davidĭcus, gr. Δαυιδικός] (pl. m. -ci). – Di David, antico re d’Israele, con particolare riferimento alla sua attività di poeta e musicista: salmi d.; l’arpa davidica. In partic., torre d., espressione biblica...
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